02 Dicembre 2019

“Tutti avevano visto degli angeli…”. Su Odilon-Jean Périer, il poeta che ha ispirato “Il cielo sopra Berlino” (ma che nessuno si azzarda a citare)

Infine apparvero gli Stranieri.

Se ne parlava appena, in modo vago. Tutti avevano visto degli angeli, ma nessuno credeva agli occhi del suo vicino.

Chi li aveva incontrati, guarito un giorno con l’altro, parlava di poesia, di amore, – di libertà. […]

I più forti o più saggi tra gli uomini, cui nulla era rivelato, per un po’ si fecero beffe di queste visioni. Ma presto toccati dalla grazia, li si vide darsi alla caccia, con gli occhi spalancati sul loro cielo vuoto, a cercare degli dèi con tutto il loro cuore.

Erano consumati dal desiderio, si mordevano i pugni di filosofi e si passavano una mano tremante sulle celebri teste calve.

Tutte le ragazze avevano già il loro angelo, amico intimo. Quei prìncipi volavano come in sogno, senza sforzo alcuno, con attitudine rispettosa. Abbracciando la loro graziosa preda, andavano a sedersi sugli alberi. Ogni ippocastano ospitava svariate coppie d’ali. Il movimento del vento tra le foglie si mescolava al rumore dei baci. I filosofi gironzolavano sotto quegli alberi.

Molti vi morirono, stecchiti come cicale, dopo una canzoncina. Perché la morte faceva di loro dei poeti, e infine si lamentavano quanto più melodiosamente possibile.

Appollaiati sui rami odorosi, gli angeli e le fanciulle, unendo le loro dita leggere, ascoltavano agonizzare sotto la loro ombra rinfrescante quei vecchi signori, non senza un’ammaliante malinconia.

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Gli “Stranieri” di cui scrive Odilon-Jean Périer sono degli angeli discesi un bel giorno sulla città dello scrittore, Bruxelles, nei suoi parchi, nelle sue strade, sui tetti e nei bar – a osservare la vita quotidiana degli esseri umani – a contemplare da vicino le loro passioni e azioni – fino a voler diventare carnali come loro e viverle.

Una scena già vista da qualche parte? Forse sullo schermo cinematografico? Forse in un film di un regista tedesco? I due sceneggiatori de Il cielo sopra Berlino non ne hanno mai parlato ma forse le pagine de Il passaggio degli angeli ne sono davvero lo spunto, l’“ur-testo” del capolavoro girato pochi anni prima del Mauerfall.

Ora che l’austriaco Peter Handke, che scrisse a quattro mani il film di Wim Wenders, ha vinto il Premio Nobel, e che si celebrano i trent’anni dalla riunificazione della città tedesca e quindi delle due Germanie, è bene ricordare chi fu lo scrittore bruxellois.

Fumatore di pipa, amante delle parole e del design, a sua volta disegnatore, mai avvocato a dispetto della laurea in diritto, flâneur innamorato delle strade, dei parchi, degli alberi, della natura, del silenzio, della libertà, della bellezza, “Odilon-Jean Périer aveva il viso allungato, una fronte larga, i capelli tirati all’indietro. Portava degli occhiali tondi, delle giacche di tweed e dei fazzoletti chiari nel taschino. Amava il tennis, il golf e pure la boxe”, e sin da bambino aveva riempito i suoi quaderni di poesie, sempre in cerca della bellezza. Périer visse appena ventisette anni scarsi, e già in una poesia de Le Citadin faceva eco a un verso de La terra desolata di Eliot: “Non canterò troppo forte né troppo a lungo”.

Il frammento di traduzione de Il passaggio degli angeli e la cronologia biografica di Odilon-Jéan Périer sono qui riprodotti per gentile concessione de La Finestra Editrice di Lavis (Trento) che nel 2018 ha pubblicato l’unico romanzo dello scrittore vallone.

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“Cronologia della vita e arte di Odilon-Jean Périer”

1901 – Jean Périer nasce il 9 marzo 1901 a Bruxelles da Jeanne Thys, figlia di un generale pioniere del Congo belga, e di Gaston-Frédéric Périer, amministratore di società.

1911 Attorno ai dieci anni comincia a scrivere poesie. Nel corso dei suoi studi fonda numerose riviste (che avranno tutte la breve vita di un solo numero): La Lyre du potache, Hermès e Le Cénacle (il quale è anche il nome di un circolo letterario la cui sede è nella casa paterna al 50 di rue Defacqz). Da ragazzino s’inventerà anche un Gioco dei Paesi nel quale crea e distribuisce dei paesi simbolici di cui bisogna instaurare il governo e inventare la letteratura, viverne e scriverne la storia.

1912 La madre, molto amata dal poeta, pubblica una raccolta di novelle, Pendant qu’on dort, dedicata ai suoi due figli, il minore dei quali, Gilbert, è nato un anno dopo Jean.

1918 Fonda Le Cénacle e scrive, sulla falsariga di Jules Renard, un Petit Éssai de psychologie végétale, oltre a una raccolta di poemi in versi liberi che intitola La Route de sable.

1919 S’iscrive alla facoltà di Diritto dell’Université Libre di Bruxelles, dove si laureerà senza mai praticare, e dà inizio a una collaborazione biennale con la rivista La Patrie belge, che pubblica tre sue opere, Ariane-des-eaux, Hermès-des-oliviers e Orphée-des-vignes.

1920 Su ispirazione di autori come Apollinaire e Cendrars e del cubismo scrive il lungo poema Le combat de la neige et du poète e una raccolta di poesie, La Vertu par le chant.

1921 Termina la sua collaborazione con La Patrie belge e inizia quella col Mercure de France e con Signaux de France et de Belgique. Nel corso degli anni collaborerà anche con La Reinaissance d’Occident e Le Disque vert, con Echantillons, gli Écrits du Nord e la Nouvelle Revue Française. In quel di Parigi ha modo di conoscere gli scrittori francesi Jacques Rivière, Jean Supervielle e Jean Paulhan. Comincia la composizione di un altro volume di poesie, Notre Mère la ville, edito l’anno seguente.

1922 Durante il servizio militare nel campo di Berverloo, dove conosce Eric de Haulleville, è colpito da angina e reumatismi articolari, che segnano tutto il resto della sua vita.

1923 Scrive una commedia, Le Grand homme et l’autre e inizia un periodo di tre anni nel corso del quale si divide tra Bruxelles, Le Zoute e Parigi, dove frequenta Pauhlan.

1924 Dà alle stampe il poema Le Citadin, ou Éloge de Bruxelles una cui nota in apertura annuncia che l’autore rinnega ogni singola cosa che ha pubblicato precedentemente.

1925Crea un gioco di carte da lui disegnate, À tous hasards, e compone i nove poemi che costituiscono L’Amour en habit noir e che confluiranno poi nella raccolta Le Promeneur. Al teatro del Marais di Bruxelles viene messa in scena la seconda commedia del poeta, On s’amuse comme on peut, ou Les Indifférents.

1926 Viaggio a Parigi e Roma. Il 2 settembre si sposa con Laure Féron. Viaggio di nozze in Italia. Pubblica con Gallimard il suo primo e unico romanzo, Le Passage des anges.

1927 Pubblica con le edizioni della Nouvelle Revue Française la raccolta di poemi Le Promeneur, con un autoritratto di suo stesso pugno. Fonda con l’amico Robert De Geynst la rivista Livrets, sul cui primo numero scrivono: “Prendiamo partito per lo spirito di piacere e di scoperta, contro l’irrequietezza e la noia”. Su domanda dello stesso Gaston Gallimard propone una serie di opere, tra le quali La Maison de verre, la commedia Octave e una tragedia in alessandrini, Pierre, ou Les Bûchérons.

1928Comincia la collaborazione con la rivista Échantillons. Il 22 febbraio muore a causa di una pericardite reumatica, senza conoscere suo figlio Olivier, che nascerà solo qualche giorno piú tardi. Lo stesso giorno esce il Deuxième livret. Il 1° aprile sulle pagine della Nouvelle Revue Française viene pubblicata l’ultima poesia che l’autore ha portato a termine, La maison de verre. Il 15 maggio la rivista Variétés pubblica un frammento del prologo del dramma Vous êtes condamné à mort, ancora inedito.

1937 Viene edito dalle Éditions des Artistes di Bruxelles il volume Les poèmes d’Odilon-Jean Périer, con sei litografie originali di Albert Crommelynck, nel quale è raccolta l’opera completa dello scrittore a esclusione de Le combat de la neige et du poète, che verrà reintegrata tre lustri dopo assieme a un poema inedito, Le corps fermé comme une jeune rose…, nella nuova edizione Gallimard.

1949 Georges Vitaly mette in scena la commedia Les Indifférents presso il Théâtre Royal du Parc di Bruxelles in concomitanza con l’inaugurazione della fontana dedicata al poeta in fondo ad avenue Louise, al cui numero 268 egli visse dopo il matrimonio.

1957 Esce la biografia di Périer, opera di Madeleine Defrenne ed edita dal Palais des Académies di Bruxelles.

1987 – Esce nelle sale il film Il cielo sopra Berlino, opera del cineasta tedesco Wim Wenders, sì ispirata ai versi di Reiner Maria Rilke, ma che richiama il tema de Le Passage des anges.

*Presentazione, traduzione e cronologia a cura di Marco Settimini

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