17 Luglio 2018

“Lei è l’incarnazione femminina del veggente rimbaudiano”: le poesie di Arianna Vartolo, dove anche la Morte si innamora

Commento di Gabriele Galloni

Nella poesia di Arianna Vartolo è il sacro il colore dominante.

La devozione alla sacralità del quotidiano, del ricordo, si esprime in versi concisi che risuonano di echi biblici (memento: quel che sia ricevuto / in dono, non venga dimenticato) come di salmodie cantate sul filo del rasoio ( comprese come l’Assoluto / avesse tenuto in cura di / disegnare le proprie stelle). La scrittura è sorvegliata e modellata – e nonostante questo la sua non è una esperienza trascrittiva, ma percettiva; il ricordo diviene, da mito quotidiano, sublimazione mistica.

E anche la Morte, nei versi di Vartolo, può innamorarsi; riscoprirsi nuova in una miniatura medievale. Questo è l’occasionale miracolo della grande Poesia.

*

Commento di Antonio Veneziani

Arianna Vartolo, con i suoi versi di religiosa, bruciante profondità, è l’incarnazione femminina del veggente rimbaudiano. Ho avuto modo di leggere la sua prima silloge (L’aiuto a non morire, di prossima pubblicazione per Cultura e Dintorni) e l’ho trovata un capolavoro.

Queste poesie non smentiscono il suo talento. Anzi lo vivificano: messo da parte ogni tentativo ermetico, rimane schietta la luce di un verso che si trova perfettamente mediano tra l’epigramma arcaico e il mistero medievale. Con l’illuminazione al neon e i bagliori della poesia contemporanea; la sua luce da tropico en solitaire.

*

Poesie

 

I

Fu quando la Morte si vide
in una miniatura medievale
– dove si era perdutamente
innamorata della Vita – che si
guardò, poi, nel palmo della
mano: comprese come l’Assoluto
avesse tenuto in cura di
disegnare le proprie stelle. Lì.

 

II

 
La provinciale l’abbiamo percorsa
nudi: finiva verso il mare,
quel giorno. Riunimmo in una borsa
i nostri sensi pànici e le
conchiglie del bagnasciuga – per farne
monili che ancora indosso; a te
è rimasta sabbia sul viso, a darne
testimonianza. Noi – qui.

 

III

 
Memento: quel che sia ricevuto
in dono, non venga dimenticato.
E questo l’acqua ti avrebbe ancora – per
molto – fatto capire; ché nulla è
integro senza alt(r)o in cui fluire.

 

IV

 
A sangue sacro fa
voto – quella polaroid
ipotetica. Pareti

in bianco, intrise
dei respiri
apicali; non troppo

spazio al

suono.
Arianna Vartolo

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