Franz Krauspenhaar è un pazzo scatenato. Cosa si potrebbe dire, del resto, dell’uomo che ha scritto un testo geniale come Grandi Momenti, uscito qualche anno fa per la NeoEdizioni! Ma direi che ciò era già chiaro ai suoi lettori. Il problema di questo autore è, casomai, che non vuole limitarsi ad aver unicamente dei lettori. Da un po’ di tempo, infatti, gli piace anche andare alla ricerca di ascoltatori. Ha dato pertanto inizio a un altro folle progetto, parallelo a quello narrativo e poetico, chiamato Nerolux. In sostanza, Franz si è messo a cantare e suonare, facendo musica elettronica. Quando gli ho chiesto: “Scusa, ma alla tua età ti metti a suonare musica elettronica?”, candidamente mi ha risposto: “Ma perché non te ne vai a fare in culo, sono più giovane di te, vecchio scarpone”. Probabilmente, pur dicendo stronzate sul piano anagrafico e malgrado la citazione da Calibi, da un certo punto di vista ha ragione – io l’ho sempre saputo.
Così, quando mi ha mandato il suo nuovo singolo, Estate, una cover del grande Bruno Martino, dopo averlo ascoltato, in preda alla folgorazione intellettuale che solo lui sa darmi, l’ho chiamato, formulando al volo una breve intervista per far conoscere ai suoi lettori anche questo aspetto della sua produzione.
Cominciamo da questa tua scelta: perché un tributo a Bruno Martino?
Questo è il singolo di un album che dovrebbe intitolarsi un po’ ironicamente, con un richiamo a Pavarotti, Nerolux and Friends. Si tratta infatti quasi esclusivamente di duetti. In Estate collaboro con un talentuoso produttore di musica elettronica. Io ho gusti molto vari e Bruno Martino mi piace da sempre. Il pezzo, malinconico e dolce nella versione del grande cantautore romano, qui diventa un cantato cupo, farfugliato, instabile, all’interno di un arrangiamento strumentale piuttosto dark ambient o disco. Ho tentato di mettere insieme due mondi molto distanti. A mio parere il risultato non sfigura rispetto all’originale, perché c’è amore per quel pezzo, per quel mondo notturno dei night in cui si muoveva Bruno. Però, qui il dolore diventa quasi assillante e credo spiazzante – come sempre io sperimento. Non mi resta che incrociare le dita.
Come spiegare un cantato così cupo che a tratti si fa smozzicato, fino a nascondere parti del testo originale?
Questo brano è una specie di pezzo iconico e ha la mia età, più o meno. Il farfugliamento è quello di qualcuno che non ricorda o ricorda solo parzialmente, quasi come se il protagonista di questa cover, trascorsi oramai sessant’anni, avesse dei buchi nella memoria.
Come che ti è venuta questa passione per la musica elettronica?
È una passione antica, che risale all’adolescenza, alla scoperta dei Kraftwerk e dei Neu, un gruppo meno conosciuto dalle masse, che mescolava elettronica a momenti di follia punk. E pian piano ho cominciato ad ascoltare anche altre cose. Sono arrivato a fare dell’elettronica a cinquant’anni perché mi annoiavo. Non sono un musicista fatto e finito, non so leggere la musica, ma me la cavo a orecchio e anche grazie alla tecnologia. Suono tutto su keyboard e tastiere virtuali, per esempio percussioni, bassi, piano e sintetizzatori. Ho iniziato a praticare la musica con un po’ di ritardo, anche perché, come ti ho detto in una precedente intervista, “mi sono rotto i coglioni della letteratura.” Che poi non è del tutto vero. Anzi, sto riprendendo, ho un romanzo nuovo in valutazione. La musica è diventata un impegno altrettanto serio, nonostante nel settore non mi conosca quasi nessuno. A me piace sperimentare con gli strumenti che ho, che sono soprattutto la buona conoscenza del patrimonio musicale. Dal punto di vista tecnico mi arrangio, malgrado la mia tendenza al perfezionismo…
Quali sono le affinità tra musica e letteratura?
Le affinità tra le due arti? La musicalità.
Poeta, romanziere, e adesso pure compositore: dì la verità, non hai ancora deciso cosa fare da grande, vero, giovanotto?
Sì, non essendo per niente grande vado avanti giorno per giorno. Ci vuole un po’ di incoscienza, per forza.
Matteo Fais
*La canzone di Franz Krauspenhaar la potete ascoltare qui.