20 Luglio 2018

“Prima che la bestia dentro di me prenda il sopravvento… fotografo!”: dialogo con Alan Marcheselli, guru della ‘fotografia istantanea’

Secondo me i fotografi sono un po’ folli. L’idea stessa di trapiantare una scheggia di mondo, un frammento di tempo nello spazio rettangolare di un foglio, è folle. Come riassumere l’oceano in goccia. I fotografi, intendo, hanno uno sguardo folle. Si accorgono di cose che ai comuni sfuggono, lo spigolo di un evento, per dire, evoca in loro immagini epiche: è la fotografia, in effetti, a rendere totale il particolare, eterno il morituro. Nel contesto della fotografia, poi, i cosiddetti polaroider, sono, per usare un gergo calcistico, quelli che preferiscono il calcio a 5. Sono dei fenomeni nello spazio breve: beccano l’attimo, l’esatta trafittura del sogno. Sono un po’ folli i fotografi. Me ne accorgo leggendo la Filosofia istantanea di Alan Marcheselli, il capobanda dei polaroider, uno degli organizzatori dell’imponente “Festival della fotografia istantanea” che si terrà al Riccione dal 26 al 29 luglio (qui tutti i dettagli e il programma). “Ogni volta che m’accorgo di atteggiare le labbra al torvo, ogni volta che nell’anima mi scende un maggio umido e piovigginoso, ogni volta che mi accorgo di fermarmi involontariamente dinanzi alle agenzie di pompe funebri e di andar dietro a tutti i funerali che incontro, e specialmente ogni volta che il malumore si fa tanto forte in me che mi occorre un robusto principio morale per impedirmi di scendere risoluto in istrada e gettare metodicamente per terra il cappello alla gente, allora decido che è tempo di mettermi a fotografare al più presto. Questo è il mio surrogato della pistola e della pallottola”. Mica male. La dedizione verso l’istante pare una pratica liturgica, un tanto zen: occorre predisporsi a fermare il momento perfetto, come il samurai che sega la mosca, in aria, con un colpo fugace di katana. Guardate cosa fa Marcheselli con le ‘istantanee’: pare bloccare la prolusione di un sogno. Guardate cosa fanno i polaroider: si intuisce che dietro l’esperienza estetica, dietro il lavoro, c’è una disciplina di vita.

Domanda da cretini. Che cos’è la ‘fotografia istantanea’ e da che cosa – esteticamente – si differenzia dal resto della fotografia. Ogni fotografia, in fondo, eterna l’istante…

La fotografia intesa come gestualità non cambia a seconda del mezzo o del veicolo utilizzato per realizzarla, quello che cambia è l’approccio del fotografo; la fotografia istantanea (nome ormai alquanto anacronistico nell’era digitale) è lentezza, pensiero, passione e dedizione, ma sopratutto è la ricerca del singolo scatto a discapito dei tanti fattori che ne possono inficiare il risultato. Oggi in un’epoca di multi-scatto, di schede di memoria quasi infinite, il sapere che si hanno a disposizione poche possibilità di esprimersi (scatti) e che ognuno di questi ha un costo, porta il fotografo a una consapevolezza maggiore.

Nella tua interessante ‘Filosofia istantanea’ scrivi che fotografare istantaneamente “è il mio surrogato della pistola e della pallottola. Con un bel gesto filosofico Catone si getta sulla spada: io cheto cheto mi metto a scattare istantanee”. Pare una questione di vita e di morte: è così?

Più che di vita e di morte per me si tratta di equilibrio, di trovare un modo di esprimermi e quindi di sfogarmi prima che la bestia dentro di me prenda il sopravvento.

Perché Riccione per questo festival? E che ‘fenomeno’ è – se lo è – quello della fotografia istantanea?

“ISO600 nasce con l’idea di essere un festival Itinerante, quindi dopo Milano e Bologna si è deciso per Riccione; località che nel periodo estivo è un richiamo per tutto il mondo, nella volontà di divulgare questa ‘Arte’ che molti ancora relegano a immaginetta usa e getta”. Occorre diversificare, ci sono due ‘fenomeni’ legati alla fotografia istantanea: uno è il ritorno per le nuove generazioni al piacere di avere un immagine in mano e non più solo sul monitor dello smartphone, l’altro è quello mai sopito dei Polaroiders, fotografi che esprimono se stessi attraverso la fotografia istantanea.

A cosa stai lavorando, cosa stai inseguendo?

Personalmente sto lavorando da mesi tra gli altri ad un portfolio realizzato interamente con fotocamere Polaroid rotte o pesantemente danneggiate, con il fine ultimo di stringere ancora di più il legame tra fotografo e mezzo, spero di non risultare ridicolo, ma ogni fotocamera ha il suo nome e la sua inclinazione e dopo 8 scatti ovvero il contenuto di un film pack viene definitivamente messa in pensione. Si inseguono i sogni e io fortunatamente ne ho tanti.

Un giudizio sul valore della cultura in Italia: è tenuta in giusta considerazione? Voglio dire, tu sei uno di quelli che si lamentano sulle spalle di questo Paese o che rilanci, ti lanci, reagisci?

Ecco la domanda la cui risposta mi renderà antipatico al creato intero; Italia e Cultura sono due parole che mal si sposano, ci accontentiamo dei titoli e non leggiamo gli articoli, però no, lamentarsi non serve a niente, dal 2010 insieme a tanti appassionati partendo dal nostro network www.polaroiders.it nel nostro piccolo portiamo avanti questa voglia di condividere il mondo istantaneo, a volte con passione altre con rabbia e purtroppo anche con la delusione nel cuore, ma è il nostro piccolo mondo e ci fa piacere condividerlo.

Gruppo MAGOG