07 Ottobre 2018

Mai stato un santo: Norman Mailer, lo scrittore che ha spiato l’America dalla sua cavità anale. Agiografia torbida – ed erotica – del maschio più spudorato del suo tempo

“Ma che muoia, quella puttana”. L’avrà detto davvero Norman Mailer davanti al sangue di sua moglie? Mailer che a notte fonda ferisce alla schiena Adele, con un coltellino tascabile. La versione di lui, sono stato io, stufo marcio delle sue lagne, detta in delirio alcolico e narcotico agli agenti che lo portano via; sono scivolata e caduta sui vetri, i fatti secondo Adele, e mai una denuncia, ‘solo’ la richiesta di divorzio immediato appena guarita. Adele che 30 anni dopo ricorda tutto, insulto compreso, in The Last Party, il suo libro, la sua vendetta. Mai stato un santo, Norman Mailer, mai voluto essere niente di meno di ciò che ha sempre preteso: il più grande scrittore del suo tempo. Nulla veniva prima dei suoi libri, di se stesso, dei suoi furori, nemmeno le mogli (sei), e i figli (nove): un ego smisurato misto a genio stimolati da bourbon e marijuana per raggiungere lo “sballo mistico” sotto cui sbirciare l’America dalla sua cavità anale, trovando nel marcio, nel torbido l’essenza di una nazione. La critica gli dava del fallito per pura invidia: a Mailer soldi e successo non sono mai mancati, e con essi il sesso, servitogli dalle donne su tavoli imbanditi.

Norman Mailer“Porco maschilista”, lo apostrofava Kate Millet, femminista-capo, questo perché Mailer te lo diceva in faccia, che ci sono donne che mica te la fanno annusare, ti ci fanno giocare senza dignità, poi con la scusa dell’amore ti scocciano, diventano possessive, e se le cornifichi si vendicano. Infatti più di una moglie, amante, amica di una sera ci ha raccontato le avventure del pene di Mailer, in interviste e libri, persino Dwayne Raymond, la sua badante, ne ha scritto uno, Mornings with Mailer, sconsolata dal non riuscire a trovare appagamento di mattina né mai, perché sai, a 84 anni immobilizzato a letto che aspetti la morte scopare è complicato, perciò accontentati di una pacca sul sedere, zitta e passami un whisky, e queste frasi nel libro non le trovate, ma è quello che il vecchio Mailer avrà pensato, scommetto quello che volete che è andata così. Dwayne non ha provato gli orgasmi narrati da Carole Mallory in Loving Mailer: per nove anni Carole è stata l’amante di Mailer, scrive che con lei lo scrittore neppure una volta ha tradito le attese, “gli bastava il mio corpo coperto di sexy lingerie” per trasformarsi in stallone. Insieme si davano a giochi di ruolo classici e perversi, il dottore, l’allieva, l’attricetta, finché un giorno Mailer si presenta con dei video porno: Carole ci rimane male, non capisce, povera stella, che se un uomo ti chiede di divertirsi così non ti sta insultando semmai sublimando, che è un gioco, osceno e diverso, ma appunto un gioco. Carole è donna ordinaria, si sente in competizione con Traci Lords e colleghe.

Norman MailerMailer andava a letto con Carole mentre era sposato con Norris Church, pornostar mancata dal curriculum sessuale importante, visto che tra i suoi ex spicca il fu governatore dell’Arkansas Bill Clinton (“impossibile resistergli”). Lo scrive nel suo A Ticket to the Circus, libro in cui veniamo a sapere che lei e Mailer hanno fatto sesso “sul pavimento di casa mia” appena conosciuti, e che da sposati conducevano vita glamour ai party dei famosi, che ha messo ordine nella vita di lui dandogli l’amore che gli mancava, fino a scoprire che tale amore Mailer lo otteneva – eccome! – da tante altre. Saputasi cornuta, Norris pretende il divorzio ma con Mailer c’è poco da fare, ne ha già affrontati cinque con relativi alimenti, per il sesto restano gli spiccioli. Allora Norris rimane con lui fino alla fine, non dandogliela più ma consumandosi di gelosia per ogni “stazione perduta nel divino” a cui il marito sostava sperma e piacere: nel libro Norris svela che qualche ‘stazione’ l’ha voluta conoscere, quella di Chicago era una donna “bassa e tozza, più vecchia di me di 10 anni, coi capelli grigi”. Le milf erano tra le passioni di Mailer, lo romanza ne La Costa dei Barbari, lo confessa nel suo diario, “la mia natura è stringermi a una donna come un bambino che abbraccia l’universo, sono guidato dal destino a essere l’orgiasta, il mentore intellettuale dell’orgiasmo”.

Da brava nuora, Norris ce l’ha pure con la suocera, che ha cresciuto Mailer in povertà ma tra mille vizi, infondendogli col latte materno un narcisismo, una sicurezza di sé intollerabili: “Mio figlio è un genio”, rispondeva la signora a chi le opponeva che tra le sei mogli una l’aveva quasi uccisa. Un delirio edipico che arriva al parossismo: se Norman va con le altre, lasciava intendere mamma Mailer, la colpa è delle mogli, che non sanno amarlo nel modo giusto, come solo una madre sa fare. Guardate le sue amanti: a chi assomigliano, se non a me?

Barbara Costa

Gruppo MAGOG