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Letterature
Beh, la scoperta, per noi quattro che perdiamo la testa nei recessi della letteratura, è straordinaria. Esattamente quarant’anni dopo il Premio Nobel per la letteratura, l’inedito. Di caustica potenza. David Stromberg ha 38 anni e fa ricerca tra Gerusalemme e gli Usa. Da tempo, si occupa di Isaac B. Singer, tra i grandi scrittori del Novecento, autore yiddish – poi prontamente calcato in inglese – Nobel nel 1978, morto nel 1991, a quasi 90 anni, uno a cui, per intenderci, gli strombazzati Philip Roth e Saul Bellow non son degni di arrotolare il calzino sinistro. Singer, per stringere, è un genio cinico, è uno che scova il laido sotto ogni lenzuolo, uno che, sulla scia verbale di Giobbe, mette in scacco Dio e fa lo scalpo all’uomo. Da Satana a Goray a Il mago di Lublino, da Gimpel l’idiota e Un amico di Kafka, questo titano del racconto breve – in Italia il ‘Meridiano’ Mondadori che ne raduna i Racconti è del 1998 – e dello sbeffeggio narrativo, ebreo polacco trapiantato negli States, ha ustionato tutte le certezze esistenziali di cui ci nutriamo come beati agnelli. Bene. Stromberg, che lavora dentro l’opera di Singer da un po’ – nel 2017 un esito dei suoi studi è raccolto in Narrative Faith: Dostoevskij, Camus and Singer – sparpagliando inediti – nel 2015 pubblica, tra l’altro, un saggio si Singer dal titolo Indecent Language, Sex and Censorship in Literature – stava scavando nell’archivio singeriano custodito presso l’Harry Ransom Center di Austin, Texas, quando… sbuca l’inedito al vetriolo. Il testo s’intitola The Boarder, è stato pubblicato in esclusiva sul New Yorker, pare sia stato scritto “nella prima metà degli anni Cinquanta” (tra la pubblicazione de La famiglia Moskat e Gimpel l’idiota, per intenderci), “un periodo piuttosto difficile per scrivere in modo così spigliato e cruento dei destini, dei traumi e delle opinioni dei sopravvissuti all’Olocausto”. Ragion per cui, ci fa intendere lo studioso, il testo restò nel cassetto. In effetti, il racconto, strutturato come un dialogo, a New York, tra due sopravvissuti alla Seconda guerra, Reb Berish e Morris Melnik, “un uomo devoto, confuso riguardo alla sua ferrea fede nella benevolenza di Dio dopo l’Olocausto e i campi sovietici” e “un miscredente colmo di amarezza, cinismo e nichilismo”, è di diabolica potenza. Proprio come accade nei dialoghi tra i rabbini colti nel Talmud, Mr. Melnik cerca di deviare il pio Rab Berish dalla fede. Vuole convincerlo che Dio “è l’archetipo di Hitler, è l’arci-Hitler”. D’altronde – e su questo avremmo da ragionare sul serio – “tutti gli uomini sono nazisti”. Tutti gli uomini che pensano che il più forte sia il più giusto, che sia giusto sopraffare il debole, colpevole di essere tale, debole. Nel testo abbagliano alcuni temi comuni nell’opera di Singer, erede di una stirpe di rabbini: l’amore per le bestie indifese (Singer è vegetariano, non ammette l’ingiustizia della macellazione); la prigionia della madre e del fratello in Kazakistan (moriranno entrambi); una specie di compassato, compassionevole nichilismo. “Non esiste libro che dica la verità sull’uomo e sulla sua natura in maniera più candida e chiara delle Scritture”, scrive Singer nella sua picaresca, atroce biografia, Ricerca e perdizione, “Persino le persone ritenute buone sono cattive. I martiri di ieri diventano spesso i prepotenti di oggi. L’uomo in quanto specie, si merita tutte le frustate che prende. Non è un puro caso che la maggior parte dei monumenti che l’uomo erige siano dedicati ad assassini, siano essi assassini patriottici o rivoluzionari. I martiri veramente innocenti di questa terra sono gli animali, in particolare gli erbivori”. Leggere Singer è particolarmente corroborante, fa brillare i denti. Qui potete compulsare il racconto inedito di I. B. Singer, The Boarder, in inglese, integralmente. Qui sotto, invece, traduciamo per i lettori di Pangea il pezzo più deflagrante.
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“Ho visto ebrei martirizzati per affari. Così nei ghetti, così in Russia. Per una manciata di rocchetti di filo e una dozzina di aghi gente è stata mandata a morte. Nei campi, qualche mercante teneva poche foglie di cavolo, bucce di patata, ravanelli appassiti: quelli erano i suoi affari. Ma la fame è una cosa dura. Nei campi, in Russia, la gente pigliava lo scorbuto, non aveva vitamine. Uno muore all’improvviso per queste malattie. Io l’ho visto”.
“Fermati, Mr. Melnik. Prendiamo una fetta di pane con del formaggio. Ho qualche ciliegia”.
“Grazie. Ero sdraiato nella cuccetta, di notte, in inverno, in un campo in Kazakistan – parlavo con il mio vicino, stava di fronte a me. Il freddo aveva gelato l’acqua nel secchio. Ci coprivamo con i nostri stracci. Gelo terribile. Parlavamo. Di cosa? Di moglie e figli che stavano coi tedeschi, dei bei vecchi tempi, e di cosa avremmo fatto quando la pace sarebbe tornata. Avremmo fatto soltanto una cosa. Mangiare. Ci immaginavamo arrosti, torte, una zuppa di pollo, cotolette e cipolle. Per un po’ sono stato zitto. Poi ho chiamato il mio vicino. Non rispondeva. Forse dorme, mi sono detto. Ascoltavo. Di solito russava, a causa dei polipi che aveva nel naso. Ora, però, era stranamente silenzioso. Scivolai giù dalla cuccetta per dare un’occhiata. Il tipo era morto. Un attimo prima stava parlando con me, l’attimo dopo era morto”.
“Terribile, terribile”.
“Cosa piangi a fare? Questa è l’umanità, la corona della creazione. La mia teoria è che tutti gli uomini sono nazisti. Che diritto abbiamo di massacrare un vitello e di mangiarlo? I macellai fanno stragi. La stessa fede di Hitler: forza è giustizia. Lo stesso riguarda Dio, Lui è il nazista che vuole massacrare tutti i nazisti. Lui è l’archetipo di Hitler, l’arci-Hitler. Ha più potere di tutti, perciò tortura tutti. Guarda che non sono un miscredente. Sappiamo che la Gehenna esiste. Perché le persone dovrebbero soffrire solo sulla terra? Sono torturate anche nell’aldilà. Dio ha la Sua personale Treblinka, con i diavoli, i demoni, gli angeli della morte. Essi bruciano i poveri peccatori o li appendono per la lingua o per il petto. Ma non c’è un paradiso. Quando si parla di morte, divento davvero eretico”.
Reb Berish smise di masticare. “Perché il Creatore del mondo sarebbe così crudele?”.
“Perché non dovrebbe esserlo? Ha un grosso bastone e lo usa. Ci ha dato la Torah, che nessuno può capire. Ogni piccolo rabbino aggiunge nuove leggi e se non rispetti una di queste leggi ti reincarni in un serpente. I cristiani sostengono che Dio non ha potuto redimere l’umanità finché non ha fatto morire il Suo unico Figlio sulla Croce. In un modo o in un altro, Egli chiede solo sangue”.
Isaac B. Singer