
Dall’ipocrisia alla speranza. Piccolo discorso su “La morte di Ivan Il’ič”
Letterature
Massimo Triolo
La carriera di Franklin Pierce, audace avvocato, futuro quattordicesimo Presidente degli Stati Uniti d’America, prese a sbocciare insieme a quella dell’amico Nathaniel Hawthorne. Nel 1829, quattro anni dopo essere uscito dal Bowdoin College, Hawthorne pubblicò a sue spese il primo romanzo, Fanshawe. Insistette a restare anonimo, il libro non lo convinceva. Ambientato in un piccolo college di campagna, assai simile al Bowdoin, il romanzo aveva tra i protagonisti Edward Walcott, calcato su Pierce: un uomo aggraziato, dai lineamenti eleganti, che sapeva muoversi con agio in una “società raffinata” nonostante “le follie della gioventù, che spesso è propensa al vizio”.
Soltanto nel 1837, con la pubblicazione dei Twice-Told Tales, un bagliore di fama illuminò la vita di Hawthorne. La raccolta di diciotto racconti andò quasi del tutto esaurita, la critica elogiò l’autore per il suo “bel tono morale”, “la calma e potente dignità della dizione”. Eppure, nonostante le recensioni positive e il successo di vendita, Hawthorne guadagnò relativamente poco, senza alcuna certezza editoriale che potesse farlo stare tranquillo, prefigurando una tendenza che avrebbe scandito la sua carriera letteraria. La vita di Hawthorne stagnava proprio quando avrebbe dovuto esplodere: la palude sostituì le stelle.
Divenuto senatore nel 1837, Pierce riconobbe che l’antico amico aveva bisogno di aiuto. Allora ‘complottò’ con i vecchi compagni del Bowdoin, Horatio Bridge e Jonathan Cilley, entrambi in carriera politica o militare, per aiutare Hawthorne. Si pensò di affidare allo scrittore un incarico federale per servire come storico nell’ambito di una spedizione nei mari del Sud, recentemente approvata dal Congresso. Hawthorne accettò l’offerta con entusiasmo, confidando al poeta Henry W. Longfellow (altro ex compagno del Bowdoin) di sentirsi isolato, con un potente desiderio di avventure. “Non ho ancora vissuto, non ho fatto altro che sognare di vivere”. Sebbene Bridge allertasse Hawthorne riguardo alla difficoltà di ottenere quell’incarico, lo rassicurò: Pierce avrebbe fatto di tutto per aiutarlo. L’incarico, infine, non si materializzò, lasciando Hawthorne più frustrato, e più povero.
Lo scrittore ebbe maggior successo, per così dire, in amore. Nel 1837 aveva incontrato l’illustratrice e trascendentalista Sophia Peabody; si fidanzarono l’anno dopo. Due anni più tardi, poco prima che Pierce lasciasse il Senato, Hawthorne, ancora celibe, finì per trasferirsi a Book Farm, una comune utopica fondata dal ministro unitario George Ripley, dove avrebbe incontrato Ralph Waldo Emerson e Henry David Thoreau. Sebbene Hawthorne non si accordasse al trascendentalismo, pensò che vivere a Book Farm gli avrebbe consentito di risparmiare denaro per sposare Sophia e avere tempo per scrivere. Ben presto, si rese conto di aver commesso un grosso errore. Il compito che gli era affidato nella comune era quello di spalare e trasportare il letame nei campi. Un calvario che gli ulcerava le mani di vesciche e gli dava poco tempo per scrivere.
Il solitario Hawthorne detestava le continue attività sociali. Secondo Georgiana Kirby, una residente a Book Farm, “Nessuno era fuori posto più di lui in quella comune… era morbosamente timido, riservato, doveva essere protetto dai propri simili…”. Dopo sei mesi, Hawthorne lasciò Book Farm, deluso, esausto, al verde.
Nonostante la miseria a Book Farm, Hawthorne si era convinto: avrebbe sposato Sophia. Il matrimonio fu celebrato il 9 luglio del 1842; gli sposi si trasferirono a Concord, Massachusetts. Avrebbero avuto un matrimonio lungo, solido, felice; Hawthorne avrebbe continuato ad avere problemi economici di ogni tipo. Finché non intervenne Pierce. Nel 1844 Pierce e Bridge fecero visita a Hawthorne: in una lettera Sophia li ricorda come “ministri della Provvidenza”, inviati a sanare la rovina finanziaria degli sposi. Bridge fece un prestito di cento dollari alla coppia; Pierce iniziò a trafficare nei gangli del governo federale per trovare lavoro a Hawthorne. Hawthorne era un democratico jacksoniano, Pierce cercò di aiutare l’amico sfruttando le sue conoscenze politiche, cruciali in quel periodo. Pierce stava conducendo la campagna per James K. Polk, che nel 1845 sarebbe stato eletto Presidente. Una volta che Polk fu approdato alla Casa Bianca, Pierce riuscì a ottenere per Hawthorne un posto come ispettore alla dogana di Salem e di Beverly. Il posto non rese ricco Hawthorne: gli consentì, tuttavia, una certa stabilità finanziaria e dunque l’opportunità di continuare a scrivere come desiderava. Grazie alla generosità di Pierce, Hawthorne evitò di cadere in una disperazione profonda, una follia del destino che lo assalì ancora, negli anni a venire.
Contestualmente, Pierce chiese a Polk un incarico per combattere nella guerra messicano-americana che era scoppiata nell’aprile del 1846: sapeva quanto fosse vitale il servizio militare per l’ascesa politica. Polk, per ripagare i favori della campagna elettorale, accontentò Pierce. Inviato a Vera Cruz, Pierce guidò le proprie truppe, un reggimento di volontari del New Hampshire che contava 2.500 uomini circa, per un viaggio sfiancante di 150 miglia, in territorio nemico, con lo scopo di unirsi alle truppe del generale Winfield Scott, con rifornimenti e munizioni. Per la maggior parte del tempo, malattie e ferite gli impedirono di combattere nelle battaglie campali. Durante la battaglia di Contreras, Pierce fu sbalzato dal cavallo, si ferì a una gamba, svenne dal dolore. Gli oppositori politici, per questo, non smisero di sfotterlo con il nomignolo “Fainting Frank”, Frank che sviene. Tuttavia, alla fine del 1847, Pierce rientrò in patria accolto come un eroe.
Due anni dopo, nel ’49, con l’ascesa di Zachary Taylor, Whig, alla Casa Bianca, Hawthorne fu licenziato dalla dogana di Salem: sfruttò l’incidente per scrivere La lettera scarlatta. Pierce, contravvenendo ai desideri della moglie, Jane, che rifiutava di recitare da first lady, lasciò l’attività giuridica per gareggiare nella campagna elettorale. La morte del terzogenito, Benjamin, falciò Pierce, ma non lo fece arretrare dalla lotta politica. Hawthorne lo aiutò redigendo la sua biografia. Quando, nel 1853, Pierce fu eletto Presidente degli Stati Uniti, nominò Hawthorne console americano a Liverpool. Per la prima volta nella sua vita, Hawthorne poté vivere, viaggiare. Compiva cinquant’anni. Dall’Inghilterra, visitò la Francia, l’Italia; approdò a Roma nel 1858, quando l’amico Herman Melville, roso da inquietudini ancestrali, approdava in Terra Santa. Dedicò Our Old Home, pubblico nel 1863, che raccoglieva una serie di English Sketches, al caro amico, l’ex Presidente degli Stati Uniti. Terminati gli incarichi politici, dal 1857, Pierce si ritirò a vita privata, a Concord. All’epoca la consueta ferocia si alternava a uno strano pudore, al gusto del tramonto.
*Questo articolo si basa, con qualche variazione, sul libro di Gary Ginsberg, “First Friends”, 2021