Esiste il Teatro e basta. Piccolo discorso su “La stranezza” di Roberto Andò
Teatro
Franco Acquaviva
“Per quanto possa ricordare ho avuta un’infanzia felice. Poi crescendo ho iniziato a pormi delle domande e insieme alle domande è arrivato il dolore”. La prima frase squarciante che sentite in questo film. Sappiamo benissimo che porci delle domande apre varchi di sangue e pulsazioni, che alla domanda sull’esistenza si risponde con la vita stessa. A volte sopravvivendo semplicemente, a volte per altri sacrificandola per intero. Elisa e Marcela è un film di Isabel Coixet uscito nel 2019, narra la storia vera e dimenticata del primo matrimonio lesbico autorizzato e mai negato della storia, siamo nel 1901. Questo film è rigorosamente in bianco e nero e questo sembra indicarci che la scelta determina sempre una esclusione, o bianco o nero, non si abitano stadi intermedi, i livelli di grigio hanno un termine, l’occhio ne percepisce al massimo venti. Scegliere è anche limitazione.
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L’assenza del colore però non toglie niente a questa narrazione, anzi la rende più estrema e assoluta, nella sua radicalità, nel tentativo di Elisa e Marcela di seguire la vita nella forma che a loro era stata concessa. La seconda frase, “Posso accarezzarti il viso?”: nel tocco si riconosce la memoria del sangue, il contatto fisico è sempre un atto indomabile e sconfinante. Nel momento in cui la pelle si tocca allora l’energia si mischia, siamo più simili, al dolore possiamo porre un rimedio, una tregua. E il tocco sarà anche il primo metodo di conoscenza che avranno Elisa e Marcela: nel tentativo di asciugare dalla pioggia Marcela, Elisa le sfrega il corpo con un asciugamano. Non è il gesto spettacolare che pone lo scarto tra un tocco amicale e uno sensuale, sta invece nel quotidiano, nella minima apparente distrazione della durata. Le mani indugiano, gli occhi si fanno fissi ma si trema fino al nero delle pupille, ai lati della bocca scappa un sorriso.
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Una storia questa di Elisa e Marcela che ci ricorda il potere dimenticato del desiderio. Desiderare è il primo atto di amore, è la prima consumazione del piacere che però possiamo ripetere nella nostra testa all’infinito. Dal punto estremo del desiderio Marcela, la più giovane, si getta senza sapere esattamente perché, segue il flusso, apre le braccia credendole ali. Il desiderio è una sorta di terreno sicuro, un giardino incantato ma recintato. Possiamo far entrare chi amiamo e dettare noi le regole, nel desiderio siamo noi i signori del castello, noi gli stessi carcerati. Il desiderio però può anche consumare fino a sfinirci, può esaurire il resto, il terreno oltre il perimetro può seccarsi. Ma Elisa e Marcela si gettano insieme, le ali prendono fuoco, almeno lo fanno insieme. Tentano un atto di volontà, ci riescono.
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Votare la vita all’amore – a un amore considerato malato e mostruoso all’epoca, e siamo solo cento anni fa – è un atto di desiderio che si spinge fino alla volontà, porta quindi il sacrificio. Se volete ricordarvi cosa significhi tentare un amore completo allora guardate questo film, non c’è volontà senza prima desiderio, non c’è passione senza amore. Tutto è incastrato nella stessa forma, tutto richiede un estremo dolore. Elisa e Marcela ci ricordano che non si può volere tutto di un amore se non si è pronti a togliersi tutto, a spogliarsi persino della libertà. La loro storia ci insegna che amare significa espropriarsi della propria identità se c’è un bene da difendere, da preservare. Essere agnelli e carnefici, stare sull’altare del sacrificio, non sapere fino all’ultimo chi sarà dalla parte del coltello, chi del collo offerto.
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Il film lo trovate su Netflix per volontà della regista Isabel Coixet: ha scelto di utilizzare un canale semplice per avere massima diffusione. Ha lavorato per anni a questo progetto, con difficoltà incredibili lo ha portato a termine. L’intera troupe è femminile. Un film fatto interamente da donne, che ha protagoniste due donne, che spalanca a chiunque le palpebre. Elisa e Marcela è un film che ci strappa dalla comodità: desideriamo tutto ma siamo pronti a volerlo davvero?
Clery Celeste