30 Luglio 2020

“Lasciateci dissentire. Siamo scrittori e abbiamo bisogno di una cultura che ci lasci spazio per la sperimentazione, per l’assunzione del rischio e persino per gli errori”. Un appello contro il politicamente corretto

Non solo in Italia, evidentemente, ma anche in America un certo pensiero integralisticamente “correct” ci sta facendo soffocare. E fa cadere teste. Giornalisti, scrittori, studiosi, insegnanti beccati semplicemente a criticare o addirittura a non ossequiare abbastanza il pensiero mainstream perdono il posto di lavoro e di sostentamento. Ostracismo, maledizione sociale, gogna mediatica, perfino la galera stanno tornando di moda non verso persone violente o fraudolente, ma semplicemente per un pensiero espresso, un’opinione pubblicata. Non lo dico io; non lo dice un’accolita di reazionari o fascistoidi di ritorno. Lo dice un appello firmato negli USA da un gran numero di intellettuali, scrittori, docenti liberal e progressisti americani. Ha fatto specie infatti la pubblicazione su “Harper’s Magazine” del 7 luglio 2020 di “Una Lettera sulla Giustizia e sulla Libertà di Opinione” che propone la questione del rischio liberticida nella società causato da una certa deriva del pensiero unico dominante; in America è legata soprattutto ai tragici episodi della violenza della polizia ma anche della moda para-identitaria dei distruttori di statue, ma un rischio del genere in Italia potremmo correrlo anche con leggi come la Zan-Scalfarotto contro l’omotransfobia: qualora fosse approvata, potrebbe bastare una frase sbagliata per finire in prigione. Non so quanta eco questa lettera abbia avuto in Italia, temo molto scarsa. Per questo abbiamo deciso di proporla. Ringrazio per la traduzione Massimo Ridolfi, e non solo per la traduzione, ma anche per il dialogo, squisitamente e liberamente culturale, avuto intorno a queste problematiche. Idealmente ci aggiungiamo ai firmatari, felici di essere ultimi tra cotanto senno. Non sfugga che tra di essi spicca il nome di Noam Chomsky… (Gianfranco Lauretano)

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Una Lettera sulla Giustizia e sulla Libertà di Opinione

Le nostre istituzioni culturali stanno affrontando un momento di prova. Le dure proteste per rivendicare una eguaglianza etnica e sociale stanno portando a richieste tardive in merito alla riforma delle forze di polizia (caso George Floyd, N.d.T.), insieme a domande più ampie di maggiore uguaglianza e inclusione in tutta la nostra società, non ultima nell’istruzione superiore, nel giornalismo, nella filantropia e nelle arti. Ma questa necessaria resa dei conti ha anche intensificato una nuova serie di atteggiamenti morali e impegni politici che tendono a indebolire le nostre norme che determinano la libertà di opinione e la tolleranza delle differenze a favore di una particolare adesione ideologica. Mentre applaudiamo gli iniziali esiti di tutto questo, alziamo però la nostra voce contro le sue immediate conseguenze. Le forze illiberali certamente stanno guadagnando forza in tutto il mondo e hanno un potente alleato in Donald Trump, che rappresenta una vera minaccia alla democrazia. Ma non bisogna permettere alle forze di opposizione di irrigidirsi e fissarsi nella propria impronta dogmatica o repressiva, che i demagoghi di destra stanno già sfruttando. L’inclusione democratica che desideriamo può essere raggiunta solo se manifestiamo contro il clima di intolleranza che si è palesato da entrambe le parti in causa.

Il libero scambio di informazioni e di idee, linfe vitali di una società liberale, sta diventando sempre più limitato. Mentre ci aspettiamo tale atteggiamento dalla destra radicale, la censura si sta invero diffondendo anche più ampiamente nella cultura cosiddetta democratica: intolleranza alle opinioni contrarie, un particolare gusto per il malgoverno e l’ostracismo, e la tendenza a dissolvere complesse questioni politiche dentro una accecante certezza morale. Sosteniamo il valore di un discorso controcorrente robusto e persino caustico da tutte le parti interessate. Ma ora è fin troppo facile sentire richieste di rapide e severe soluzioni in risposta a comportamenti ritenuti inopportuni e che percepiamo in tal modo solo grazie alla libertà di parola e di pensiero. Ancora più preoccupanti sono quei rappresentanti istituzionali che, nell’intenzione di contenere il danno, in preda al panico, stanno offrendo soluzioni affrettate e sproporzionate invece di riforme ponderate e durature. (Nel campo dell’informazione e della cultura, N.d.T.) i redattori sono licenziati per aver mandato in stampa pezzi controversi; i libri sono ritirati per presunta inautenticità; ai giornalisti è vietato scrivere su determinati argomenti; i professori sono indagati per aver citato opere letterarie in classe; un ricercatore è licenziato per aver fatto circolare uno studio accademico non autorizzato; e chi è a capo di complessi organismi ne viene espulso per quello che a volte è stato solo un errore materiale. Qualunque siano le argomentazioni su ogni particolare caso, il risultato è stato quello di restringere costantemente i confini di ciò che si può dire senza la minaccia di rappresaglie. Stiamo già pagando il prezzo con maggiore rinuncia al rischio da parte di scrittori, artisti e giornalisti che temono di perdere i propri mezzi di sussistenza (redditi, condizione patrimoniale, ecc., N.d.T.) se si discostano dal consenso o mancano di sufficiente zelo al sistema.

Questa atmosfera soffocante alla fine danneggerà quelle che sono le ragioni fondamentali del nostro tempo. La restrizione del dibattito, da parte di un governo repressivo o di una società intollerante, invariabilmente danneggia i più deboli e rende tutti meno capaci alla partecipazione democratica. Il modo per sconfiggere le cattive idee passa solo attraverso l’esposizione, l’argomentazione e la proposta, non certo cercando di zittirle o desiderare di allontanarle. Rifiutiamo qualsiasi falsa scelta tra giustizia e libertà, perché non possono esistere l’una senza l’altra. Come scrittori abbiamo bisogno di una cultura che ci lasci spazio per la sperimentazione, per l’assunzione del rischio e persino per gli errori. Dobbiamo preservare la possibilità di dissentire in buona fede senza il rischio di conseguenze professionali. Se non difendiamo la cosa da cui dipende il nostro lavoro (la Libertà, N.d.T.), non dovremmo aspettarci che il cittadino o lo Stato la difendano per noi.

Firmatari:

Elliot Ackerman
Saladin Ambar, Rutgers University
Martin Amis
Anne Applebaum
Marie Arana, author
Margaret Atwood
John Banville
Mia Bay, historian
Louis Begley, writer
Roger Berkowitz, Bard College
Paul Berman, writer
Sheri Berman, Barnard College
Reginald Dwayne Betts, poet
Neil Blair, agent
David W. Blight, Yale University
Jennifer Finney Boylan, author
David Bromwich
David Brooks, columnist
Ian Buruma, Bard College
Lea Carpenter
Noam Chomsky, MIT (emeritus)
Nicholas A. Christakis, Yale University
Roger Cohen, writer
Ambassador Frances D. Cook, ret.
Drucilla Cornell, Founder, uBuntu Project
Kamel Daoud
Meghan Daum, writer
Gerald Early, Washington University-St. Louis
Jeffrey Eugenides, writer
Dexter Filkins
Federico Finchelstein, The New School
Caitlin Flanagan
Richard T. Ford, Stanford Law School
Kmele Foster
David Frum, journalist
Francis Fukuyama, Stanford University
Atul Gawande, Harvard University
Todd Gitlin, Columbia University
Kim Ghattas
Malcolm Gladwell
Michelle Goldberg, columnist
Rebecca Goldstein, writer
Anthony Grafton, Princeton University
David Greenberg, Rutgers University
Linda Greenhouse
Rinne B. Groff, playwright
Sarah Haider, activist
Jonathan Haidt, NYU-Stern
Roya Hakakian, writer
Shadi Hamid, Brookings Institution
Jeet Heer, The Nation
Katie Herzog, podcast host
Susannah Heschel, Dartmouth College
Adam Hochschild, author
Arlie Russell Hochschild, author
Eva Hoffman, writer
Coleman Hughes, writer/Manhattan Institute
Hussein Ibish, Arab Gulf States Institute
Michael Ignatieff
Zaid Jilani, journalist
Bill T. Jones, New York Live Arts
Wendy Kaminer, writer
Matthew Karp, Princeton University
Garry Kasparov, Renew Democracy Initiative
Daniel Kehlmann, writer
Randall Kennedy
Khaled Khalifa, writer
Parag Khanna, author
Laura Kipnis, Northwestern University
Frances Kissling, Center for Health, Ethics, Social Policy
Enrique Krauze, historian
Anthony Kronman, Yale University
Joy Ladin, Yeshiva University
Nicholas Lemann, Columbia University
Mark Lilla, Columbia University
Susie Linfield, New York University
Damon Linker, writer
Dahlia Lithwick, Slate
Steven Lukes, New York University
John R. MacArthur, publisher, writer

Susan Madrak, writer
Phoebe Maltz Bovy
, writer
Greil Marcus
Wynton Marsalis, Jazz at Lincoln Center
Kati Marton, author
Debra Mashek, scholar
Deirdre McCloskey, University of Illinois at Chicago
John McWhorter, Columbia University
Uday Mehta, City University of New York
Andrew Moravcsik, Princeton University
Yascha Mounk, Persuasion
Samuel Moyn, Yale University
Meera Nanda, writer and teacher
Cary Nelson, University of Illinois at Urbana-Champaign
Olivia Nuzzi, New York Magazine
Mark Oppenheimer, Yale University
Dael Orlandersmith, writer/performer
George Packer
Nell Irvin Painter, Princeton University (emerita)
Greg Pardlo, Rutgers University – Camden
Orlando Patterson, Harvard University
Steven Pinker, Harvard University
Letty Cottin Pogrebin
Katha Pollitt
, writer
Claire Bond Potter, The New School
Taufiq Rahim
Zia Haider Rahman, writer
Jennifer Ratner-Rosenhagen, University of Wisconsin
Jonathan Rauch, Brookings Institution/The Atlantic
Neil Roberts, political theorist
Melvin Rogers, Brown University
Kat Rosenfield, writer
Loretta J. Ross, Smith College
J.K. Rowling
Salman Rushdie, New York University
Karim Sadjadpour, Carnegie Endowment
Daryl Michael Scott, Howard University
Diana Senechal, teacher and writer
Jennifer Senior, columnist
Judith Shulevitz, writer
Jesse Singal, journalist
Anne-Marie Slaughter
Andrew Solomon, writer
Deborah Solomon, critic and biographer
Allison Stanger, Middlebury College
Paul Starr, American Prospect/Princeton University
Wendell Steavenson, writer
Gloria Steinem, writer and activist
Nadine Strossen, New York Law School
Ronald S. Sullivan Jr., Harvard Law School
Kian Tajbakhsh, Columbia University
Zephyr Teachout, Fordham University
Cynthia Tucker, University of South Alabama
Adaner Usmani, Harvard University
Chloe Valdary
Helen Vendler, Harvard University
Judy B. Walzer
Michael Walzer
Eric K. Washington, historian
Caroline Weber, historian
Randi Weingarten, American Federation of Teachers
Bari Weiss
Sean Wilentz, Princeton University
Garry Wills
Thomas Chatterton Williams, writer
Robert F. Worth, journalist and author
Molly Worthen, University of North Carolina at Chapel Hill
Matthew Yglesias
Emily Yoffe, journalist
Cathy Young, journalist
Fareed Zakaria

*In copertina: Martin Amis, ragazzo

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