Deus caritas est: et qui manet in caritate, in deo …
‘Dio è l’amore, e chi nell’amore abita, abita in Dio e Dio in lui’. Ora, prendiamo la prima frase: ‘Dio è l’amore’. Cioè: poiché egli va a caccia di tutto quello che può amare e che può dare amore, ne va a caccia con il suo amore, per amarlo. ‘Dio è l’amore’ in secondo luogo: tutto quello che Dio mai creò e che può dare amore, va a caccia di lui col suo amore per amarlo, gli piaccia o gli dolga. Terzo: ‘Dio è l’amore’, perché egli con il suo amore va a caccia di tutto quello che può amare, al di fuori da tutta la molteplicità. Come Dio è amabile secondo la molteplicità, così l’amore, che egli è, ne va a caccia al di fuori da tutta la molteplicità nella unità di se stesso.
‘Dio è l’amore’, in quarto luogo, che con il suo amore dà a tutte le creature la loro sostanza e la loro vita, e le sostiene con il suo amore. Se qualcuno mi chiedesse cosa è Dio, gli direi ora così: che ‘Dio è l’amore’, e così completamente amabile, che tutte le creature cercano di amare la sua amabilità, lo fanno consapevolmente o inconsapevolmente, loro piaccia o dolga.
Così ‘Dio è l’amore’, ed è tanto amabile che tutto quello che può amare, lo deve amare, gli piaccia o gli dolga. Non c’è una creatura tanto spregevole che possa amare qualcosa che sia malvagio; perché quello che si ama deve o apparire buono o essere buono. Ora, prendete tutto il bene che tutte le creature possono dare – di fronte a Dio questo è pura malvagità. Sant’Agostino dice: ama quello che tu puoi ottenere con amore, e conserva quello che può soddisfare la tua anima.
‘Dio è l’amore.’ Ehi, figli, ascoltatemi, lo desidero! Tanto Dio ama la mia anima che la sua vita e la sua sostanza consiste nel fatto che egli mi deve amare, gli piaccia o gli dolga. Chi togliesse a Dio il fatto che egli ami la mia anima, gli toglierebbe la sua Deità, perché Dio è tanto veramente l’amore quanto egli è la verità; e tanto egli è la bontà, quanto veramente Dio è l’amore. Questa è una pura verità, come che Dio vive.
Ci furono certi sapienti che dissero che l’amore che è in noi sarebbe quello dello Spirito santo, e questo non è vero. Il cibo corporeo che prendiamo in noi viene tramutato in noi; ma il cibo spirituale che noi riceviamo, muta noi in lui; e perciò l’amore divino non viene sostenuto in noi, perché questo allora sarebbe due. Ma l’amore di Dio sostiene noi e noi siamo uno in esso. Il colore che sta sulla parete viene sostenuto dalla parete; così tutte le creature vengono sostenute nella loro sostanza dall’amore che è Dio. Se si togliesse via il colore dalla parete, questa perderebbe la sua sostanza: così tutte le creature perderebbero la loro sostanza se le si togliesse via dall’amore che è Dio.
‘Dio è l’amore, e chi nell’amore abita, abita in Dio e Dio abita in lui’. C’è distinzione fra le cose spirituali e le cose corporee. Ciascuna cosa spirituale può stare nell’altra; ma nessuna cosa corporea può stare nell’altra. L’acqua sta bensì in un recipiente, e il recipiente le va tutt’intorno: ma ove c’è legno, là non c’è acqua. Così nessuna cosa corporea può essere nell’altra: ma ogni cosa spirituale è in un’altra. Ciascun angelo è nell’altro con tutta la sua gioia e con tutto il suo diletto e con tutta la sua beatitudine tanto perfettamente quanto in lui stesso; e ciascun angelo è con tutta la sua gioia e con tutta la sua beatitudine in me e Dio stesso con tutta la sua beatitudine, e tuttavia questo non lo conosco. Prendo l’angelo più basso nella sua nuda natura: il minimo truciolo o la minima scintilla che cadesse mai da lui avrebbe illuminato tutto questo mondo con diletto e con gioia.
Ora osservate come egli è nobile in lui stesso! Ora, io ho già detto qualche volta che l’angelo è molto senza numero e senza moltitudine. Ora io taccio dell’amore, e prendo la conoscenza: se noi solo li conoscessimo, ci sarebbe facile lasciare un intero mondo. Tutto quello che mai Dio creò e che ancora potrebbe creare, se Dio lo desse completamente alla mia anima e insieme a questo Dio, e là rimanesse la distanza di un capello, non soddisferebbe la mia anima; io non sarei beato. Se io sono beato, sono in me tutte le cose, e Dio. Ove io sono, là è Dio; così io sono in Dio, e dove Dio è, là io sono.
‘Io ti prego’. Quando io prego qualcosa, io prego nulla; quando io prego nulla, prego in modo giusto. Quando là sono unito, là sono presenti tutte le cose che sono passate e che adesso sono e che sono future, che sono tutte vicine in modo simile e similmente uno: che sono tutte in Dio e sono tutte in me. Là non si può pensare né Corrado né Enrico. Chi prega qualcosa di altro che Dio solo, lo si può chiamare un idolo o un qualcosa di ingiusto. ‘Coloro che pregano nello spirito e nella verità’, pregano in modo giusto. Quando io prego per qualcuno, per Enrico o per Corrado, prego al minimo. Quanto io prego per nessuno e prego nulla, allora prego in modo massimamente proprio, perché in Dio non c’è né Enrico né Corrado. Se noi preghiamo Dio per qualcosa di altro che per Dio, è sbagliato ed è miscredenza ed è come una imperfezione, perché si vuole aggiungere qualcosa a Dio; come dissi recentemente, vogliono fare Dio nulla e vogliono fare dal nulla Dio. ‘Dio è l’amore, e chi è nell’amore, è in Dio, e Dio è in lui’.
Meister Eckhart
*Canonizzato come “Introduzione alla predica 53”, il testo è pubblicato in: Meister Eckhart, “Le 64 prediche sul tempo liturgico”, Bompiani, 2014, a cura di Loris Sturlese