Michail Lermontov è stato una piacevole sorpresa scovarlo, al Salone del libro di Torino. Penso proprio che anche di lui bisognerebbe leggere tutto. Michail Lermontov attraversò le lettere russe come una meteora. Più giovane di Puškin di quasi una generazione, crebbe in un mondo già lontano dai modelli classici e incapace di confrontarsi con la sua eccezionale opera poetica. Un’opera che condurrà Lermontov ai vertici della lirica romantica, non solo russa.
È sempre il solito problema, quindi. In letteratura, dico. Sai che puoi dare il meglio di te, e invece ti chiedono di scrivere al sessanta per cento, se vuoi essere letto da tantissima gente. Altrimenti…
Altrimenti fai come questo grandissimo poeta, drammaturgo e pittore russo: te ne freghi, e vai avanti contro tutto e contro tutti. Proprio perché, poi, i risultati sono ben visibili al cuore e notevolmente piacevoli alla lettura: ai quattro amici che si contano sulle dita di una mano, in vita; al mondo intero, quando si passerà ad altra vita.
In fin dei conti, la letteratura è erotica del gusto, piacevole piacere, godimento allo stato puro. Di essa, la poesia è amore. O, almeno, questo traspare nei versi del grande poeta russo:
Io sono quello cui porgesti orecchio
Nel silenzio notturno, il cui pensiero
Bisbigliò nel tuo cuore, la cui pena
Confusamente indovinasti,
La cui figura tu vedesti in sogno,
Quello il cui sguardo uccide la speranza,
Quello che nessuno ama,
Flagello degli schiavi miei terreni,
Re della conoscenza e libertà,
Nemico ai cieli, male di natura ‒
Ed ecco vedimi ai tuoi piedi!
Io t’ho recato con cuore commosso
La sommessa preghiera dell’amore,
Il primo strazio sulla terra,
Le lacrime mie prime.
Oh! dammi ascolto, per pietà!
Rendermi al bene e al cielo
Tu ben potresti con una parola;
Del sacro manto del tuo amore
Vestito, io là comparirei
Come in nuovo fulgore angelo nuovo;
Oh! ti supplico, dammi dunque ascolto, ‒
Sono tuo schiavo, ‒ t’amo!
Perciò Lermontov ci è necessario. Sbaglia chi pensa che se ne potrebbe fare a meno: di lui, della sua opera, di tutta la sua eccezionale poesia. Lermontov è il sole che bacia i predestinati, lo sguardo alzato verso una stella. Ed io, ne sono stato appena folgorato.