03 Giugno 2018

Cosa fare quando la madre della tua ragazza è più bona della tua ragazza. Le stravaganti avventure di Matteo Fais

“Porca puttana, figlio mio, la madre della tua amica è più bona della figlia”. Fu così che esordì mio padre, dopo aver visto la mamma di una mia ex. Lui le chiama tutte “amiche”, ma questo poco importa – saltuariamente usa anche epiteti meno neutri. A ogni modo, al netto delle sue sortite politicamente scorrette, non è che avesse tutti i torti. “Porca troia, padre mio”, pensai io, “sapessi quanto mi farei la madre della mia ragazza”. Purtroppo per me, anche la ragazza si era resa conto dei miei sordidi interessi verso la sua figura materna.

Una volta mi offrii di tenere la scala alla signora, mentre tirava via la polvere da alcuni libri posti sul ripiano più alto di uno scaffale di casa, con addosso un bel vestitino estivo. Assunta la giusta posizione, ovvero con lo sguardo rivolto verso l’alto, mi deliziai contemplandole il bel culone. Sprofondato in una specie di estasi trasognata, durante la quale pensavo “sapessi quanto ti farei gridare tutta La Traviata di Verdi, acuti compresi, milfona del mio cuore”, non mi resi conto che avevo quella piattola della mia ex proprio dietro di me. Lanciò un urlo da far accapponare la pelle a un morto.

“Brutto figlio di puttana!”. Io lasciai andare la scala in preda al panico e la visione delle natiche con perizoma della signora si fece improvvisamente vicinissima, nel senso che proprio mi cadde addosso.

“Ma tu devi essere matta figlia mia, una pazza squinternata. Che diavolo ti salta per il cervello? Hai rischiato di farmi ammazzare.”

“Ma mamma, questo stronzo ti stava guardando il culo.

Incidentalmente, mi trovavo il posteriore della giovane signora proprio in prossimità del volto, diciamo in una visione da maxischermo, stile cinema.

La madre si girò verso di me.

“Matteo, ma non sarà mica vero?”

“Signora, la prego”, proruppi io fingendomi indignato, “ma le pare che una persona come me che ha letto Kant, Nietzsche, e Alberto Moravia potrebbe mai abbassarsi a tal punto?”.

Non so perché, ma la cazzata di tirare in ballo autori classici funziona sempre. Tutti pensano che un umanista si sia tagliato l’uccello, prima di iscriversi all’università, oppure che sia un mezzo invertito. Il che, a onor del vero, non è del tutto falso in molti casi, ma io mi distinguo sempre in peggio, grazie al cielo. Poi, si sa che citare quel depravato di Alberto Moravia è una garanzia!

A quel punto cominciò una discussione totalmente surreale. La ragazza che mi accusava di aver guardato il culo della madre. Io che pensavo “sì, ma le ho guardato anche le tette”, mentre a parole negavo e negavo fingendomi un santo, o perlomeno un Giuda pentito. Quella che insisteva: “Sei un maiale, un depravato!”.

La discussione, tra urla, strepiti e tuoni fu chiusa dalla signora. Ipotizzò una sorta di transfert, o qualcosa di simile, tale per cui io avrei proiettato su di lei i desideri rivolti in origine verso la figlia, per non so quale motivo. Insomma, usando la psicologia, una cazzata per giustificarsi si trova sempre, lo sappiamo tutti. La madre di lei me la servì su un piatto d’argento. Probabilmente, alla mia ex promisi anche di recarmi in terapia. Non ci andai mai, poi. Perché pagare qualcuno per dire che ti vorresti fare madre e figlia? Sono cose che possono capitare, soprattutto quando la mamma è più bona della figlia.

Matteo Fais

 

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