Il volto contiene tutte le risposte e tutte le domande. È nel volto che le domande trovano un posto in cui sostare, antri e caverne dove riposare in attesa che qualcuno le scovi e le porti fuori dal corpo. Edmondo De Amicis ha scritto un libro sul volto e sui suoi segreti, I misteri del volto, riportato alla luce grazie a De Piante editore, 2022.
Si passa spesso la propria esistenza a compiere il modellamento perfetto di una maschera, a scavare solchi in rughe artificiali, a trasformare il volto in artificio da spettacolo. Vogliamo apparire gentili, disponibili, premurosi oppure perfetti dirigenti, capi inflessibili, esecutori instancabili. Crediamo che il nostro volto sia infallibile, che la maschera di scena aderisca alle ossa del cranio senza sbavature. Siamo sicuri che i tendini sotto la plastica si aggancino in modo indissolubile eppure qualcosa accade, la crepa si fa voragine. La plastica del volto si rompe come la carta da regalo.
Secondo De Amicis esiste un attimo pre – verbale, una feritoia sacra e inviolabile che nessuno potrà mai sperare di contaminare con la plastica della maschera. Ci si riconosce simili o nemici solo da questa fessura, è una frazione di secondo che svela i veri intenti e le vere emozioni del nostro interlocutore e di noi stessi. Crediamo di mascherare la nostra invidia ma l’invidiato l’avverte, non sappiamo come sia possibile eppure l’altro ci scosta, fa un passo indietro di disgusto. L’invidioso si vergogna del suo stato ed è disposto a tutto pur di non far trapelare la sua emozione; ci riempie di lodi e complimenti non richiesti, si informa sul nostro stato, cerca spasmodicamente di restare in contatto con noi. Eppure il volto che dovrebbe celare il mistero, lo rivela. L’invidioso viene smascherato e non lo sa, è lì che il terrore fa la tana e grugnisce, nella lieve flessura delle labbra o nello zampillio degli occhi al nostro confessargli una disgrazia.
Il volto è la tavolozza della nostra vita, sul viso si imprimono tutti gli eventi:
“Si può dire che una storia figurata del nostro viso sarebbe la storia stessa della nostra vita”
Sul viso non possiamo raccontarci frottole, il volto risponde all’universo interiore che si manifesta nella stazione pre – conscia della nostra mente e del nostro cuore. Viviamo tutti dentro una illusione disperata. Crediamo di venire amati e apprezzati per ciò che mostriamo, per la proiezione che vogliamo mettere in scena di noi stessi, e tutto questo affaticarsi è completamente inutile. Siamo dentro la tragedia che è l’aspettativa. Ci aspettiamo che l’altro ci accolga per ciò che gli diamo, per i pezzi di carne finta che lanciamo al cane affamato di strada, eppure questo non è che un velo sottile. Ci aspettiamo riconoscimenti e amore ma riceviamo solo schiaffi e rifiuti, ci prodighiamo a soccorrere l’altro e quello che ci arriva è il silenzio più assoluto, persino il “grazie” muore sulle labbra del nostro prossimo. Il volto ha misteri che però vengono squarciati in un barlume di sogno del primo mattino; è quel momento in cui abbiamo compreso, senza gesti eclatanti e senza dichiarazioni, ciò che l’altro davvero pensa di noi o pensa di se stesso.
De Amicis in questo testo mette in luce alcuni elementi frequenti che si possono ritrovare nel volto umano, sceglie particolari esempi che tutti potremmo intercettare. Un libro che è anche una sorta di manuale di svelamento, sia per gli scrittori che per i lettori. De Amicis fa un’opera di pedinamento delle micro espressioni del volto, passa sotto la lente di ingrandimento tutte le aree del viso. Pare di entrare dentro mondi sempre più fitti e verticali, il volto – se osservato con costanza – nasconde la vertigine assoluta della verità. Di una verità che però non è assoluta ma è sempre fedele a se stessa: cambia continuamente, attimo dopo attimo, eppure il corpo le resta fedele, incollato al tratto fisionomico, tirato dal desiderio.
Edmondo De Amicis suggerisce poi un piccolo trucco per capire se la persona, con la quale avete passato del tempo e che vi ha ospitato a casa sua, ha davvero buone predisposizioni verso di voi oppure è facciata stuccata di fresco: mentre vi accompagna all’uscio, e siete avanti a lei, voltatevi all’improvviso e guardatela in faccia. Non avrà il tempo di rimettere sul volto il ruolo dell’amico perfetto e lo smaschererete senza alcuna pietà. Davanti infatti a coloro che indossano una serie di maschere, non si può procedere per attacco o aggressione, per un qualche aperto contrasto, quel che serve è il disvelamento, lo smascheramento fatto nel silenzio e nella grazia. Non dite a un invidioso o a chi prova vergogna che sapete chi è, non vi servirà a nulla, loro sapranno che sono guardati per quella minima scollatura tra la plastica e il cranio. Per quel tendine ribelle, per quella pupilla che si allarga come un gatto eccitato.
Un libro questo di De Amicis per ritrovare l’amore smisurato per il volto specialmente dopo due anni di copertura facciale, leggetevi questo libro e toglietevi la mascherina. Riscoprite la storia dentro ai segni dei volti che incontrate, iniziate a leggere il viso di chi amate come una favola, consapevoli che i lampi di malignità abitano anche sul vostro viso, sono pronti a essere raccolti come le gemme sugli alberi a primavera.