16 Settembre 2021

Giudo Morselli entra in teatro: una vita in scena

“Io sopravvivo. Dunque sono stato prescelto, o sono stato escluso. Niente caso: volontà. Che spetta a me interpretare, questo sì. Concluderò che sono il prescelto, se suppongo che la notte del 2 giugno l’umanità ha meritato di finire, e la “dissipatio” è stata un castigo. Concluderò che sono l’escluso se suppongo che è stata un mistero glorioso, assunzione all’empireo, angelicazione della Specie, eccetera. È un’alternativa assoluta, ma mi si concede di scegliere. Io, l’eletto o il dannato. Con la curiosa caratteristica che sta in me eleggermi o dannarmi. E bisognerà che mi decida” (Guido Morselli).

Il protagonista di Dissipatio H.G. aveva deciso di farla finita, di togliersi la vita, in uno strano laghetto, in fondo a una caverna, in montagna. All’ultimo momento, un ripensamento e la decisione di tornare indietro. In quella parentesi, quel breve intervallo, il genere umano (H.G.: Humani Generis) è scomparso. Volatilizzato. Anche il suo autore è scomparso prima che la sua opera letteraria fosse pubblicata, dopo solo un anno dalla morte, avvenuta nella notte tra il 31 luglio e il primo agosto, 1973. La notte in cui lo scrittore aveva deciso di togliersi la vita. Certamente assai prima che la pandemia ci rendesse familiare quell’immagine di una città deserta, che si legge in Dissipatio H.G. e sbriciolasse le nostre esistenze. Ma chi era davvero Guido Morselli, scrittore profetico, di cui da diverso tempo abbiamo iniziato a guardare con ammirazione se non con stupore? Dell’autore misterioso e affascinante del capolavoro Dissipatio H.G., Guido Morselli (Bologna, 1912 – Varese, 1973) va in scena la vita solitaria, enigmatica, grazie a una importante produzione di Theama Teatro, nel Teatro Metropolitano Astra della Città di San Donà di Piave, il prossimo 25 settembre. Lo spettacolo si intitola Un pacchetto di Gauloises, proprio come la biografia che Linda Terziroli ha dedicato, in tempi non sospetti, a Guido Morselli (Castelvecchi, 2019) ed è inserito nel progetto A CASA NOSTRA, un’iniziativa della Fondazione Teatro Comunale di Vicenza, in accordo e con il sostegno della Regione del Veneto, in collaborazione con Arteven Circuito Teatrale Regionale con il Teatro Stabile del Veneto, con la coordinazione artistica del progetto a cura di Giancarlo Marinelli, scrittore e regista veneto. Mettere in scena la vita di un autore postumo, è possibile? Mettere in scena la vita di qualcuno è mai possibile? Lo abbiamo chiesto al regista vicentino, Piergiorgio Piccoli, che da oltre un anno lavora alla sceneggiatura di questo spettacolo, di concerto con l’autrice della biografia morselliana, la varesina Linda Terziroli.

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Come è nata l’idea di dedicare uno spettacolo alla vita di questo scrittore solitario, ai margini dei cenacoli letterari, incompreso e postumo?

“È nata perché questo romanzo, Dissipatio H.G., è nel mio cuore da quarant’anni, da quando, poco più che ventenne, l’ho divorato pensando che, dopo aver riempito quelle pagine, l’autore decise di sparire dal mondo. Una vera anticipazione intellettuale di un gesto apparentemente istintivo ma, nella realtà, molto razionale. Pur senza comprendere tutte le citazioni filosofiche e letterarie, questo scritto mi è entrato subito dentro e per sempre. L’ho riletto, consigliato, l’ho conservato in più copie nella mia libreria per poterlo sempre prestare. Nonostante poi il tempo abbia offerto alla mia lettura molti altri capolavori, questo romanzo è rimasto basilare nella mia formazione. Rispecchia il mio carattere, diviso fra malinconia, solitudine interiore e desiderio di cogliere piccoli segnali e grandi suggestioni dal mondo circostante, e poi tradurle in racconto benefico. Il tutto per allontanare lo spettro della morte. Al contrario di Guido Morselli, infatti, il mio carattere mi porta a combattere il desiderio di isolarmi con la condivisione e la forza del gruppo, e il teatro mi ha molto aiutato a non incrementare il solipsismo. L’idea di mettere in scena la vita di Morselli, infine, è nata proprio da un vostro articolo, che definiva Morselli come una specie di autore veggente, un anticipatore della solitudine globale e pandemica”.

Quali sono le caratteristiche di questo spettacolo? I suoi punti di forza? Quali le difficoltà di mettere in scena la vita di uno scrittore suicida?

“Ci auguriamo che il punto di forza di questo spettacolo sia la semplicità: anzitutto la parola, che dovrebbe essere sempre evocatrice di immagini e suoni che ci riconducono ai suoi molteplici significati. Si racconta la storia di un uomo estremamente dotato che non riesce ad ottenere quel riconoscimento che gli spetta, e che in fondo ritiene di meritare, senza dover ricorrere a compromessi nelle relazioni e nelle transazioni in ambito culturale. Un uomo che sa di valere, ma non riesce a farsi valere, nemmeno con la famiglia, che per lui è un elemento di vita giudicante e condizionante. Bella storia di umanità, mi pare. Poi le suggestioni suggerite dalle immagini e dai suoni che, senza prevaricare il racconto, regalano la giusta sottolineatura a quella magistrale vetrina di personaggi tenuta insieme dal filo della scrittura di Linda Terziroli”.

L’anno della pandemia, che ha fatto riscoprire autori poco noti come Guido Morselli, non ha ancora permesso una vera propria ripresa del teatro. Quali sono stati gli ostacoli nella produzione di questo spettacolo?

“È stato rimandato più volte durante la pandemia, tanto che ogni volta ci sembrava di aver perso il giusto orientamento del lavoro per poi scoprirne un altro, e poi un altro ancora. Ora, in base anche ai termini del progetto, abbiamo pochi giorni di prove, ma siamo sicuri che la presenza/assenza di Guido Morselli saprà farci tenere la rotta per poter offrire al pubblico uno spaccato dignitoso della sua vita, all’insegna della frugalità di cui lui sapeva essere maestro”.

Quali sono le prossime date dello spettacolo?

“Lo spettacolo sarà replicato in autunno a Vicenza, la nostra città, e poi ci auguriamo che possa essere accolto, magari in forma ridotta, proprio a Varese”.

Pensate di occuparvi ancora di altri autori della letteratura?

“Lo abbiamo sempre fatto e continueremo a farlo. Abbiamo lavorato già su Calvino, Pratolini, Piovene, Fogazzaro, Parise, Rigoni Stern, e poi le sorelle Bronte, Kafka, Céline, Kundera e molti altri ancora”.

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