13 Gennaio 2022

James Joyce è un poeta d'amore e la sua musa è "vestita di luce"

Chi l’avrebbe mai detto che James Joyce, oltre che scrittore, fosse stato pure poeta, e poeta d’amore. Ho scovato i suoi versi in quel magico mondo ‒ in quel mirabile sottosuolo! ‒ che è il Balôn di Torino, nell’edizione Gli Oscar del 1967 (prima, Lo Specchio 1961).

Chi avrebbe mai pensato che fosse stato così gagliardo nel dire e inebriare:

L’amor mio è vestita di luce
In mezzo ai meli
Dove i lieti venti più bramano
Di correre insieme.

E ancora: chi poteva scorgere tanta emozione, e galanteria e canto nuziale?

Così io ricordo e omaggio Joyce per dire tutto l’amore che provo alla mia incantevole musa; colei che scrive come e meglio del poeta, apostrofandomi “tuono di rabbia e pioggia di dolcezza. Dicendomi, quale uomo, enigma e mistero. Chiamandomi amante, brace accesa degli occhi. Io che sono il suo amore, che non può fare a meno di essere. Lei, che vede in me la bellezza che mi abita. Lei, che vive per e grazie alla letteratura, alla quale entrambi apparteniamo.”

Queste parole, in sostanza, valgono più di un patto. Non fanno morire il fuoco sacro. Tutt’altro, lo alimentano. Poiché le muse esistono davvero, e non instillano soltanto il disincanto. Incontrare quella fatale è dono di voci svelate, coro sonoro e piano, cadenza di sole e galaverna: intimo sussurro di brezza.

E sappiate, dunque, che musa e poeta si fondono nel canto, esprimono il momento, attendono lo sguardo. Profondo e sincero si tinge quindi il bacio. La poesia scorre a fiotti, nel sangue a più non posso…
Io allora ti amo, donna a cui sempre guardo!

Va, cerca di lei cortesemente
E dille che sto per venire,
Vento di aromi che sempre canti
L’epitalamio.
Oh, va in fretta sulle buie terre
E valica il mare
Ché mari e terre non ci separino,
Il mio amore e me.
Vento, della tua buona cortesia
Ora ti prego: va,
Entra in quel suo giardino
E canta dietro la sua persiana:
Canta così: Vento nuziale soffia
Perché amore è colmo;
Presto, oh molto presto
Il tuo amore sarà da te.

Giorgio Anelli

 

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