Come sanno i miei lettori, anche da giornalista, oltre che da scrittore, prediligo le storie ben più delle notizie. E Francesca Immacolata Chaouqui, in soli 35 anni di vita, ha avuto la forza e la costanza di metterne in moto tante, tutte degne di un romanzo in stile Bel Ami di Maupassant; e meritando perfino l’attenzione della cronaca nazionale e, addirittura, di Dagospia.
Andrea Morigi, su Libero, la definisce: “Ambiziosa, esplosiva, controversa… aspirava a entrare in tutte le stanze più segrete del Vaticano. È riuscita a visitarne perfino le carceri. Vi ha trascorso soltanto una notte, quanto basta a consacrarla definitivamente come la «papessa»… Lei invece fa la lobbyista, anzi l’esperta di pubbliche relazioni per lo studio Orrick Herrington & Sutcliffe, dove segue con particolare interesse un cliente, il finanziere Alessandro Proto che tenterà di scalare diverse società per poi rivelarsi un bluff. A suo favore, promuove un’offerta per l’acquisizione del quotidiano Pubblico. L’affare va in porto il 13 febbraio 2013, il giorno precedente l’incarcerazione di Proto per aggiotaggio. A marzo, la Chaouqui passa alla Ernst & Young in Italia”.
Mentre Fabio Tonacci, su Repubblica, la descrive così: “È tutto e niente, la Chaouqui. Di lei qualunque cosa è stata detta: che è una lobbista, protetta di Luigi Bisignani (con cui ha lavorato davvero), infiltrata dei servizi segreti americani, massona, vicina all’Opus Dei, millantatrice. Ora corvo. Voci che nascono da una domanda senza risposta: perché il Vaticano la chiamò nel 2013 a far parte della Cosea, la commissione che ha vagliato i conti dei dicasteri, di cui il suo ex amico monsignor Vallejo Balda era segretario? In quel momento lavorava ad Ernst & Young, ma nessuno la conosceva. «Mi hanno scelto perché sono brava», disse lei”. Aggiunge Tonacci: “Una volta ha portato i genitori di Matteo Renzi a Santa Marta con la promessa di far incontrare loro Bergoglio… Soltanto che papa Francesco non li potè (o non li volle) ricevere e la cosa creò non pochi imbarazzi. Ha provato ad avvicinare anche il sottosegretario Luca Lotti, senza trovare considerazione, poi è entrata nelle grazie di Marco Carrai, l’imprenditore toscano braccio destro del premier. Lei e suo marito, l’informatico Corrado Lanino, erano tra gli invitati al matrimonio di Carrai”.
Insomma, bastano questi pochi stralci per capire che, sì, indiscutibilmente è (anche) una esperta di comunicazione, oltre a rappresentare ai miei occhi una inesauribile fonte di storie che sarebbe bello approfondire. Nel frattempo, tornando al tema della comunicazione, devo confermare che ho parlato di esperienze dirette, avendo visto amanti nel ruolo fino a società quotate nella Borsa Italiana. Per il resto, come si evince dallo stesso testo dell’ecclettica Chaouqui, siamo d’accordo su tutta la linea.
Michele Mengoli
www.mengoli.it