15 Settembre 2022

“Non c’è abbastanza reale per la mia sete!”. Benjamin Fondane, l’irraggiungibile

È passato molto tempo
da quando lo spettacolo della Storia è iniziato
avevamo già dimenticato gli inizi
le favolose origini,
quando sono nato nel mondo
nel mezzo della Trama
come un evento pianificato da tempo
eppure come una sorpresa
un personaggio inquietante
che potrebbe lasciare tutto a posto, che potrebbe cambiare tutto,
il senso dell’azione, la cornice degli impulsi,
che aveva sul testo sempre stabilito
l’ascesa prodigiosa, strano nella vita
il diritto di balbettare le battute migliori
d’improvvisare un mondo ai margini dell’Autore
e improvvisamente, nonostante il Piano,
introdursi nel personaggio
urlando, stizzito, al pubblico delle logge
«Non c’è abbastanza reale per la mia sete!».

Benjamin Fondane

Il Fondane poeta è una scoperta irrequieta e fondamentale per chiunque voglia cimentarsi nel periplo delle parole. È tutto nuovo con lui: il linguaggio, tremendamente originale, porta ad approdi inimmaginabili; eppure, proprio per questo, godibili e spendibili nella mente come sulla lingua. Qui ho voluto tradurre uno stralcio da Prefazione, tratto dal suo Ulisse, che non so bene ancora se definire poema o Poesia.

A discapito di tutto, Fondane inventa parole nuove usufruendo di quelle vecchie, le solite, eppure talmente pregne di significato da far stupire persino il giovane lettore. Come appunto dire che si viene al mondo “come un evento pianificato da tempo/ eppure come una sorpresa”.

I suoi versi sono, rappresentano l’imprevisto, non smentiscono mai l’originalità; poiché non possono fare a meno di dire ciò che il protagonista effettivamente è: un uomo errabondo e elettrico, talmente affamato e assetato dalla vita, in quanto esule; in quanto la realtà va ben oltre una semplice ubriacatura. Benjamin Fondane è dunque l’irraggiungibile, l’inarrivabile. Meno male che è esistito. Fortunatamente, ha creato e scritto molto ‒ per il mondo, per il lettore del futuro ‒ soprattutto, ma non solo, poesia.

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