Ahmad Shāmlu (1925-2000), tra i più importanti poeti persiani del Novecento, scrisse questa poesia nei primi anni Cinquanta. Inclusa nella silloge L’aria fresca (Havā-ye tāzé, 1957), ci appare oggi di impressionante contemporaneità. L’autore, da sempre impegnato con la sua attività poetica nella lotta per la libertà ed emancipazione socio-politica e culturale del suo popolo, vi affida il grido disperato di chi, imprigionato e imbavagliato, non può smettere di condannare le sopraffazioni subite, echeggiando col proprio canto la voce di tutta una nazione. Di grande simbolicità e forza è poi la scelta di rivolgersi in particolare alle ragazze d’Iran, per il poeta discendenti dirette degli eroi che seppero rivoltarsi all’oppressione dei potenti. Un inno al coraggio e alla tenacia delle donne, dunque, che consegna alle più giovani il testimone della rivalsa e dell’ira, da lustrare come pugnale incandescente contro ogni forma di malvagità umana.
Faezeh Mardani e Francesco Occhetto
*
Dal cuore ferito di Ābāii[1]
Ragazze delle pianure!
Ragazze delle attese!
Ragazze delle piccole speranze
nelle sconfinate pianure,
dei sogni infiniti nelle tetre angosce!
Ragazze degli orizzonti nuovi
nelle logore baracche! –
Quando sboccerete dalla corazza dei vostri abiti
il folle vento
scompiglierà la lunga criniera
del cavallo del desiderio…
*
Ragazze del fiume infangato!
Ragazze delle mille colonne di fiamma
oltre l’arcata del fumo!
Ragazze degli amori lontani
tutte silenzio e lavoro di giorno
tutte stanchezza di notte
il giorno
infaticabili
la notte
sconfitte! –
In quale amore, intimo e misterioso giardino –
in quale mistica danza, così da placare il desiderio –
innalzerete le braccia come zampilli?
*
Ahimè!
I vostri capelli, i vostri sguardi
invano
rabbuiano l’essenza dei versi del poeta.
Ragazze che andate e venite
nelle pianure di nebbia!
Ragazze timide,
docili
rugiade
in branco! –
In quale dei vostri petti
penetrò il sangue
del cuore ferito di Ābāii?
Su quale dei vostri seni
fiorì la primavera della sua adolescenza?
Su quale delle vostre labbra
– ditemi! –
si posò il profumo del suo bacio?
Nelle uggiose notti di pioggia
– quando non c’è da lavorare –
chi di voi
resterà sveglia
nel letto violento della disperazione
nel letto angusto della nostalgia
nel letto dolente dei pensieri segreti
affinché in ricordo di lui
– pieno di furore e coraggio –
fino all’alba
continui a luccicare
il lampo dei vostri occhi desti?
*
Tra di voi
– ditemi! –
tra di voi
chi luciderà
il pugnale di Ābāii
fino
al giorno
della riscossa?
[1]Eroe e martire per la libertà, le sue gesta sono narrate dalle leggende turkmene.