25 Gennaio 2021

40 anni di Lamù: l’extraterrestre che ha incantato una generazione

Sei nato negli anni Settanta se ti ricordi la vittoria dell’Italia ai mondiali di calcio spagnoli del 1982, se il nome di Alfredino caduto nel pozzo non ti è nuovo, se hai avuto la fortuna di ascoltare la mitica sigla del Festival di Sanremo cantata da Pippo Franco (Che fico, 1982), se non hai mai dimenticato il cast maschile della trasmissione Drive in (Syusi Blady e Patrizio Roversi prima di Turisti per caso, Massimo Boldi, Enzo Braschi, Sergio Vastano, Teo Teocoli, Francesco Salvi, Guido Nicheli prima di diventare il ‘Cummenda’ e ‘Il Zampetti’ de I ragazzi della 3 C, Giorgio Faletti prima di diventare scrittore), ma soprattutto quello femminile: Carmen Russo, Tinì Cansino, Eva Grimaldi, Ambra Orfei e altre poppute e scosciate chiamate a illuminare gli occhi (e i pensieri sconci) dei maschi.

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Sei nato negli anni Settanta se porti gli occhiali per colpa di Lamù. Una bellezza senza tempo. Per lei ovviamente, non per chi ha seguito almeno una delle puntate trasmesse dalla televisione nipponica dal 1981 (in Italia è arrivata due anni dopo, nel 1983). La sua carta di identità la posizionerebbe oggi nella categoria Milf: ha poco più di 50 primavere (quando è apparsa in tv aveva 17 anni), nonostante tutto, e a guardarla oggi sembra proprio che gli sguardi voraci degli adolescenti non le abbiano provocato nemmeno una ruga. (È la conferma di quanto sostiene Chelsee Lewis, la stylist delle star di Hollywood, e cioè che i milioni di spermatozoi che escono dagli affari degli uomini possono essere utilizzati come maschera di bellezza che riduce le grinze dell’età, leviga la pelle, previene l’acne e financo le macchie e le occhiaie?).

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Agnes Lum è il nome di un’indossatrice di bikini che spopolava in Giappone a cavallo della fine degli anni Settanta e i primi Ottanta. Una bellezza semplice ma con tutto al suo posto: due zizze ben piantate, un lieve culotto, ombelico a forma di tortellino, un giro vita definito e due belle gambe toniche. Uno stereotipo di ragazza orientale che ha colpito Rumiko Takahashi, donna pure lei, di professione disegnatrice di manga (straordinaria) che si è ispirata proprio alla Agnes per creare il suo capolavoro: Lamù (in originale si chiama Lum).

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Le vicende si svolgono a Tokyo dove troviamo Lamù appunto, una extraterrestre Oni incaricata dai suoi simili a conquistare il mondo. Agli umani però viene concessa una possibilità di scampare alla colonizzazione: se un uomo, “pescato” da un computer supertecnologico, riuscirà a toccare le corna della ragazza entro una settimana e mezza, il globo sarà salvo. La scelta ricade su Aratu Moroboshi, uno studente liceale che non brilla per intelligenza ma che ha la fissa per le gnocche. E Lamù lo è, avvolta in un bikini leopardato striminzito che nasconde a stento le forme bombastiche (per i tempi). Aratu non crede ai suoi occhi e ci prova in tutti i modi: la ragazza merita, molto. Peccato però che sappia volare e che sia piuttosto dispettosa. All’ottavo giorno il nerd jap riesce a toglierle il pezzo sopra (la scena del topless è stata censurata in Italia), ma non riesce a mettere le sue mani sui cornini. Il problema però è un altro: Aratu ha già una fidanzata, Shinobu Miyake, che gli promette che se riuscirà a portare a compimento la missione (di salvare il mondo), lo sposerà. Moroboshi riuscirà a toccare quello che gli è stato chiesto ma per un fraintendimento Lamù crede che la “grande proposta” sia destinata a lei e non alla vera morosa. Poi mi sono fermato: non ho più seguito le altre puntate. O meglio, le ho recuperate nel tempo, ma evito di fare spoiler.

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Lamù è una rompicoglioni, dispettosa, capricciosa e irascibile. E gelosissima: quando qualche sventurata si avvicina ad Aratu, lei la fulmina. Una vera ragazza di oggi, molto più grande della sua età anagrafica. Disinibita come molte di loro, ama il cibo estremamente piccante ma non sopporta l’aglio.

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Rumiko Takahashi ha spiegato più volte che nelle sue intenzioni la star della storia doveva essere Aratu e non Lamù: “Se il protagonista maschile è un fiore, le donne sono coloro che lo fanno fiorire” ha aggiunto. Verissimo ieri, lo è ancora di più oggi. Sono il sole, la pioggia, il vento, le stagioni che cambiano, la neve e la cura.

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Se sei nato negli anni Duemila e porti gli occhiali, di certo non è per colpa di Lamù.

Alessandro Carli

Gruppo MAGOG