
“Sineddoche Torino”: il futurismo & gli incubi di Lovecraft. Leggere (se riuscite) per credere
Libri
Francesco Maria Pianese
Da tempo pensavo a Eliot Weinberger. Poeta americano, newyorchese, nato nel 1949, i suoi libri vengono regolarmente pubblicati dalla New Directions, mitica casa editrice fondata da James Laughlin, poeta, allievo di Ezra Pound (il quale, di fatto, ha dato slancio all’attività con diversi titoli). L’ultimo libro di Weinberger è affatto singolare: s’intitola The Life of Tu Fu e racconta, in brevi prose liriche, ad alpeggio etico, la vita di uno dei più importanti poeti cinesi di ogni tempo, Tu Fu (o Du Fu), appunto. Vissuto in epoca Tang, nell’VIII secolo, amico di Li Po – altro ‘immortale’ della lirica cinese – ha vissuto le glorie e i disastri del suo tempo: funzionario dell’impero, subì la guerra, la latitanza, la malattia; ebbe figli, cinque; lo dicono, per sapienza letteraria e virtuosismo tecnico, un Virgilio. Weinberger ricostruisce – parole sue – “l’autobiografia immaginaria di Tu Fu, derivata dai pensieri, le immagini e le allusioni della sua poesia”. Tu Fu è uno dei grandi pionieri della poesia cinese classica: la perizia calligrafica del paesaggio si fonde ai deliri dell’anima, al deragliamento delle emozioni.
Nella ricerca linguistica – di rara pulizia – Eliot Weinberger si muove entro i portali di una tradizione solidissima: l’orientalista Arthur Waley – che ha tradotto, di fatto, l’intera gamma dei classici di Cina e Giappone –, Laurence Binyon, poeta esperto in ‘fughe’ ad Est, Amy Lowell, autrice di una riuscita traduzione della poesia cinese antica, Fir-Flower Tablets; ma soprattutto Ezra Pound, estroso, avventuriero esploratore della letteratura di Cina, che nel 1915, con Cathay, pubblica una selezione dei ‘suoi’ poeti cinesi. L’imitazione, in Weinberger, è appropriazione: i suoi paragrafi a odor di susino non danno l’idea di una Cina su ceramica occidentale, recano una diversa verità. Forse, lo ‘spirito’ di un luogo, la sua autenticità, esistono perché è un estraneo a riconoscerlo, a decifrarlo: Marco Polo, Matteo Ricci, Victor Segalen, Saint-John Perse…
Ad ogni modo, Alessandro Burrone mi ha battuto sul tempo, traducendo alcune lasse del poema in prosa, pubblicate sulla rivista “Poetry”; le ricalco in appendice.
La passione di Weinberger per i classici cinesi, tra l’altro, non è peregrina, occasionale, spuria. Nel 1987 l’autore ha pubblicato un libro di ‘poetica della traduzione’, Nineteen Ways of Looking at Wang Wei: How a Chinese Poem Is Translated; nel 2003 ha curato – sulle tracce di Pound – la monumentale The New Directions Anthology of Classical Chinese Poetry, accogliendo traduzioni di ‘Ez’, William Carlos Williams, Kenneth Rexroth, Gary Snyder, dimostrando “l’enorme influenza della poesia cinese classica sui poeti statunitensi”. Traduttore di intransigente creatività, Weinberger ha sancito, fin da ragazzo, un sodalizio con Octavio Paz – poeta messicano, tra i grandi del secolo, Nobel nel 1990 – di cui ha tradotto i libri più importanti; ha lavorato nell’opera di Vicente Huidobro – voltando in inglese il poemetto Altazor – ha tradotto Jorge Luis Borges (Seven Nights e Selected Non-Fictions) e i libri di Bei Dao, tra i grandi poeti cinesi viventi, voce dell’esilio.
Non è poeta inerte, Weinberger: in What Happened Here: Bush Chronicles (2005) riformula l’idea stessa di ‘saggio’, mescolando cronache a poemetti ‘civili’, documento e fiction, per compiere una serrata critica al governo Bush, all’invasione in Iraq, “all’invenzione della Guerra al Terrore e al terrorismo”. Uno dei più roboanti poemi di Weinberger s’intitola Fragments from Lost Zoroastrian Books, attacca così:
“Lì dove sorge il sole
*
Sul filo del rasoio
*
Di conoscenza, non di amore
*
Molteplici varianti di grano
*
I buoni pensieri li penso; le buone parole le dico; le buone azioni le compio. Il male controvoglia lo medito; controvoglia dico le malvage parole; controvoglia compio le cattive azioni.
*
Pelle sulla testa
[…]
Testa d’uomo
[…]
Osso nel cranio
[…]
Sfregi che […] il cranio ne è segnato
*
Uno che ogni parola accetti
*
thwam khratus [ignoto il senso]
*
Il bue si è sollevato, partorisce la terra
*
Diventa più violento di così
*
Anche scoperto, perfino nudo, perpetua il canto
*
Egli ha fatto salubri le acque, salvifiche le piante
*
E il Paradiso: luce sconfinata, felicità immeritata”
Nel dissacrato mondo, setacciare un ‘santo’ che non ha linguaggio né lignaggio, che non ha zampe né denti: questo procedere per steli e stilizzazioni visionarie, per miti di Cthulhu, mi affascina. Il poeta: immagina il mito che sarà, nell’uomo alienato, decapitata la poesia, verbo a bocconi, saturo. Candeliere di fuochi fatui.
In uno dei suoi libri più belli, sempre estranei al governo editoriale recente, Angels & Saints (2020), Weinberger passa dalle agiografie all’angelologia, guidato dall’opera di Rabano Mauro. Opera d’amanuense, quella di questo inclassificabile sapiente; che toccare l’angelo sia tremendo ce lo ricorda, da quasi cinquant’anni, Cristina Campo: nella creatura celeste preponderante è la bestia, la ferina obbedienza. Angelo con il becco, che tortura, infilandosi nell’eremo segreto dell’uomo.
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Da “The Life of Tu Fu”, Eliot Weinberger
They say this is the only tree in the world that has these pears, for these pears have no desire to propagate elsewhere.
I thought of the Old Man Who Called His Chickens. He had hundreds of chickens, each with its own name. He could call its name and the chicken would come. I thought of him when all the candidates, including me, failed the exam.
Dicono che questo sia il solo albero al mondo che abbia simili pere, siccome le sue pere non hanno alcun desiderio di propagarsi in altri luoghi.
Pensavo al Vecchio Uomo che Chiamava i suoi Polli. Ne aveva a centinaia, ciascuno con il suo nome. Poteva chiamarli uno ad uno, dicendone il nome. Ho pensato a lui quando tutti i candidati, me incluso, non hanno passato l’esame.
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In the Eastern Capital it is tiring being clever.
Chanting poems in the Hall of Gathering Kingfisher Feathers, drinking in the Pavilion for Gazing at Clouds.
I thought of the poet Hsi K’ang, who was often told that he was talented but unwise. Just before he was executed, he wrote the poem “Now I Am Ashamed.”
Nella Capitale Orientale è fatica essere intelligente.
Recitando poesie nella Sala della Raccolta di Piume del Martin Pescatore, bevendo sotto il Padiglione per Osservare le Nuvole.
Pensavo al poeat Hsi K’ang, a cui spesso veniva detto di essere un uomo di talento ma non di prudenza. Poco prima di essere giustiziato, scrisse la poesia “Ora provo vergogna”.
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These days I’m already sad before I get drunk and drunk I have no place to go.
I tug at my robe but it still won’t cover my shins.
They say immortals eat cloud-seed rice, which is shattered mica.
I thought of Wang Hsien-chi. When thieves broke into his house, he asked them not to take his tattered green rug.
Di questi giorni sono già triste prima di ubriacarmi e ubriaco non ho alcun posto dove andare.
Mi tiro la veste, ma ancora non riesce a coprirmi gli stinchi.
Dicono che gli immortali si cibino di riso da semina delle nuvole, che è mica frantumata.
Pensavo a Wang Hsien-chi. Quando i ladri fecero irruzione nella sua casa, li pregò di non prendere la sua cenciosa coperta verde.
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The music stops; moonlight shines on the planks of the floor.
Send me a letter.
La musica si ferma; raggi di luna illuminano le assi del pavimento.
Scrivimi una lettera.
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I have a hard time repeating what everyone else says.
Mi viene difficile ripetere quello che tutti dicono.
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There are no men left; they’re conscripting boys.
The chubby ones have mothers saying goodbye; the thin ones just look forlorn.
Everyone has cousins who died in the war.
I remember, when we were kids, you were better than me at counting coins.
Non ci sono più uomini; sono rimaste solo più giovani reclute.
Quelli più in carne sono accompagnati fino all’ultimo dalle madri; quelli magri, invece, hanno soltanto l’aria di disperati.
Tutti hanno qualche cugino morto in guerra.
Mi ricordo che, quando eravamo bambini, eri più bravo di me a contare monete.
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He said: “At fifteen you’re sent north to guard the river; at forty you’re sent west to the forts. Those who make it back home have gray hair; the rest are bones in some field.”
Half the people of Ch’in are now the wandering ghosts of the unburied. In the abandoned villages, the new ghosts are in torment and the old ghosts weep for them.
He said: “To kill a man, I’m taught, first shoot the horse. I watch the clouds, but can’t follow them away.”
Disse: “A quindici anni vieni mandato a nord per sorvegliare il fiume; a quaranta ti mandano a ovest alle fortificazioni. Quelli che riescono a tornare hanno i capelli grigi; gli altri sono ossa in qualche campo.”
La metà della gente di Ch’in adesso sono gli erranti fantasmi di insepolti. Nei villaggi abbandonati, i nuovi fantasmi sono nel tormento e quelli vecchi li piangono.
Disse: “Per uccidere un uomo, mi hanno insegnato, prima devi colpire il cavallo. Guardo le nuvole, ma non posso seguirle dove vanno.”
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An abandoned courtyard: an old tree:
A temple bell lying on its side:
The world I live in.
They win and we lose; we lose and they win.
Vines wrap around the rotting bones.
She knows he won’t come back from the army, but patches the clothes he left just in case.
Un cortile abbandonato: un vecchio albero:
La campana di un tempio chinata da un lato:
Il mondo in cui vivo.
Loro vincono e noi perdiamo; noi perdiamo e loro vincono.
Le ossa putrescenti avvolte nelle viti.
Lei rappezza i suoi vestiti, pur sapendo che non tornerà mai dall’esercito.
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No news; snow whirls.
These poor chrysanthemums took root in the wrong place.
My bean sprouts rotted in the damp and the melons cracked in the frost.
A hut with a single window made from the broken rim of a large pot.
The East Wind smells like blood.
Birds keep themselves hidden, but sing.
Nessuna notizia; turbini di neve.
Questi poveri crisantemi hanno messo radici nel posto sbagliato.
I miei germogli di soia sono marciti nell’umidità, i meloni si sono spaccati al gelo.
Una capanna con una sola finestra ricavata dal bordo rotto di una larga pentola.
Il Vento dell’Est odora di sangue.
Gli uccelli si tengono nascosti, ma cantano.
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I lift my face to watch the birds.
I turn my head, thinking someone has called me.
I wrote four poems:
on a sick cypress, on a sick orange tree, on a withered palm, and a withered nanmu.
You ask how I’m doing:
Listen to the wild geese echoing
and the warhorses galloping by.
Alzo il volto per guardare gli uccelli.
Giro la testa, pensando che qualcuno mi abbia chiamato.
Ho scritto quattro poesie:
una su un cipresso malato, una su un arancio malato, una su una palma seccata e una su un nanmu seccato.
Mi chiedi come stia:
Ascolta l’eco delle oche selvatiche
e i destrieri che galoppano.
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Thousands of white-headed ravens on Redbird Gate.
For three months the beacon fires of the rebels in the mountains.
I remember when ordinary people were merely distrustful.
Migliaia di corvi dalla testa bianca alla Porta dell’Uccello rosso.
Per tre mesi i segnali dei fuochi dei ribelli nelle montagne.
Ricordo quando la gente comune era soltanto diffidente.
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Here the men sit and the women stand; the men stay home and the women climb the mountains, collecting firewood.
The landscape is beautiful, the weather terrible, and they call their temple Taking Poison.
Qui gli uomini siedono e le donne stanno in piedi; gli uomini stanno a casa e le donne vanno per le montagne a raccogliere legna.
Il paesaggio è bello, il tempo terribile, e chiamano il loro tempio Bere il Veleno.
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Trees barely visible in the fog; only the sound of the garrison drums.
Impossible to know if the news is just rumor:
Officials, they say, are disguising themselves as fisherman and butchers.
Rebels ride the horses of ghosts.
Why do they always burn things down?
I thought of that Immortal who lived in a world inside a clay pot.
Alberi appena visibili nella nebbia; solo il suono dei tamburi della guarnigione.
Impossibile sapere se i fatti siano meri rumori:
i funzionari, dicono, si travestono da pescatori e da macellai.
I ribelli cavalcano destrieri fantasma.
Perché bruciano sempre le cose?
Ho pensato all’Immortale che viveva in un vaso di terracotta: era quello il suo mondo.
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So dark I eat dinner at breakfast.
So rainy I imagine the mountain washing away.
The downpour so strong fish in the river sank.
The mud so bad I was sorry I asked you over.
Così fitta le tenebre da cenare a colazione.
Così piovigginoso da immaginare le montagne lavarsi via.
Così forte l’acquazzone da affondare i pesci nel fiume.
Così cattivo il fango da farmi pentire per averti chiesto di venire fin qui.
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The world is damp and dry, damp or dry.
Two swallows suddenly came into my room.
They were raised in dust and wind.
It took them a long time to get here,
escaping the damp and dry of the world like me.
Il mondo è umido e secco, umido e secco.
Due pesci rondine sono arrivati all’improvviso nella mia stanza.
Sono cresciuti nella polvere e nel vento.
Ci è voluto molto prima che arrivassero qui,
scappando, come me, dall’umidità e dalla siccità del mondo.
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A single petal falling means less spring.
A kingfisher’s nest, a dragonfly’s wing:
Study closely the patterns of things.
The mind is crystal.
Rain soaks my clothes.
Un solo petalo che cade vuol dire meno primavera.
Il nido di un martin pescatore, l’ala di una libellula:
Studia da vicino la reiterazione delle cose.
La mente è cristallo.
I miei vestiti zuppi di pioggia.
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Here the houses are impressive, there are crowds and music in the streets.
I don’t know a soul.
In the shade of a mulberry I just stand and look at the bridge.
No one walks by the river.
Wind in the bamboo, foam from the river on the sand.
What news from the capital? I hear the cavalry’s retreated.
Qui le case sono impressionanti, ci sono folle di gente e musica per le strade.
Non conosco un’anima.
Sto all’ombra di un gelso a guardare il ponte.
Nessuno cammina sulla riva del fiume.
Vento nel bambù, schiuma dal fiume sulla sabbia.
Quali notizie dalla capitale? Ho sentito che la cavalleria ha battuto in ritirata.
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Moonlight on old clothes.
Old clothes and the same old crows.
I thought of those monkeys who were furious that they were given three acorns in the morning and four at night; so their keeper gave them four in the morning and three at night and they were peaceful again.
Raggi di luna su vecchi vestiti.
Vecchi vestiti e le solite vecchie cornacchie.
Pensavo a quelle scimmie che s’infuriavano perché il loro guardiano le dava tre ghiande la mattina e quattro la sera; così questi gliene diede quattro la mattina e tre la notte e furono soddisfatte.
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They beat drums all night; they whip themselves; they burn statues of dragons; they lay a dying man under the sun so that Heaven will take pity, but still no rain.
Soldiers keep wearing their armor in the heat; everyone else stays home, lying down.
Tutta la notte, frastuono di tamburi; si frustano; bruciano le statue dei draghi; mettono il moribondo al sole perché il Cielo ne abbia pietà, ma non piove ancora.
I soldati indossano l’armatura anche se fa caldo; gli altri restano a casa, sdraiati.
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Wandering for ten years, trying to alight on one safe branch.
I open my trunk and stare at the clothes.
I thought of the philosopher Yang Chu, who always wept when he came to a fork in the road.
Plants with thorns only seem to grow where people walk.
Vagando da dieci anni, cerco un luogo sicuro in cui posare.
Apro il baule, setaccio i vestiti.
Penso al filosofo Yang Chu che piangeva sempre di fronte a un bivio.
Le piante con le spine crescono dove cammina la gente – così sembra.
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Soldiers still guard the ruined palace: rats run across the tiles.
A squirrel with folded hands outside his broken nest.
That dandelion in the wind once had roots.
Live like a wren, unnoticed on a high branch, and you’ll stay alive.
It’s been so many years: I imagine her face, looking at me skeptically.
I soldati sorvegliano ancora il palazzo in rovina: ratti corrono sulle piastrelle.
Uno scoiattolo esule dal nido spezzato, a mani giunte.
Quel dente di leone, al vento, una volta aveva radici.
Vivi come uno scricciolo, su rami in altura, inosservato: così resterai vivo.
Sono passati molti anni: immagino il suo volto, che mi fissa con sospetto.
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I thought of the passage in Confucius where a pheasant on a bridge in the mountains sniffs three times and then flies off. No one has ever understood what that means.
I thought of General Yin Hao, who lost a battle and was demoted to a commoner. He spent the rest of his days writing the same two characters over and over in the air with his finger: how strange.
Penso a quel passo di Confucio che racconta di un fagiano sul ponte: è in montagna, annusa per tre volte e poi vola via. Nessuno ha capito a cosa alluda.
Penso al generale Yin Hao: dopo aver perso una battaglia, fu retrocesso a cittadino comune. Trascorse il resto dei suoi giorni scrivendo di continuo, con il dito, in aria, gli stessi due caratteri: CHE STRANO.
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The moon, the river, the boat, an egret, a fish, a splash, a lamp rocking in the wind.
La luna, il fiume, la barca, un piccolo airone, un pesce, un tuffo, una lanterna che oscilla nel vento.
Traduzione di Alessandro Burrone