13 Febbraio 2021

“L’Amore – è anteriore alla Vita”. Emily Dickinson e l’arte dei “valentine”

Diciannovenne, Emily Dickinson si scoprì estrosa nell’arte dei valentine, i biglietti di San Valentino. A George H. Gould, la ragazza, che si firma yours, truly, C., invia una lettera piuttosto folle (“Ma il mondo dorme nell’ignoranza e nell’errore, signore, e noi dobbiamo essere galli esultanti, e allodole canterine, e sole nascente per svegliarlo; oppure sradicare la società alla radice, e piantarla da un’altra parte. Costruiremo Ricoveri, e straordinarie Prigioni, e patiboli – spegneremo il sole, e la luna, e stimoleremo scoperte. Alpha bacerà Omega – noi saliremo fino al picco della gloria”), pubblicata su “The Indicator” (7 febbraio, 1850), il giornale dell’Amherst College, con il titolo Magnum Bonum. Si può dire che la lirica di ED nasca nella sfera di San Valentino: la prima poesia del canone dickinsoniano, “il primo componimento in versi di Emily di cui si abbia notizia”, è uno scritto “in occasione di San Valentino inviato il 4 marzo 1850 a Eldridge G. Bowdoin, giovane scapolo, praticante nello studio del padre” (si cita dal ‘Meridiano’ Mondadori che raccoglie Tutte le poesie di ED, 1997). La poesia è brillante, vivida, acerba, va da sé: “Poi portala nel bosco, preparale un rifugio/ e dalle ciò che brama, gioielli, uccelli o fiori”. Due anni dopo un valentine fu pubblicato sullo “Springfield Daily Republican”: dedicato a William Howland, è una specie di acrobazia lirica, “Posa la mela, Adamo,/ e vieni via con me,/ una delizia avrai/ dal melo di papà!”.

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San Valentino è una specie di palestra poetica, il carnevale in cui tutti i verbi, tumefatti dall’uso e dall’oblio, sanno tornare sani. Il 14 febbraio del 1849 Emily scrive al cugino, William Cowper Dickinson: “Su dal silente pavimento di pietre, è cresciuta una pianta, tanto fragile, eppure così bella, che tremo al pensiero che muoia. È la prima cosa vivente che ha distratto la mia solitudine, e io traggo una strana gioia dalla sua compagnia. È una pianta misteriosa e talvolta immagino che mi sussurri cose piacevoli – di libertà – e futuro”. Sembra essere qui, di già, il distillato di Emily: la microscopica attenzione verso il creato e i suoi singulti, la solitudine, quella strange delight che forse è la condizione d’incendio del poeta, naturale propensione a deliziare stranezze. “Il sole di san Valentino sta per tramontare, e prima di domani sera, tutto il vecchio sarà di nuovo al suo posto. Un altro anno, un lungo anno, e sconosciuto per tutti noi – dovrà vivere, e morire, prima che i suoi raggi ridenti discendano ancora su di noi, e ‘quella indistinta banda nella silente landa’ potrà essere formata dagli attuali scrittori di queste allegre missive” (cito dal sito organizzato con dedizione da Giuseppe Ierolli).

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Da lì, la Dickinson è la vestale di un amore spillato in versi, spigolosa concretezza dell’estasi, mattanza bianca; “Che l’Amore sia tutto quel che c’è/ è quanto noi sappiamo dell’Amore”, scrive, con ferocia epigrafica, in uno degli “aforismi in versi e in prosa” scelti e tradotti da Silvio Raffo in Pochi amano veramente (De Piante, 2021). D’altronde cos’è questo amore di cui ED è inafferrabile sacerdotessa? “La Dickinson è la testimonianza vivente, e immortale, che this World is not conclusion, non tanto da un punto di vista religioso (nessuna confessione o religione ortodossa le si può attribuire) quanto da un punto di vista metafisico, o più semplicemente psicologico. Come i suoi cinque sensi sono perennemente all’erta, così la sua anima (il sesto) è perennemente ‘socchiusa’ (ajar)” (Raffo). Intorno al San Valentino del 1863 Emily scrive a Thomas W. Higginson, “Probabilmente la Morte – la Morte che colpisce in modo tagliente e presto negli anni, mi ha inculcato un riverente timore per gli amici, per questo da allora ho stabilito rapporti di amore – fragile – più di apprensione che di pace”. Amore è come Morte, rivela il Cantico, nella più intima delle sue segrete; dunque si vive per morire nell’amare, potremmo chiosare. ED insegna anche questo: che è la percezione continua della morte a eleggere il canto. “L’amore ci rende ‘celesti’ senza che minimamente noi ci si provi – è meno difficile che avere un Redentore”, scrive a Mary Bowles, nel 1878 (cito dall’epistolario curato da Barbara Lanati per Einaudi), dentro ogni cosa, come sempre, al di là di tutto.

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Emily è esoterica per eccesso di chiarezza, vive la notte dei mistici che, in verità, è vita nel bolide di luce. “L’Amore è finito quando è cominciato,/ dicono i Saggi –/ ma l’hanno conosciuto?/ La Verità rimanda il tuo premio/ senza una Data”. Pochi amano veramente detta, della Dickinson, il genio nell’arte classica della ‘sentenza’: oracolo e frase sagace, epigrafe e dote di aforismi, sono coagulati, la concisione in parabole di Seneca e l’allusione di Delfi. Testi antichissimi e ancora a venire. Il libro, perciò, va tenuto sempre a portata di mano, da aprire secondo l’umore del caso, perché l’enigma, in versi, si ostini a osare una lacerazione, a mandare all’aria la ragione. Negli anni in cui scriveva i primi, vividi valentine, ED fu corteggiata, senza tenacia, da Joseph Bardwell Lyman, che avrebbe avuto, poi, carriera da giornalista e uomo di legge. “Lunare, platonica, strana, morbosa”: così descrive Emily. Per lo più, inafferrabile, un florilegio di disguidi selvaggi – chi troppo ama agli occhi degli altri è un falò, ha la poderosa freddezza di chi è alla millesima vita. (d.b.)

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Molta Follia è suprema Saggezza

per Occhio che discerna –

molta Saggezza – assoluta Follia –

ma in questo – come in Tutto –

la Maggioranza prevale –

Approva – e sarai sano –

dissenti – e sei pericoloso –

ti legano – in Catene –

*

Uno più Uno fa Uno –

il Due – si finisca di usarlo –

va bene solo a Scuola –

ma per l’intima Scelta –

è meglio: Vita – o Morte –

o Eternità –

Di più sarebbe troppo vasto

per la Comprensione dell’Anima –

*

È l’Immortalità forse un veleno

che gli uomini ne sono così oppressi?

*

L’Enigma che riusciamo a indovinare

in breve tempo viene disprezzato –

non v’è nulla di più insignificante

di una sorpresa di Ieri –

*

L’Amore – è anteriore alla Vita –

e sussiste alla Morte –

Origine della Creazione –

Esponente della Terra –

Emily Dickinson

*Per gentile concessione pubblichiamo alcune poesie di Emily Dickinson nella traduzione di Silvio Raffo, raccolte in “Pochi amano veramente”, De Piante, 2021

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