28 Novembre 2019

Vi siete accorti che con Terry O’Neill è morto un gigante? Ha fotografato tutti, dai Beatles a Amy Winehouse, ha stretto un sodalizio con David Bowie, e quella foto della Bardot…

Pensa a un attore, uno sportivo, un cantante che ami. Pensa al tuo mito. È quasi certo che Terry O’Neill l’abbia conosciuto, ci abbia fatto amicizia, l’abbia frequentato. E fotografato. Terry O’Neill è morto il 16 novembre scorso, ma nessun necrologio ha riportato tutta la verità sul suo conto: O’Neill è stato un gigante, tra i più grandi fotografi del ’900, una carriera sessantennale, la gran parte frutto di un c*lo stratosferico. Lo scrivo perché è feltrinamente fattuale: O’Neill ha avuto una fortuna sfacciata, piovutagli addosso, irritante, e non richiesta. Se non mi credi, eccoti le prove. Prendiamo una delle sue foto più famose, lo ‘scoop’ di Faye Dunaway, la mattina dopo aver vinto l’Oscar come migliore attrice. Quella di lei in post sbornia, stupenda e nuda sotto la vestaglia, la gamba svelata che ti toglie il senno, giornali stampati del suo trionfo abbandonati ai suoi piedi e su un tavolo, su cui svetta la statuina d’oro. Non ci sarebbe stata nessuna Faye Dunaway da immortalare The morning after se Terry O’Neill non ci stesse facendo sesso da una settimana, e da nuovo amante ufficiale non si fosse conquistato il privilegio di scortarla agli Oscar, dividerci la stanza in hotel e brindare con lei al più illustre traguardo a cui un’attrice possa ambire.

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Bye bye Terry. Terry O’Neill, classe 1936, morto il 16 novembre scorso, è stato tra i grandi fotografi del secolo

Amico, puoi esser figlio di un alcolizzato e di una casalinga, far parte del proletariato, ma se nasci sotto una buona stella, la vita ti sorride e il futuro te lo mangi. Non capisco un cavolo di oroscopi, però ti dico che quando O’Neill è nato, stelle e pianeti stavano incastrati in maniera speciale, sennò come te lo spieghi non aver mai scattato una foto in vita tua e finire su tutte le prime pagine con la prima che fai? O’Neill ci pensava zero a fare il fotografo, a 15 anni lascia la scuola perché si mette in testa di diventare un batterista jazz. Vuole andare a New York, non ha un quattrino, per viaggiare gratis briga di farsi assumere da una compagnia aerea che lo assume sì, ma tra il personale di terra. Tu dirai, che sfiga, e invece no, perché un giorno c’è da fare un servizio fotografico promozionale in aeroporto, ma il fotografo non arriva, e le foto le fa O’Neill. Una di queste ritrae un signore in giacca e cravatta, che sbadiglia scompostamente. Terry non lo sa, ma è il ministro dell’Interno, e la foto fa il giro dell’Inghilterra. O’Neill cambia lavoro, viene preso al Daily Sketch, e come primo servizio fotografico consegna un Laurence Olivier vestito da donna (per esigenze di scena). Poco dopo, lo invitano a fotografare una band appena nata, che ha inciso il suo primo singolo. Sono le foto dei Beatles. Piacciono, e lo chiamano a far lo stesso con un altro gruppo: sono i Rolling Stones, da lì a poco primi in classifica.

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Servizi fotografici i cui scatti originali oggi valgono una fortuna e che, nei primi anni ’60, l’imberbe O’Neill realizza al posto dei colleghi rinomati che snobbano la nascente Swinging London. O’Neill se ne bea, la società che cambia la ‘copre’ lui, ne conosce tutti i protagonisti, si mette in tasca i loro recapiti telefonici. Il numero di O’Neill finisce nella rubrica di Elizabeth Taylor: è lei a chiamarlo affinché la raggiunga a casa di George Cukor perché ha una parte per David Bowie, e siccome O’Neill ha il numero di Bowie e lei no… ma O’Neill le porta un Bowie strafatto di coca e in ritardissimo perfino per i canoni di Liz, e la parte non la ottiene, e però O’Neill se ne va via con un malizioso servizio fotografico di lei e Bowie che farà come gli altri il giro del mondo. La collaborazione artistica tra O’Neill e Bowie dura 20 anni, dal 1972 al 1992. Sono di O’Neill tante foto di Bowie, è di O’Neill la session di Diamond Dogs col cagnone a due zampe, anch’essa nata per caso, con questo cane che a ogni flash balzava su, ritto, di suo, e va a capire perché. Il gran c*lo di O’Neill arriva un pomeriggio nell’ufficio di Bowie per una session fotografica con un uomo “dalla faccia nota”, che solo quando O’Neill guarda le sue foto finite su Rolling Stone capisce che è William Burroughs!

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1977: Faye Dunaway ottiene l’Oscar come migliore attrice per “Quinto potere”. Terry la fotografa, è lì con lei, è il suo amante. Si sposeranno pure: coniugi dal 1983 al 1987

“Non so come sono arrivato dove sono arrivato”, rispondeva Terry O’Neill a chiunque gli chiedesse lumi della sua fulgente carriera, e citava le sere passate con il suo migliore amico, Bill Wyman, quando da ragazzi si interrogavano sul lavoro reale che da grandi avrebbero fatto. È riconosciuta l’abilità di O’Neill nel cogliere l’attimo: così è stato per la foto di Brigitte Bardot capelli al vento e sigaretta in bocca sul set de Le pistolere. Una foto di scena, una foto che ha subito preso vita propria: conosco gente ridottasi a deriva masturbatoria per quel simbolo fallico tra le labbra schiuse della ‘femmina’ per antonomasia. E tra O’Neill e Faye Dunaway finisce male, dopo 6 anni di fidanzamento, 4 di matrimonio e un figlio. Per O’Neill “anni sprecati! La celebrità ti recinta, se sposi un’attrice devi stare alle sue regole, le regole di quel business”, e O’Neill non amava i riflettori, ma ammetteva pure sconsolato che per lui “capire le donne è impossibile”, e però con la sua terza e ultima moglie aveva a quanto pare trovato la soluzione ideale: vivevano nella stessa casa ma lui al piano terra e lei al piano superiore, piani comunicanti ma anche no.

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Se sei Terry O’Neill sei uno che fotografa sua maestà Elisabetta II, ma pure uno che prende il thè con Lady Diana, e va a pranzo con Michael Caine ogni giovedì. O’Neill si definiva piagnone, fifone, mangione di pesce fritto e patatine, deluso di non aver fatto in tempo a fotografare Marilyn Monroe, e grato alla pigrizia che gli aveva fatto rifiutare l’invito di Sharon Tate a casa sua, la stessa sera in cui quelli di Manson hanno fatto lo scempio che sai. L’ultima star fotografata da O’Neill è stata Amy Winehouse. Le star da talent lo annoiavano. O’Neill non era contro i selfie, ma ne rimarcava l’inoffensività. Diceva che se portano le persone a lusingarsi e a star bene, ok, ma a lui… che gliene importava? A Terry O’Neill i selfie i fan li chiedevano, e li faceva controvoglia perché, da gran fotografo che era, odiava esser fotografato.

Barbara Costa

*In copertina: 1975, David Bowie ed Elizabeth Taylor, un servizio fotografico memorabile di Terry O’Neill

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