25 Maggio 2022

“Domani” è già passato. Ovvero: perché uno scrittore si ostina a essere contemporaneo?

Il nuovo mensile in allegato al quotidiano “Domani”, Finzioni, bellissime le illustrazioni di Pericoli, di repertorio, si è dato il presupposto grottesco ma con le migliori intenzioni di individuare ‘le nuove scritture’, di raccogliere le firme degli scrittori che siano contemporanei a pieno titolo, come il difficile non fosse l’opposto, non essere cioè la diretta conseguenza di quel che ti pre-determina, come il difficile non fosse il non poter essere mai scambiato per un altro di quei prodotti previsti all’interno di una serie data quindi con l’obsolescenza compresa nel prezzo di copertina. Il pezzo più fresco è di Milo De Angelis, mondadoriano pure lui, con una nuova traduzione del De rerum natura di Lucrezio (primo secolo Avanti Cristo, pare).

Per essere contemporanei probabilmente per davvero bisogna far assomigliare il testo a una bacheca social e far apparire nel dettato la parolina OnlyFans, ma a parte l’imbarazzo intercettato da Umberto Eco, morto nel 2016, che fin dal 2006 registrava come stessimo andando a passo di gambero, per cui un contemporaneo di oggi lo è anche del secolo scorso, e allo stesso modo il contemporaneo del secolo scorso lo è anche di oggi, perché mai uno scrittore dovrebbe preoccuparsi di essere contemporaneo? Uno scrittore, quando lo è, non va a carretta del tempo ma mette il tempo, cioè chi lo abita, nella condizione di doverlo rincorrere, di doverlo raggiungere.

Lo scrittore inventa il tempo che finge di aver perso e ritrovato e crea il presente inalterabile e immarcescibile della propria scrittura. Che uno scrittore lo sia stato lo rivela il tempo perché saranno gli abitanti del tempo che viene e verrà a interrogare l’opera dello scrittore mooolto più di quanto l’opera dello scrittore avrà interrogato il suo tempo, per lo più per fornirgli risposte che fin lì non si era ancora mai dato. Non è il tempo a decidere cosa rende uno scrittore contemporaneo, tutt’al più ne prende consapevolezza il tempo stesso, con il suo passare, ancora meno lo decideranno o imbroccheranno le scelte editoriali dell’ultimo minuto. Sarà lo scrittore, se lo sarà stato, a stabilire quali caratteri del tempo saranno contemporanei a tutti, nel sempre che si fa per dire della tutto sommato succinta vicenda umana.

Il tempo passa, tante volte vola addirittura; la scrittura di uno scrittore resta. Certo, finché assieme a tutto il resto della materia non venga annientata.  

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