“La satira di un mondo fossilizzato”. Riscopriamo le “contronovelle” di Anton Germano Rossi
Letterature
Alessandro Rossi
“La parola ‘evasione’, che dà tanto fastidio ai materialismi storici, significa scappare da qualche cosa; l’avventura è cercare qualche cosa, che può essere bella o pericolosa, ma che vale la pena di vivere”.
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Un quarto di secolo senza il padre del mare. Non un figlio della liquidità: padre proprio, a tutti gli effetti. Più del Capitano Achab. Nato casualmente a Rimini, città sul mare ma non di mare – la differenza è sottile – ha scelto la dolcezza dell’acqua di lago, quello che si affaccia su Losanna, per salutare il mondo. Era il 20 agosto 1995. Con lui però, grazie al cielo, non se ne è andata la migliore graphic novel europea.
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Ha scelto Photo 13 del 1973 per raccontare come è nato il suo personaggio più celebre. Era alla ricerca di un uomo mediterraneo ma allo stesso tempo british perché “nella tradizione narrativa anglosassone c’è più fiaba, più leggenda”. Lo trovò in un’isola a sud di Sampieri (Ragusa), perfetto sintesi tra ricerca e risposta. L’isola si chiama Malta, un crocevia di culture, un posto immerso nel mare in cui si parla maltese, inglese e italiano.
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Nel mondo dell’arte accade che i colleghi omaggino i Maestri. Ne Le avventure di Giuseppe Bergman il grande Milo Manara – grande amico e, per sua stessa affermazione, suo allievo – il protagonista viene istruito “all’avventura” da un creatore di avventure di nome HP.
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“Il crinale su cui si muove (…) è sottile, melmoso e divide in due il panorama: di qua l’ordine di un mondo razionale, dove convivono fervori e squallori degli appetiti mondani, di là il magma dell’eccessivo, del soprannaturale, dove si agita confuso il sincretismo di religioni e rituali sacri. In questa dimensione ‘antropologica’ il tempo si sfalda e svapora. Gli intrighi, gli agguati, le apparizioni improvvise sono tipici della letteratura nordica, dove appunto scarseggia il sole; gli omicidi assolati come quello dello straniero di Camus, frutto di un delirio dello spirito, chiamano fondali meridionali o orientaleggianti, disseminati di templi antichi e pratiche magiche” ha raccontato Vincenzo Cerami.
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Certo, HP è nato a Rimini ma a Rimini ci è solo nato: la sua vita si è srotolata soprattutto a Venezia, in Argentina e a Londra. Però a Rimini ci è nato, anche se pochi lo sanno. Le origini sono già una premessa interessante per tutto quello che sarà. Un nonno, cresciuto a Venezia, ha origini anglo-francesi e una nonna veniva dalla Turchia. L’altro nonno è un ebreo sefardita emigrato dalla Spagna, poeta e podologo rinomato a Venezia in entrambi i campi, un tipo davvero speciale. Da questo nonno, callista e poeta, HP riceve una grande eredità: l’amore per la poesia. “Nella letteratura quello che mi tocca maggiormente è la poesia perché la poesia è sintetica e procede per immagini. Quando leggo, vedo le immagini, le percepisco a livello epidermico. Dietro alla poesia si nasconde una profondità che riesco a percepire immediatamente e, come nella poesia, il fumetto è un mondo d’immagini, si è obbligati a coniugare due codici e, conseguentemente, due mondi. Un universo immediato attraverso l’immagine e un mondo mediato attraverso la parola”.
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HP è Hugo Pratt.
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La serie di Corto Maltese comprende 32 storie di varia lunghezza, pubblicate, senza una periodicità fissa, nel corso degli anni da diversi editori. Il personaggio propone un prototipo di un eroe del tutto innovativo e lontano dai canoni dell’eroe classico e l’opera a fumetti della quale è protagonista si caratterizza per i temi adulti e per lo stile, per il contesto storico preciso e documentato e per le notazioni geografiche puntuali e coerenti, con riferimenti dotti e culturali disseminati nell’opera senza appesantire la narrazione e per la profondità della caratterizzazione di tutti i personaggi. La storia di esordio, Una ballata del mare salato – che si guadagna per la prima volta nella storia dei Comics la definizione di “Letteratura disegnata” – è ritenuta un classico del genere: apprezzato dalla critica e dal pubblico colto sin dagli anni Settanta, nel tempo il suo successo popolare è andato costantemente crescendo fino a fargli raggiungere lo status di personaggio cult.
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Corto Maltese (il cui nome, come dichiarò Pratt, appartiene all’argot andaluso e significa “svelto di mano”) nasce il 10 luglio del 1887 a La Valletta. Figlio di un marinaio di Tintagel, Cornovaglia, e di una gitana-prostituta spagnola detta la Niña di Gibraltar, bellissima, in passato modella del pittore Ingres. L’ignoto e la sensualità, il sale e la dolcezza voluttuosa del corpo. Due avventure – una per mare e una nei letti e tra le lenzuola – in una.
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Corto Maltese è un eroe al contrario: alla ricchezza preferisce libertà e fantasia. Un moderno Ulisse che porta i lettori a viaggiare nei luoghi più affascinanti del mondo. Il suo aspetto è inconfondibile: si veste all’uso marinaio con lungo paltò nero della marina, ampi pantaloni bianchi, gilet rosso chiaro, camicia bianca con il colletto alzato e una sottile cravatta nera. E porta spesso un cappello bianco con visiera.
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Oggi sono proprio queste storie che ci restano in eredità: il 20 agosto 1995 Hugo Pratt muore senza riuscire a vedere la sua creatura, Corto Maltese, finire protagonista in televisione di una serie animata. La sua tomba si trova alle porte del paese di Grandvaux, nel Canton Vaud in Svizzera.
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“Conobbi Rasputin, Jack London e tanti altri, imparai a ballare il tango a Buenos Aires, nelle Antille e in Brasile conobbi Esmeralda e i riti vudù. E poi ci furono le Indie, la Cina, le isole dei Caraibi fra pigre verande e sparatorie e quelle del Pacifico, con Escondida, la più strana fra tutte, fra monaci e corsari. Ho visto un treno carico d’oro precipitare in un lago ghiacciato in Mongolia, ho condiviso i silenzi del deserto con un guerriero, il verde e le lacrime con una bellissima fata irlandese, ho cercato gioielli e sogni impossibili lungo i canali e sopra i tetti di Venezia. Non sono un eroe, mi piace viaggiare e non amo le regole, ma ne rispetto una soltanto, quella di non tradire mai gli amici. Ho cercato tanti tesori senza mai trovarne uno, ma continuerò sempre, potete contarci, ancora un po’ più in là…”. Corto Maltese.
Alessandro Carli