02 Dicembre 2017

Il verbo oltreoceanico di Juan Arabia: prima dei poeti, è la realtà a essere “maledetta”

L’icona dice molto, quasi tutto. Il viso canonico di Arthur Rimbaud, dionisiaco. I capelli all’aria, come falangi di uccelli in migrazione. Dito davanti alle labbra. Come a dire: ‘zitti tutti, parla la poesia’. Siamo nel 2013. Nasce la rivista di poesia più affascinante e folle d’Argentina. Buenos Aires Poetry. Primo numero: intervista a John Ashbery, il grande poeta statunitense, morto in settembre.

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Rimbaud vi dice: “zitti tutti, parla la poesia!”. Il logo di Buenos Aires Poetry

La rivista (che vedete qui) ha una grafica scattante, tra avanguardia e preraffaelliti, indaga con smaliziata acribia i grandi poeti di oggi (nel numero 6 c’è una intervista a Charles Wright, altro titano lirico americano) e i numi del passato: l’ultimo numero è dedicato a Dylan Thomas, gli altri ad Arthur Rimbaud e ad Ezra Pound. Paradossi di una globalizzazione fatta assecondando la bussola di Lord Jim: per capire la ‘poesia occidentale’ tocca sbarcare a Buenos Aires. Dietro il progetto di ‘BAP’ c’è Juan Arabia, ‘il Lawrence d’Arabia della poesia’, come dice, sbandierando sorrisi, l’editore italiano Walter Raffaelli. Giovane (classe 1983), figlio di immigrati calabresi, allampanato, vivacemente ‘maledetto’, assolutamente colto. Laurea sull’opera di John Fante, Arabia ha tradotto Rimbaud e Pound (Lustra), scrive poesie, per fortuna tradotte in Italia (Il nemico dei Thirties, Samuele Editore, 2017, pp.86, euro 12,00), dove si rivela la sua personale mitologia radicale: Rimbaud (“Qui Rimbaud ancorò la sua barca immobile”), Verlaine, Dylan Thomas (“Reggevi il tuo bicchiere,/ imprigionata da demoni e tiepida in verità,/ di un altro tempo non risolto, e spine arenose”), Hart Crane, sulla soglia abbagliante del suicidio (“questa non è una caduta, è il lascito”). Insomma, radicalità radiosa ed ebbrezza maieutica. Il volo a Buenos Aires, con ali virtuali, incontro i pazzi poeti oltreoceanici, era necessario.

Intanto. Come è nato il progetto di Buenos Aires Poetry? Ho visto che hai una vocazione ‘internazionale’: che tipo di poesia si legge oggi in Argentina, quali sono i grandi poeti argentini di oggi?

Buenos Aires Poetry nasce come una estensione della mia formazione, delle mie letture. Con il passare del tempo, è diventato luogo di incontro di diverse espressioni artistiche, di Camila Evia – che è responsabile del progetto grafico di ‘BAP’ – e di poeti e critici come Neil Leadbeater, Víctor Rodríguez Núñez, Lucas Margarit, Antonio Nazzaro y Mariano Rolando Andrade (tra quelli che costrituiscono il comitato editoriale della rivista). Quanto al resto, non sono molto informato su ciò che si legge specificamente in Argentina. Come in ogni altra parte del mondo, mediazioni e compromessi sono ampi e ciò che viene divulgato segue logiche che hanno poco a che vedere con la qualità estetica”.

Il primo numero di BAP è dedicato a John Ashbery, il grande poeta statunitense. Tu hai studiato John Fante. Come mai questo fascino verso la letteratura nordamericana?

Buenos_Aires_Poetry_N°1“Come in ogni grande sistema di oppressione e di potere, negli Stati Uniti emergono – o meglio, sono emerse… – le forme più radicali di resistenza e di ‘contropotere’. Penso ad autori come John Fante, Ezra Pound, Kenneth Rexroth, Jack Kerouac. Il mio interesse per John Fante deriva dalla mia più intima origine e ‘formazione’: sono anche io discendente diretto di immigrati italiani – dalla Calabria. Il padre di John Fante (Nicola) perse l’imbarco per l’Argentina, per questo finì, all’inizio del secolo scorso, a Denver, Colorado”.

Hai tradotto Ezra Pound. Pound ha vissuto ed è morto in Italia, un paese in cui i critici letterari tendono ancora a sottolineare il suo ‘fascismo’ più che la sua grandezza lirica. Spiegaci: perché Pound è così importante? Che cosa ti affascina di lui?

“Oltre a essere un grande poeta in grado di far rivivere il meglio della tradizione letteraria (da Li Po a Cavalcanti, da Arnaut Daniel a Browning e Villon…), è stato l’unico poeta della storia che ha affrontato con esito straordinario tutte le forme di ostruzione al potere: culturale ed economica”.

Ancora su BAP. Vedo: Rimbaud – che hai tradotto – Lautréamont, Ezra Pound, Dylan Thomas, William Burroughs. Tutti scrittori, in vario modo, considerati ‘pazzi’ o ‘dannati’. La letteratura è sempre ‘maledetta’?

“In generale, la poesia ha bisogno di esperienza reale e concreta. Prima ancora dei poeti, è la realtà stessa a essere ‘maledetta’”.

Che tipo di poesia è possibile, oggi? Che cosa leggi? Che cosa stai scrivendo? Che relazioni intrattieni con il ‘pubblico’? Che tipo di rapporti – e di compromessi – il poeta debe intrattenere con la politica del proprio tempo?

“Ogni forma di poesia è possibile; la poesia, dobbiamo sempre ricordarlo, è un lavoro collettivo. Come scrive John Ashbery in Hotel Lautréamont: ‘La ricerca dimostra che le ballate sono un prodotto di tutta una società che ha lavorato insieme’. In materia politica, ho sempre simpatizzato per l’anarchismo. In Argentina è stato sterminato, molto tempo fa, bruscamente. Per questo, non sono molto ottimista”.

Come vive un poeta, come si può vivere di poesia?

“‘Fammi tornare scimmia, o lasciami solo la letteratura/ non abbandonarmi alla condizione umana./ Questo che pesa così tanto in me/ fuori non pesa nulla’, scrive il poeta argentino Luis Benítez nella poesia intitolata César Vallejo. Mi pare che sia una risposta alla domanda”.

*

Lake District

 

Yo, que negué a Cristo en el primer barco,

finalmente entendí el significado de la palabra adiós.

No se trata de una simple despedida:

es el momento en el que todo se hunde

en los blancos y transparentes mares de números,

y se pierde la flor, única prueba de la existencia de un paraíso.

 

Es el momento donde se pierde el inmediato calor

de aire que encierra y separa a cada una

de las cosas que existen en el mundo.

 

 

Lake District

 

Io, che ho negato Cristo sulla prima barca,

finalmente ho capito il significato della parola addio.

Non si tratta di un semplice commiato:

è il momento in cui tutto affonda

nei bianchi e trasparenti mari dei numeri,

e si perde il fiore, l’unica prova dell’esistenza di un paradiso.

 

È̀ il momento dove si perde l’immediato calore

d’aria che chiude e separa ciascuna

delle cose che esistono nel mondo.

 

*

Hart Crane cae de un barco

 

Apagados labios

que celebran puertas espirituales,

esto no es una caída, es el legado:

 

tus delicados jinetes en la tormenta

vienen por vos, como vendrán por nosotros,

y ustedes, aquellos extraños.

 

Esto no es una caída.

Es el silencioso exilio

hacia la eternidad.

 

Es el horizonte que se extiende,

poderosas puertas espirituales,

dentro del hombre y la naturaleza.

 

 

Hart Crane cade da una barca

 

Spente labbra

che celebrano porte spirituali,

questa non è una caduta, è il lascito:

 

i tuoi delicati cavalieri nella tempesta

vengono per te, come verranno per noi,

e voi, quelli sconosciuti.

 

Questa non è una caduta.

È il silenzioso esilio

verso l’eternità.

 

È l’orizzonte che si estende

poderose porte spirituali,

dentro l’uomo e la natura.

 

Le poesie sono tratte da: Juan Arabia, “Il nemico dei Thirties”, Samuele Editore, 2017, traduzione di Antonio Nazzaro ed Ezio Falcomer

*

How is the idea of BAP born? I have seen that you have an ‘international’ vocation: what poetry is read today in Argentina? Which, in your opinion, are the greatest living Argentine poets?

“Buenos Aires Poetry comenzó como una extensión de mi formación y mis lecturas. Con el paso del tiempo, eso fue encontrando un lugar en las expresiones artísticas de Camila Evia (encargada del proyecto visual de BAP), y de poetas y críticos como Neil Leadbeater, Víctor Rodríguez Núñez, Lucas Margarit, Antonio Nazzaro y Mariano Rolando Andrade (entre otros, que hoy forman parte del comité editorial de la revista). Por otro lado, no estoy muy al tanto de lo que se lee específicamente en Argentina. Como en todas partes del mundo, las mediaciones son más amplias y lo que se divulga tiene más que ver con lógicas que no son intrínsecas con la calidad estética”.

BAP was born in the first issue with an interview with John Ashbery, an extraordinary North American poet. You studied John Fante. Why this fascination with North American and English literature?

“Como todo gran sistema de opresión y poder, en Estados Unidos se presentan (o más bien se presentaron…) las más radicales formas de resistencia y contrapoder. Pienso en autores como Fante, Pound, Rexroth, Kerouac. Mi interés en Fante proviene de mi propio origen y “formación” como descendiente directo de obreros inmigrantes italianos (en mi caso de Calabria). De hecho, el padre de John Fante (Nicola), perdió primero un barco hacia Argentina, y por eso terminó a principios de siglo pasado en Denver, Colorado”.

I’ve seen you translated Ezra Pound. Pound lived and died in Italy, in Italy critics remember his friendship with Mussolini. Explain: why Pound is so important? What is fascinating about him?

“Además de ser un gran poeta y de revivir lo mejor de las tradiciones literarias (Li Po, Cavalcant, Arnaut Daniel, Browning, Villon…), fue el único poeta de la historia que se enfrentó con relativo éxito a todas las formas de obstrucción: culturales y económicas”.

I see on BAP: Rimbaud (which you translated), Lautréamont, Pound, Dylan Thomas, William Burroughs. Writers, in various ways, ‘crazy’ or considered such, ‘cursed’. Is literature always ‘damn’?

“En general, la poesía necesita de la experiencia real y concreta. Y mucho antes que los poetas, la misma realidad está ‘maldita’”.

In your opinion, what kind of poetry is possible today? What do you read? What are you writing? What relationship do you have with the ‘public’? What relationship do you have with the politics of your time?

“Creo que toda forma de poesía es posible, y siempre debemos recordar que se trata de un trabajo colectivo. Como escribió Ashbery en Hotel Lautréamont: ‘Research has shown that ballads were produced by all of society working as a team’. En materia política, siempre simpaticé con el anarquismo. En Argentina eso fue exterminado, hace mucho tiempo y bruscamente. De manera que noy optimista al respecto”.

How do you live as a poet, can you live in poetry?

“Devuélveme el chimpancé, o hazme sólo literartura / más no me dejes la condición de hombre. / Esto que todo lo pesa en mí / afuera no pesa nada”, escribe el poeta argentino Luis Benítez en su verso titulado ‘César Vallejo’. Creo que se trata de una eventual respuesta a esta pregunta”.

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