30 Maggio 2019

Imperniato sull’invariabile. Ezra Pound ha studiato la Cina prima di tutti: è ora di riscoprire il suo Confucio “proibito”

Nel 1949, nel Postscriptum a Guide to Kulchur, Ezra Pound mette in cima ai libri da usare “come sestante”, cioè come orientamento nel mondo disastrato, “Confucio e Mencio”,I Quattro Libri contengono le soluzioni di tutti i problemi di condotta che possono sorgere”. Il problema di Pound è fondere l’atto allo scritto, il gesto lirico con la scelta di vita, l’etica all’estetica. Agire sulla grammatica significa plasmare la Storia, la parola è un corpo.

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Quando Ezra Pound comincia, politicamente, a crollare, sfinito dalla Storia, si aggrappa a Confucio. “Nessun filosofo fu così conscio delle basi etiche necessarie all’organizzazione statale”, scrive Pound, dando lettura poliedrica del saggio cinese, “a chi volesse confrontare la dottrina e il metodo di Confucio col pensiero occidentale”, citando il De Vulgari Eloquentia, l’Etica Nicomachea di Aristotele, l’Odissea. Il Chung Yung. L’asse che non vacilla di Confucio, secondo la versione di Pound, è pubblicato nel 1945 per le Edizioni Popolari, a Venezia, ma “fu dato quasi interamente alle fiamme subito dopo la Liberazione perché sospetto di propaganda in favore dell’Asse Berlino-Roma-Tokio” (Mary de Rachewiltz nella Cronologia al ‘Meridiano’ Mondadori che accoglie le Opere scelte di Pound).

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L’interesse di Pound per la poesia cinese è antico, si sa: nel 1915 escono le sue traduzioni-riscritture di alcune liriche classiche in Cathay, libro magnetico, fondamentale per gli ‘imagisti’. L’anno dopo questo vagabondo dei linguaggi mette testa nel teatro ‘No’ giapponese, con complicità di William B. Yeats. Ma Confucio – cioè: la fusione tra prassi politica e visione estetica – gli accade durante il Fascismo, durante il crollo. Confucio, piuttosto, è l’unico interlocutore di Pound durante la prigione nel campo di Pisa e poi nel manicomio criminale di Washington (“Il 3 maggio due partigiani vengono a prelevarlo. Si mette in tasca il volume di Confucio che stava traducendo e li segue”).

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Gli Analecta di Confucio escono nel 1951 e, a dire della figlia Mary, sono un libro miliare: “Sta negli Analecta la risposta al silenzio di Pound: una forma di sincerità elevata al grado di atarassia oltre la definizione originaria di Democrito e della dottrina atomistica, a cui si era a lungo esercitato”. Nel 1954 il lavoro continua con la pubblicazione di The Classic Anthology Defined by Confucius, cioè “L’antologia classica cinese”, come è pubblicata nel 1994 da Scheiwiller. Costruire una tradizione culturale, coinvolgere il potente nella prassi letteraria: Pound vuole sostituire Confucio a Gramsci?

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Nel 1985 Alfredo Giuliani firma su la Repubblica un articolo su Ezra Pound, “il personaggio più bizzarro e più anomalo della poesia di questo secolo”, dal titolo fin da subito fuorviante, Per Confucio eia eia alalà. Secondo Giuliani, il poeta “proietta su Mussolini e sul fascismo il paradigma mitico di Confucio e della sua società gestita da buon governo!”. Se è per questo, anche Mao Tse-Tung si rivolgeva allo ‘statista’ Confucio per operare il proprio ‘buon governo’. In realtà, il lavoro dentro Confucio – che dura quanto l’internamento di Pound – ha esiti poetici assoluti, nella Section: Rock-Drill dei Cantos, ad esempio, pubblicata nel 1955. In quello stesso anno, in cui Pound ne fa 70, Vanni Scheiwiller – che di anni ne ha 21 – si fa promotore di una petizione per liberare il poeta. L’esito, parziale, è un articolo di Giovanni Papini sul ‘Corriere della Sera’ (titolo: Domandiamo la grazia per un poeta), una sfilza di firme raccolte (quelle, tra gli altri, di: Riccardo Bacchelli, Attilio Bertolucci, Carlo Betocchi, Piero Bigongiari, Giorgio Caproni, Emilio Cecchi, Libero de Libero, Alfonso Gatto, Virgilio Giotti, Piero Jahier, Carlo Levi, Mario Luzi, Eugenio Montale, Alberto Moravia, Marino Moretti, Aldo Palazzeschi, Giovanni Papini, Alessandro Parronchi, Enrico Pea, Sandro Penna, Vasco Pratolini, Mario Praz, Salvatore Quasimodo, Clemente Rebora, Umberto Saba, Camillo Sbarbaro, Vittorio Sereni, Ignazio Silone, Leone Traverso, Giuseppe Ungaretti, Elio Vittorini, Cesare Zavattini), ma nessun esito di sostanza (qui un articolo di Carlo Pulsoni sul tema).

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In Rock-Drill, in suprema coincidenza, l’ideogramma dialoga con il geroglifico, l’annotazione medioevale con le citazioni in greco, Roosevelt con Zeus, Brancusi con l’epoca T’ang. Alcuni brandelli poetici hanno la leggerezza di ritratti sull’acqua.

che il corpo di luce esca dal

            corpo di fuoco

E che gli occhi tuoi salgano in superficie

                    dal profondo immersi,

Reina – per 3 secoli,

             e ora sprofondati

Che i tuoi occhi escano dalle grotte

                illuminando

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Anche Thrones, anche i Drafts & Fragments sono aureolati dall’affinità con Confucio. Piuttosto, la lettura di Confucio precisa la delicatezza epigrammatica di Pound, parole dove ferocia e grazia si temperano.

Cadono ragni e scorpioni!

Fa luce contro il veleno che cade!

Un vento di tenebra s’abbatte sulla foresta

               la candela oscilla

                              fievole

Lux enim –

               contro questa tempesta.

La forma di marmo fra i pini,

               L’altare intravisto

dalle radici di sequoia

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I libri di Pound intorno a Confucio, pubblicati da Scheiwiller, gli Analecta e L’antologia classica cinese, dovrebbero tornare in auge – che lungimiranza sfondare la Cina nel suo cuore. Invece. Li dicono fuori catalogo o esauriti. Di Pound si dice tanto, si pubblica un po’ a caso, ciascuno squarta il poeta dal lato che più gli conviene. Ma sentite che bello il Confucio-Pound: “L’uomo di razza s’impernia sull’invariabile e ha fede. Ritirarsi dal mondo non visto, senza essere irritato, la sua sapienza ignota, solo il santo o il savio possono farlo”. (d.b.)

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