29 Ottobre 2022

Occhio animale. Steve McCurry: colpi d’ascia negli abissi della natura

Qui gli animali accompagnano l’uomo nel proprio delirio, nel decadimento, nella rinascita in mezzo alle macerie.

Devo ringraziare Teresa Maria Vitelli, venue manager di Palazzo Belloni, a Bologna (in sede fino al 12 febbraio 2023), per aver curato con così tanta eleganza e gusto la nuova mostra dell’instancabile Steve McCurry, Animals. Le fotografie, illuminate ciascuna da un faro che spunta nell’oscurità, rassicurano e spaventano, divertono e spiazzano il visitatore. Tra le macerie, la guerra, le esplosioni, il catrame troviamo la fauna spaesata o più semplicemente rassegnata alle roboranti scelte dell’uomo, che smette di percorrere i deserti per fustigare sé stesso fino alla fine dei suoi giorni. Cammelli portatori di armi e vettovaglie, asini traghettatori di famiglie in fuga.

Ma non è tutto. Ci sono anche gli animali che accompagnano altri uomini nel loro lento pellegrinare verso gli argini del nulla. Dai cani addormentati attorno ad una donna a Varanasi, agli ovini domati da pastori senza arti, maiali ribaltati in motorette alimentate a nafta, ed elefanti che solo apparentemente si rilassano accanto a giovani selvaggi.

L’occhio degli animali si fonde a quello dell’uomo. Quale la differenza tra l’inquietudine del ragazzo con il serpente attorno al collo e la diffidenza del babbuino che emerge dalle acque?

È un tunnel nero di anime, questa mostra. Un tunnel nero di fragilità e lontananze, di sguardi assenti e pieni. Colpi di sonda nell’abisso della natura. Dove i colori accesi delle fotografie di McCurry esaltano e spengono il fuoco di tutto. Dipingono il nero di azzurro, che si riassesta al cielo Bolognese.

D’altra parte il fotografo era in perenne ricerca del momento di passaggio, umano e animale, quello in cui l’immagine rivela una tensione. Qualche cosa che si riveli il più possibile naturale, reale e autentica.

Gruppo MAGOG