Cari Salvini e Di Maio,
complimenti, avete fatto breccia nel cuore della gente, ma la vera battaglia comincia adesso. Per il momento, si tratta di una vittoria di Pirro: avete insomma guadagnato il potere, per vederlo pian piano sciogliersi tra le vostre stesse mani come ghiaccio al sole. È come aver conseguito l’accesso alle olimpiadi e dover correre i cento metri con le gambe strette da lacci che impediscono qualsiasi slancio.
Purtroppo, in Italia, lo sappiamo bene, vincere le elezioni serve a poco o niente, siano esse politiche, regionali, provinciali, o comunali. Tralasciamo quest’ultimo caso, perché oramai un sindaco, a meno di puntare i piedi e rischiare la galera, se sta ai patti, è ridotto a un ruolo da amministratore di condominio – per quanto grande possa essere il condominio.
Anche voi, pur ben piantati nelle vostre postazioni e decisi a difenderle, siete limitati, anzi limitatissimi. Governare oggi, se si vuole davvero dare corso a un “cambiamento”, equivale a porsi come opposizione contro i piani alti, quelli che realmente ci determinano, ovvero l’Europa. Ma mettendo da parte per un attimo questo aspetto che attiene alla nostra sovranità costituzionalmente riconosciuta, ma terribilmente annichilita dalla struttura che ci sovrasta, resta comunque un problema di ampia rilevanza all’interno del sistema Italia.
La Sinistra, duole ammetterlo, ma con grande intelligenza e lungimiranza, forte della lezione gramsciana, ha ben compreso che per arrivare al comando e restarci, come per costruire una casa, bisogna prima di tutto gettare le fondamenta. Le elezioni possono essere vinte per tanti motivi. Spesso e volentieri accade perché il popolo si è rotto le palle di chi ha governato in precedenza. Ma esercitare il potere è cosa ben diversa dal raggranellare i voti per formare una maggioranza in Parlamento. Bisogna avere i propri uomini nei gangli dove questo si concretizza realmente, conquistare logge, o roccaforti, del potere. Chi ha dentro i suoi accoliti può far funzionare la macchina alla massima potenza, quando sta in sella, o se non altro svolgere attività di sabotaggio per far cadere giù dal trono chi momentaneamente l’avesse occupato – questo non lo dicono, ma certo lo fanno.
La formula magica si chiama spoils system. Non penserete mica che gli alti dirigenti di questo o quell’altro ente lavorino per far andare al meglio il Paese, quando siete voi a tenerne le redini?! Certo, idealmente dovrebbero essere dei tecnici, fare semplicemente il loro lavoro. Nella pratica concreta, sappiamo tutti come si muove la sinistra e perché sparge qua e là i suoi fedelissimi: questi all’occorrenza si tramutano in metastasi, cellule impazzite che annientano l’avversario nel minor tempo possibile.
Dimostrate di non essere dei pivelli, non cadete nella trappola. Al popolo non fregherà niente delle vostre scuse finali, delle geremiadi querule del tipo “non siamo riusciti nei nostri intenti perché quello e quell’altro ci hanno fatto la guerra”. Chi vi ha votati lo ha fatto per cambiare e ottenere qualcosa – ogni voto è un voto di scambio, anche se non lo si può dire. Alla fine, ciò che conterà sarà il peso del portafoglio: se non sarà aumentato, vi daranno un sonoro calcio in culo e noi ci ritroveremo punto e a capo con il PD attaccato ai coglioni a mo’ di sanguisuga. Liberatevi e liberateci dal male.
Con tutta la speranza che si rivolge al meno peggio,
Matteo Fais