10 Settembre 2018

“Vorrei diventare un’icona mondiale, un esempio per gli altri”: Matteo Fais dialoga con Claudia Mareddu, instagramer, aspirante influencer, insomma, la nuova Chiara Ferragni

Una delle convinzioni più sciocche è che solo intervistando premi Nobel, scienziati, o esperti di varia natura si possa poi proporre ai lettori qualcosa di profondo. In verità, letterati, menti geniali e accademici pluridecorati, più che essere profondi, sono addestrati a dire cose abissali. Ma la profondità si può trovare in tutto, basta saperla far venire a galla. Naturalmente, si deve presupporre un lettore sensibile, capace di scorgere tra le righe, di ascoltare ciò che le semplici parole considerate in sé stesse non dicono. Per questo un’intervista a Chiara Ferragni, come all’ultimo degli spazzini, se condotta nel giusto modo, può dare non meno spunti di riflessione di una che avesse come protagonista l’autore di Quel che resta del giorno. Anzi, la sfida per chi legge sta proprio in ciò: Kazuo Ishiguro si dice, mentre l’uomo comune, per quanto famoso, è detto. Del resto, uno dei libri più intensi e con maggiore circolazione degli ultimi decenni è il resoconto dell’esperienza devastante di una ragazza adolescente, Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino, di Christiane F.

È partendo da questi assunti che siamo andati a sentire Claudia Mareddu, nuova instagramer sarda e aspirante influencer, con alle spalle un’apparizione a Miss Italia. Una ragazza che per certi versi si distingue – il suo sedere funzionerebbe, per dimostrare Dio, più di una qualsiasi delle cinque prove di San Tommaso – e che per molti altri sembra un po’ quella della porta accanto. Proprio come diceva lo slogan di quell’impareggiabile film, American Beauty, per capire non resta che guardare da vicino.

MaredduC’è una domanda che rivolgo a tutte le belle donne che intervisto: se siano consapevoli dell’effetto che sortiscono negli uomini. A giudicare dal modo in cui ti mostri su Instagram, direi che tu lo sei, o sbaglio?

Io sono totalmente consapevole dell’effetto che scateno negli uomini. Sono una provocatrice. Nel senso che non mi faccio problemi a far valere il mio modo d’essere e, siccome è una cosa che mi diverte e mi dà felicità, non vedo perché non dovrei comportarmi in questo modo. Non sto facendo del male a nessuno, anzi mi sto divertendo. Sono me stessa, non c’è nulla di male.

Perché hai scelto di apparire su questo social network, Instagram? Vorresti diventare la Chiara Ferragni sarda?

Sotto sotto, la mia idea è quella di diventare un’icona. L’ho sempre desiderato da quando ero piccola: essere un’icona mondiale, una bomba sexy. Proprio come le attrici degli anni ’50-’60, in particolare Marylin Monroe, che aveva una sensualità straordinaria, Brigitte Bardot e Audrey Hepburn, di cui ammiro l’eleganza e la raffinatezza unite a una grande semplicità. Nella mia testa ci sono loro. Guardando certe foto di Marilyn penso: “Caspita, mi criticano per le mie immagini ma, quando lei ha posato nuda, per la mentalità che c’era, queste foto erano molto coraggiose”. Per far capire le palle che aveva quella donna. Comunque, ho scelto Instagram dal 2015. Prima non lo conoscevo. In precedenza, mi ero iscritta su Facebook e poi cancellata, perché ero fidanzata e sono stata sei anni senza social network, concentrata solo sulla mia relazione. Dopo esserci lasciati, a ventunanni, ho sentito l’esigenza, anche legata a progetti universitari da svolgere sui social, di reiscrivermi sia a Facebook che a Instagram. Quest’ultimo, nel 2015, esisteva già da due anni in Italia e da cinque anni nel resto del mondo. Non lo conoscevo bene e ho iniziato a fare come fanno tutti, pubblicando le foto della quotidianità. Ma allora lo usavo senza l’idea che potesse essere un nuovo media, capace di ricoprire lo stesso ruolo che aveva la televisione negli anni ’80 o il cinema negli anni ’50. Secondo me, Instagram sta prendendo il sopravvento su questi. A partire dal 2016, dopo che ho partecipato a Miss Italia, ho fatto qualche shooting fotografico, e allora ho iniziato a curare di più il mio profilo. Mi sono anche cancellata diverse volte, perché in me c’è un conflitto, nel senso che sono consapevole dei danni che creano i social network: sono una droga, tolgono tempo al resto. Ho fatto un percorso di yoga in cui ho cercato in qualche modo di arginare questa mia voglia di apparire, di mettermi in mostra. Io sono fondamentalmente una persona molto egocentrica. In tutte le cose che ho fatto, danza, canto, teatro, mi sono sempre spesa anima e corpo, con passione. Ho preso parte a tanti spettacoli e ogni volta che salgo sul palco sto benissimo, come davanti alla macchina da presa – mi è capitato di girare qualche cortometraggio e, al momento, sto lavorando a un lungometraggio con un regista esordiente sardo – o davanti alla macchina fotografica. Solo che questo mio egocentrismo ha dei risvolti negativi. Nel 2016, quando ero più debole di adesso, non avendo ancora iniziato il percorso di yoga, e le persone mi cercavano chiedendomi di lavorare, mi veniva una specie di adrenalina, quasi mi fossi fatta di qualcosa. Andavo proprio in estasi. Quando invece c’erano i periodi di down, cosa normale quando ti esponi ma non tutto va a gonfie vele, dovevo stare attenta a non prendere questo lavoro troppo seriamente, per evitare di cadere in depressione. La persona egocentrica, che si mette così in mostra tra foto e video, è una a cui piace – inutile nasconderlo –, altrimenti non lo farebbe. Quelli come me dipendono molto dal giudizio degli altri. Se davvero non ci interessasse non faremmo di tutto per farci notare. Ma, appena arrivano i giudizi negativi, devi stare attento a non prenderti e a non prenderli troppo seriamente.
Perdonami, ma in che senso ti interessa il giudizio degli altri?

A me piace essere apprezzata.

D’accordo. Ma qual è la differenza tra te e Chiara Ferragni?

Se devo essere sincera, mi sento un puntino in confronto. Ho letto un sacco di sue interviste e, onestamente, io le credo. Secondo me, quello che accomuna le persone che riescono a ottenere ciò che vogliono dalla vita è il fatto che sono spesso in uno stato d’animo positivo. Questo consente loro di attrarre ciò che desiderano, perché ci credono fermamente. Noi – perché mi considero tale – lo sentiamo che dobbiamo diventare qualcosa. Io lo so già, lo do per scontato. Non esiste il “forse”: è sicuro che andrà così, per il semplice fatto che io lo voglio e sono molto determinata. La cosa veramente difficile non è il credere in sé, ma sopportare le critiche. Nel momento in cui riesci a superarle sei infottibile e ti spiego perché: se tu sei forte, riesci ad andare oltre e non ti arrendi, perché credi comunque nel tuo ideale, in quello che vuoi fare e diventi invulnerabile. Sei come i fachiri che camminano sui chiodi, oppure le persone che si sottopongono a delle prove atroci per aumentare la loro forza di volontà.

Trai piacere dall’essere guardata, dall’avere su di te gli occhi degli uomini?

Sì, traggo piacere dall’essere guardata dagli uomini e, in generale, dall’essere presa come modello dalle persone. Io sono un po’ megalomane. Voglio essere un modello per il mio modo di pensare, lo stile di vita, il modo di approcciarmi a essa.

Ma, allora, perché non scrivi un libro?

Magari un giorno arriverà anche quello. Le persone non capiscono, pensano che il mio profilo Instagram stia tutto in ciò che si vede. In realtà, siccome so come funziona lo strumento, per raggiungere i miei obiettivi, io lo sfrutto. Il mio fisico è un mezzo per arrivare a un altro fine. In futuro, svelerò quello che ho in mente.

Non ti prende mai una sensazione di inquietudine al pensiero dell’occhio di un estraneo che ti osserva morbosamente, attraverso le foto che tu stessa hai postato, e si sollazza immaginandoti in atteggiamenti intimi?

Sinceramente, non mi fa nessun effetto. Tutti gli uomini, davanti alle donne che sono comparse sui giornali, che sono diventate dei sex symbol, nei film e in tv, l’hanno fatto. È una cosa normale. Perché dovremmo imbarazzarci per ciò che, in fin dei conti, è normale? È da quando l’uomo esiste sulla Terra che, come accade tra gli animali, se vede una femmina attraente, ha una certa reazione. In fondo, tutti i maschi guardano i porno e anche le donne… Magari non tutte, perché ancora hanno dei limiti mentali. Per questo odio quando mi arrivano commenti di uomini che fanno i bigotti. Le donne che lo fanno sono fastidiose, ma gli uomini sono anche peggio, soprattutto se poi mi seguono.

MaredduLeggendo una tua recente intervista, non ho potuto fare a meno di notare i commenti dei lettori. Il più gentile era un insulto. Praticamente, ti accusavano di essere poco più di un’esibizionista con un bel culo. Ti offendono queste critiche? Secondo te perché la gente ce l’ha con il tuo fondoschiena? Io, personalmente, al mare, durante l’estate, non ho visto donne, ragazze, mamme, signore in età meno esposte. Per dirla tutta, mi pareva che avessero proprio il culo fuori. Dunque, perché un giudizio così duro sulle tue foto in perizoma?

Non ti nego che questo genere di commenti leggermente intacca il mio umore, ma non per questo mi distolgono da ciò che mi fa stare bene e mi diverte fare. Però, è ovvio che ancora non ci sono abituata. La mia vita è cambiata completamente nell’ultimo mese, da quando ho cominciato realmente a farmi notare. Queste sono le prime sfide. Io le prendo come tali: se supero questo genere di cose e non mi faccio condizionare dal pensiero altrui, se imparo ad accettare le critiche, divento infottibile. Cosa mi fa superare ogni volta il trauma? Il fatto che non creda loro. Si sputtanano con ciò che scrivono: alle donne dà fastidio soprattutto l’atteggiamento esibizionista, come a certi uomini. Non è il mio sedere il problema, ma il fatto che io voglia metterlo in mostra. Perché se io vado al mare con uno slip un po’ ridotto, ma non assumo atteggiamenti particolari, nessuno mi critica. È nel momento in cui voglio attirare l’attenzione degli altri, che le persone mi si scagliano contro. Ma perché? Se non mi vuoi guardare, non guardarmi, no?!

Ma, secondo te, le donne che vanno in spiaggia in perizoma non si vogliono mettere in mostra? Cioè, loro no e tu sì?

Non hanno il coraggio, anche se hanno un bel sedere, di metterlo in mostra al cento per cento, perché sono limitate da aspetti etico-culturali. Se vai al mare con uno slip nel 2018 è normale, diversamente dagli anni ’50. In spiaggia sono tutte così, quindi va bene. Ecco cosa pensano. Il problema, invece, sorge quando una persona riesce a differenziarsi e ha le palle di essere veramente sé stessa e di dire: io sono esibizionista, vedo il mio sedere e mi piace. Ma non solo il mio sedere, anche il mio corpo, il mio pensiero. Lo voglio pubblicare? Lo pubblico! Qual è il problema? Non ti riguarda. Se mi guardi il problema è tuo, non mio.

Le donne ti invidiano, a tuo avviso? Se sì, tu come vivi il loro astio?

Non vorrei dirlo, però, secondo me sì, mi invidiano. Non do molto peso al loro giudizio, perché parto dall’idea che non sia onesto. Solo il giudizio di poche amiche lo è stato. Quando pubblico una foto oggettivamente bella, la apprezzano, e mi fanno i complimenti per quello che sto riuscendo a ottenere… Per il resto, il loro parere non mi interessa, perché è da quando sono piccola che non ho mai avuto molte amicizie femminili, perché non riesco a fingere e preferisco stare da sola che frequentare una persona facendo la falsa. Sono abituata, da allora, quando al mare indossavo la brasiliana, o a scuola – facevo danza, quindi avevo un atteggiamento impostato –, ad attirare l’attenzione anche solo camminando. Purtroppo, funziona così. La gente è cattiva e parla solo quando ha qualcosa di cattivo da dire, non certo per scrivere un commento positivo. Quindi perché dovrei dare importanza a un atteggiamento psicologico del quale nemmeno loro sono consapevoli, la loro invidia?

Tu preferisci ricevere un apprezzamento dalle donne o dagli uomini?

Dagli uomini. Io sono cresciuta in una certa cultura, sono degli anni ‘90. Le mie scelte non nascono dal nulla. Fin da quando ero piccola sono stata bombardata, come tutti quelli della mia generazione, da messaggi di un certo tipo, dal cinema, la tv, il web. Faccio alcuni esempi: le pubblicità della Omnitel con Megan Gale, Striscia la notizia con le veline. Tutte cose che portano una ragazza a essere orientata in un certo modo. Poi c’è gente che guarda Uomini e Donne, Verissimo, le interviste a Belen Rodriguez e Michelle Hunziker, però non ha le palle di mettersi in mostra perché magari ha problemi a essere guardata. Ma il loro modo di pensare è lo stesso che ho io: la loro educazione, sul piano culturale, si è basata su quel genere di contenuti e, per forza di cose, ne sono state plasmate. Poi c’è chi ha le palle e chi no. Tutti quelli che hanno occhi per il mondo dello spettacolo, della moda, un po’ vorrebbero essere come quella gente, altrimenti non sarebbero interessati. Un pelino di invidia c’è sempre, solo che hanno magari paura delle conseguenze o di ricevere giudizi negativi, perché non si sentono all’altezza.

Claudia, tu sei femminista? Se sì, qual è il tuo pensiero sulla condizione femminile?

Sull’essere femminista c’è un po’ di confusione. Alcuni ritengono che l’essere femminista significhi, per la donna, poter fare tutto quello che vuole e quindi comportarsi come mi comporto io. Altri, invece, ritengono che il mio atteggiamento non sia femminista, perché contribuirebbe a incentivare quei pensieri degli uomini che riducono la donna a oggetto. Sia chiaro, io non mi comporto così perché sono un oggetto, ma perché mi diverto e voglio fare quello che faccio. Non sono la schiava o l’oggetto di nessuno. Anche l’idea della sessualità che riguarda solo l’uomo, mentre la donna vive tutto dal lato più romantico, non è vera. Sono tutti luoghi comuni, che dovrebbero essere smantellati come il pensiero che la donna che parla di sesso è una puttana, invece l’uomo può farlo tranquillamente. Questo non è effettivamente libertà, ma ipocrisia. La differenza è che una donna si vergogna di parlarne, l’uomo no, ma i pensieri appartengono a entrambi allo stesso modo.

Qual è il messaggio più assurdo che hai ricevuto da un follower?

La richiesta di farsi schiavizzare – cosa che mi fa tanto ridere. Mi scrivono dicendomi che vorrebbero il numero della mia carta e promettono di pagarmi tutto quello che voglio. Un altro messaggio che mi ha colpito e del quale sono molto felice, è di uno che mi ha scritto che, dalle mie foto e da quello che scrivo nelle storie, si percepisce la mia gioia, la mia serenità, la mia positività. A suo avviso sono una persona con forti contenuti, ma che ancora non ho avuto modo di esprimere pienamente.

Secondo te, le foto che pubblichi sono erotiche?

Sono foto sensuali, ma non volgari. Sono foto oggettivamente belle.

Essere belle e desiderate è sempre un bene, oppure impedisce a certi aspetti della tua persona di essere notati?

Dipende da come gestisci tutto. Se sei brava a non farti inghiottire dalla vanità, riesci a tenere a mente il vero intento per il quale fai queste cose. Non devi mai dimenticare che sfrutti il tuo corpo piacente come strumento per attirare l’attenzione e dire come la pensi, per comunicare dei contenuti importanti. Ovvio che, se nel percorso ti fai traviare, se finisci per essere vittima della vanità, gran parte della tua persona non viene vista. Molte volte mi chiedono: “Ma non hai pudore, perché mostri delle zone che dovrebbero vedere solo i tuoi fidanzati o che dovresti tenere per te?”. Io la penso in modo diverso: la mia intimità non è il corpo che per me è un vestito, una tuta spaziale che usiamo in questa dimensione per poter vivere la vita. In realtà, io mi identifico di più nella mia anima. Il corpo è il suo vestito ed è questa che non mostro a tutti, ma solo a chi voglio io. Ecco la vera intimità: come una persona è dentro, non come è fuori.

Cos’è la bellezza e, soprattutto, c’è della bellezza nelle foto che pubblichi su Instagram?

Ti rigiro la domanda: secondo te sono belle?

Secondo me si vede una bella ragazza. La cura della scenografia o delle inquadrature, a volte, è discutibile. Sono autoscatti, provocanti. Non lasciano indifferenti a livello ormonale, però la qualità estetica dell’immagine non spicca rispetto al corpo che viene fotografato nella sua oggettività. Comunque, cosa è la bellezza?

La bellezza è legata alle qualità di una persona e la personalità di una può arrivare a mutare i canoni in circolazione. Per esempio, le sopracciglia grosse di Cara non sono sempre piaciute. Ci sono stati momenti in cui non si usavano. Lei le usa e, data la sua grande personalità, chi la ammira finisce per imitarla.

Tra i vari commenti negativi che sei riuscita ad accumulare ce n’era anche uno che, in realtà, sottendeva il solito adagio, sempre ripetuto dalla notte dei tempi, ovvero che la bellezza, in una donna, di rado si accompagna all’intelligenza. Tu, Claudia, ti ritieni intelligente? Svolgi attività che di solito vengono attribuite alle persone intelligenti, come leggere per esempio?

Riuscire a emergere in un social e, più in generale in un media, richiede intelligenza. Le persone stupide non ce la fanno. Ho passato l’inverno a leggere tre libri a settimana sulla crescita personale, la PNL, la spiritualità, l’esoterismo. Insomma, leggevo tantissimo e facevo yoga due volte a settimana. Romanzi non ne leggo, non mi piacciono. Mi annoiano.

Hai qualcosa di molto profondo e molto superficiale, al tempo stesso. È interessante questa cosa…

Io ho un quaderno in cui riportavo i miei pensieri. I miei genitori me lo dicevano sempre che è scioccante come cambi personalità da un mese all’altro, oltre che modo di pensare. Altaleno questa passione per l’estetica, per la bella vita, per la voglia di apparire, cose legate insomma a un contesto superficiale e materialista, e la spiritualità. Voglio conoscere i poteri interni dell’uomo, della nostra mente, imparare a guidarla, a non essere schiavi dei propri istinti, delle proprie passioni. Sono in bilico tra questi due aspetti, per cui passo periodi nei quali non sono sui social, quando per me esiste solo lo yoga e in cui leggo tantissimo. Allora faccio ogni mattina la doccia ghiacciata, anche d’inverno, perché devo imparare ad aumentare la mia forza di volontà e a governare il mio corpo.

MaredduHai dichiarato di essere vegana. Si tratta di una scelta legata al semplice benessere fisico, oppure ha dietro di sé una sorta di filosofia come quella della salvaguardia degli animali?

Nasce come scelta etica, animalista, e poi, successivamente, ne ho scoperto i benefici come dieta. Quando ho iniziato il mio percorso, smettendo di mangiare la carne rossa, avevo sedici anni e tutti contro, i miei genitori e il mio fidanzato. Mi dicevano che mi sarei ammalata, che sarei diventata rachitica…

Te lo chiedo perché la natura, in realtà, è crudelissima. Per ogni bel tramonto che ci commuove l’anima, c’è un animale che con furia ferina divora l’altro dopo averlo dissanguato. Non so se tu lo sappia, ma Leopardi in un testo descrive il suo giardino proprio come uno luogo del male: dietro la gradevolezza estetica che si manifesta a una visione superficiale, vi sono lotte continue tra gli elementi e la fauna che lo abita. Ti dico tutto questo per sapere se, veramente, a tuo avviso, noi dovremmo assumere un atteggiamento diverso nei confronti degli animali.

Secondo me dovremmo assumere un atteggiamento animalista per molteplici ragioni. La prima è che, nel contesto attuale, possiamo permetterci praticamente di mangiare ciò che vogliamo. Ci sono, poi, anche degli innumerevoli studi che dimostrano i benefici di un’alimentazione a base vegetale. In realtà, secondo me la natura non è crudele. C’è un ecosistema e in esso tutto è perfettamente in sintonia. La crudeltà è un aspetto, proprio come all’interno del corpo umano ci sono cose positive e altre apparentemente negative. Prendi il dolore fisico. Se lo consideri attentamente è fondamentale per tutto l’organismo, perché funge da campanello d’allarme. Se vai a vedere con la lente d’ingrandimento all’interno dell’ecosistema, vedrai solo atrocità, ma, se le cose non stessero così, l’intero corpo della natura non potrebbe funzionare.

Una ragazza bella, desiderata e ammirata soffre come una qualunque, oppure proprio la consapevolezza che la sua condizione, quella che nel presente è la sua forza, andrà inevitabilmente incontro al decadimento, la rende maggiormente vulnerabile?

Penso che, al fondo della mia voglia di apparire, ci sia la volontà di avere la sicurezza che per gli altri sono così come mi vedo. Chiunque mi conosca sa che ho dei complessi legati soprattutto all’avere un fisico generoso e quindi tendente a ingrassare. Sono sempre stata una sportiva, eppure ogni giorno vivo con la paranoia di mettere su grasso. Oppure mi guardo allo specchio e noto un qualcosa di me che non mi piace. I miei denti, per esempio, sono storti. Io sono sicura della mia sensualità, ma non sono sicura di essere oggettivamente bella. Quando ho fatto Miss Italia c’erano, per esempio, ragazze molto più alte di me, molto più slanciate, dal fisico più magro e, anche se so che corpi simili piacciono meno rispetto al mio… Tant’è che, dopo quell’esperienza, ho iniziato ad allenarmi ogni giorno, per cinque ore, in palestra e ho condotto anche una dieta che mi ha fatto perdere cinque chili, nel giro di quindici giorni. In quel periodo, se mangiavo una pizza, il giorno seguente dovevo correre almeno dodici chilometri per la paura di ingrassare. È da quando avevo sedici anni che vivo con questi complessi.

Ti interessa realmente il successo? Se sì, perché?

Se mi chiedi se mi interessa, ti dico di sì. Se poi mi domandi il perché, non so risponderti. Sto cercando anche io la motivazione (ride).

Facendo i debiti scongiuri, hai mai pensato a cosa faresti e a come ti sentiresti se fossi improvvisamente privata della tua bellezza, dalla sera alla mattina? Ne moriresti, o sopravvivresti a te stessa? Cambierebbe qualcosa, o no?

Sicuramente, in principio sarebbe una batosta. Però, poi, siccome mi caratterizza il fatto di essere una guerriera che adora le sfide, la prenderei come un segno del destino. Diventerebbe un modo per far vedere al resto del mondo, ma anche a me stessa, che posso fare altro. È normale a ventiquattro anni essere affascinati dalla propria bellezza, ma, quando con il tempo questa comincia ad abbandonarti, ti concentri di più su cose diverse.

Fino a oggi sei stata più amata, o hai amato?

In generale, mi sento immensamente amata dai miei genitori – la nostra è una famiglia molto unita. Per quanto riguarda le relazioni, ho sempre pensato, prima di iniziare il percorso di yoga, di dare duecento per ricevere cinquanta-settanta. In realtà non funziona così, perché è uno specchio: tu ricevi sempre quello che dai.

Non ho mai compreso realmente cosa cerchino le donne in un uomo, forse perché ognuna è sulle tracce di qualcosa di diverso. Tu cosa cerchi?

Ciò che mi affascina in un uomo è lo stile e la personalità. Mi piacciono gli uomini cazzuti, un po’ come sono io. Per esempio, pur non conoscendolo, se devo essere sincera, per i suoi comportamenti, il mio modello, nel mondo mediatico, si avvicina molto a Fabrizio Corona. Non so esattamente perché, però ci vedo della grinta, un prendere a schiaffi la vita, una certa aggressività che appartiene anche a me. Io sono così, se faccio una cosa la faccio fino alla morte. Mi devi ammazzare per non farmela fare, anche se si tratta della scelta più sbagliata di questo mondo dal punto di vista degli altri.

In che senso Corona incarnerebbe tutto ciò?

Non mi sto riferendo a qualcosa che ha fatto, perché non lo conosco. È una sensazione a pelle. Sicuramente non mi piacciono i principi. Non sono per il genere delicato.

MaredduSei felice?

Io sono molto felice, contenta di essere me stessa. Mi sveglio ringraziandomi.  Come ti ho già detto, sono megalomane.

Ti piacerebbe essere un’altra persona, che so, Scarlett Johansson, oppure ti basta essere quella che sei?

Magari nel periodo di formazione ho avuto degli esempi a livello caratteriale e, allora, guardavo a delle ragazze dicendomi che mi sarebbe piaciuto avere le palle di una o dell’altra, reagire come quella davanti alle difficoltà. Oppure, le invidiavo da un punto di vista estetico. Tipo mi sarebbe piaciuto avere il naso di una invece del mio. Oggi come oggi, mi sveglio e dico grazie per la mia vita, grazie perché sono io, per aver capito come riuscire a ottenere ciò che desidero, senza autosabotarmi.

Ma quindi che cos’è la felicità?

Secondo me la felicità è riuscire a essere totalmente sé stessi, assumersi la responsabilità di come si è, dimostrandolo davanti a tutto il mondo, in ogni singola situazione, senza provare l’ansia dell’essere giudicati.

Ti sei mai trovata brutta?

Quando ero più piccola, tipo a dieci anni, mi prendevano in giro. Mi dicevano che avevo un naso da maiale, perché ho le narici larghe. Poi c’era il fatto che, a scuola, nella danza, non arrivavo a essere la prima. Vedevo delle mie amichette che ci riuscivano e mi veniva da chiedermi cosa sapessi fare bene. La risposta era “un po’ di tutto”, ma alla fine non c’era una cosa nella quale eccellessi. Da lì mi sono buttata a capofitto nella danza e ho raggiunto ottimi risultati: sono stata assistente della mia insegnante e ho fatto diversi spettacoli, ho lavorato un anno come professionista. Ma da piccola non ero per niente sicura di me. Avevo sempre paura di essere presa in giro. Addirittura, c’è stato un periodo in cui mi vergognavo: avevo dodici anni e non volevo andare nei negozi con i miei, perché temevo che le persone della mia età mi vedessero. Uscire con loro mi dava l’idea di non essere grande.

C’è una citazione da un libro, da un discorso tenuto da qualcuno, magari anche da un amico, che pensi ti descriva nella tua essenza?

C’è una citazione che un po’ descrive il mio carattere, uno spot della Apple, di non mi ricordo quale anno, che dice: “Ai pazzi. Ai disadattati. Ai ribelli. Ai contestatori. Quelli sempre al posto sbagliato. Quelli che vedono le cose in un modo diverso. Non amano le regole. E non rispettano lo status quo. Puoi citarli, puoi disapprovarli, glorificarli o denigrarli. Ma ciò che non potrai fare è ignorarli. Perché sono quelli che cambiano le cose. Fanno progredire l’umanità. E se alcuni vedono la pazzia, noi vediamo il genio. Perché persone così pazze da pensare di cambiare il mondo…solo quelle le cambiano davvero”. Però questa, in realtà, era una frase di Einstein.

Come mai rispondi a tutti i follower – cosa che non fa quasi nessuno dei famosi – ringraziandoli, che ti si scriva “bella”, oppure “che figa”?

Instagram è un social media e, quindi, con le persone devi interagire. Anche quando mi contattano in chat, a meno che non siano messaggi che non meritano risposta, se mi domandano qualcosa incuriositi dal mio stile, io rispondo, perché voglio farmi conoscere e non esclusivamente per la mia immagine.

Appariresti mai nuda, su Playboy, se dovessero chiamare?

A me piacciono soprattutto le foto artistiche, in cui magari c’è anche del nudo. Se sono foto belle, sensuali, allora sì. Se invece sono quelle che puoi trovare anche sui siti porno, assolutamente no, perché io non voglio essere volgare.

Ti hanno mai chiesto un autografo? Se sì, cosa hai provato?

Non ancora. Sarei felice se me lo chiedessero.

Di fronte a te, i maschi si spaventano?

Qualche volta mi è capitato. Ho sempre pensato di essere una femmina alfa e di essere un po’ maschio dentro, nel senso che so quello che voglio. A volte il mio approccio può risultare aggressivo, perché ho tanta energia e conto sulle mie forze. Anche il fatto che mi metto in mostra, a molti uomini non piace. Preferiscono magari ragazze più delicate, che se ne stanno per i fatti loro.

Tu hai studiato comunicazione. Come spiegheresti il fenomeno degli instagramer, ai quali peraltro appartieni?

Come ti accennavo prima, i social media e il web stanno prendendo sempre di più il posto della tv e del cinema. Infatti, al giorno d’oggi, è più facile trovare persone che stanno al telefonino, piuttosto che davanti alla tv. Instagram è un network che resta amatoriale. Una persona, comunque, è molto più interessata a vedere nella vita quotidiana di un vip, o in quella delle persone che conosce, anziché sintonizzarsi su Uomini e Donne – programmi che alla fine sappiamo tutti essere costruiti e finti. Instagram dà l’idea di essere più live, di mettere in mostra la vita delle persone comuni. Per questo le imprese stanno cominciando a investirci: quando l’influencer sponsorizza qualcosa, chi segue lo percepisce come realmente appassionato, pensa che gli piaccia davvero quello di cui parla. In televisione, invece, la pubblicità è tutta finta. Su Instagram è molto più velata, ecco perché l’idea funziona.

MaredduClaudia, se non ho notato male, tu non hai tatuaggi, o sbaglio? Cosa pensi di questo fenomeno?

Esteticamente i tatuaggi mi piacciono molto, perché mi rimandano a un’idea di ribellione. Ma oggi non è più così, oggi li hanno tutti, quindi più che ribellione è un conformarsi. A me piace essere unica nel mio genere. Con questo non intendo dire che non me ne farò mai uno – in generale, non dico che non farei mai una cosa.

Un noto filosofo francese, Jean-Paul Sartre, dice, in un passo della sua opera più famosa, che il vestito, diciamo il fatto di indossare un qualcosa che mi copra, mi consente di essere considerato dall’Altro come coscienza e non come oggetto. Uno che dovesse vedere le tue foto, secondo te, potrebbe pensare alla tua coscienza?

No, per come è il mio profilo ora, se una persona non ha capacità di andare oltre, guardare con sensibilità alle frasi che magari posso scrivere di accompagnamento. Tutti gli altri si fermano all’immagine e io vengo considerata solo una bella ragazza che vuole mettere in mostra le sue qualità fisiche. Ma dietro la foto non c’è solo il fare clic. Mi piace pensare a una situazione, un contesto. Certo, vorrei lavorare con grandi fotografi e fare foto artistiche, anche di nudo per dire, però artistiche, perché non sarebbero volgari. Comunque, questa avversione nei confronti della nudità a me fa ridere, perché noi nasciamo nudi. È molto triste che le persone si scandalizzino davanti a un corpo senza vestiti, come davanti a una madre che allatta un figlio – è la natura e noi ci stiamo allontanando sempre più dall’idea di natura.

Matteo Fais

 

Gruppo MAGOG