27 Luglio 2019

Rudolf Noureev: una leggenda senza patria. Un Concorso Internazionale per omaggiare il genio (e librarci sopra le povere ballerine sculettanti in tivù)

C’è l’atmosfera di un racconto di Nikolaj Leskov, la levità di una poesia di Fëdor Tjutčev, il putiferio di una fiaba di streghe e di fate, nella vita di Rudolf, “il tataro volante”, nato in un vagone della Transiberiana, trasvolato, sulle ali di un talento incomparabile, dal Kirov a Parigi al resto del mondo – perché i russi hanno questo genio nella danza, la cristallina leggerezza di Pietroburgo che si specchia e frantuma nella Neva e la furia glaciale dell’idea che stritola ogni resistere? Non sai neanche come chiamarlo, Rudolf, morto a se stesso nell’estro del ballo: Nureev, Noureev – come voleva lui, francesizzandosi –, Nureyev, Nuriev… il genio non si istituzionalizza in genealogia, non è affare alfabetico, non è davvero afferrabile. Intorno a Noureev, cogliendo i 25 anni dalla morte, la leggenda spericolata – dal gesto atletico, rigore d’ideogramma e di sonetto, al pettegolezzo – è sbocciato di tutto. Su tutto, un film, Nureyev. The White Crow, diretto da Ralph Fiennes, e un libro, Nureyev. La vita, firmato da Julie Kavanagh e pubblicato in Italia da La Nave di Teseo. Omaggi di livello più o meno riuscito, che cristallizzano la leggenda, ne ‘musealizzano’ il mito, per così dire. Piuttosto, il primo Concorso Internazionale intitolato a Rudolf Noureev, in atto al Teatro Galli di Rimini dal 7 all’11 agosto, ideato da Daniel Agésilas – già direttore del Conservatorio nazionale di Parigi e partner di Noureev – e da Maria Guaraldi (per informazioni: concours.rudolfnoureev@gmail.com), ha l’ambizione di perpetuare gli insegnamenti del genio, dando futuro alla leggenda. Il concorso si attua su variazioni obbligatorie dal repertorio di Noureev e si svolgerà sotto gli occhi di una giuria d’eccellenza – la serata di premiazione, aperta al pubblico, accadrà domenica 11 agosto, alle ore 20,30, con la presenza di Carla Fracci e Beppe Menegatti come ospiti d’onore. “Prima di ogni altra cosa Noureev è stato un personaggio dall’incredibile carisma che ha incarnato, nella sua tormentata vita ‘privata’ come in quella professionale, il genio dell’artista a tutto tondo”, scrivono i curatori del concorso nel libretto di scena. Mentre una frase del rivoluzionario della danza, As long as my ballets are danced, I will live, ricorre, intrecciandosi in un corsivo che diventa haiku, grazia nipponica, ballo, lungo i manifesti. Abbiamo chiesto a Maria Guaraldi, già organizzatrice di grandi eventi per la danza con Pina Bausch, Kazuo Ohno, Martha Graham, di spiegarci il carisma di questo concorso.

A un totale idiota di danza spieghi, per sommi capi, la necessità di vedere, capire, amare Noureev

A me, idiota di danza quanto te, a 20 anni, in Francia, la bellezza dell’arte di Pina Bausch, Martha Graham e Kazuo Ohno, che hanno allora rivoluzionato la danza, ha catturato a tal punto da determinare il mio desiderio di promuoverli o riproporli nel mondo collocandoli al posto che meritano nella storia della danza. Noureev ha messo le mani senza timori nel repertorio della danza classica da genio indiscusso. Diventando leggenda. Un grande omaggio a lui è dunque prima di tutto un omaggio alla Danza, la più trascurata fra le arti. Eppure, rispetto ai 900 mila iscritti ai club di calcio, ci sono 2 milioni di bambini iscritti alle Scuole di danza, segno di un amore straordinariamente diffuso fra bambini e adolescenti (e le loro famiglie), vera educazione al bello, non solo al corpo. Noureev è dunque una straordinaria opportunità ‘pedagogica’ per milioni di famiglie, un’opportunità straordinaria per attingere al patrimonio che ci ha lasciato, e questo grazie alla fiducia concreta della sua Fondazione.

Qual è a suo avviso il momento culminante nella carriera di Noureev, l’attimo di massimo splendore, irripetibile?

Quando, dopo la sua avventurosa richiesta di asilo politico ben raccontata dal recente film The white crow, il Paese che lo ha ospitato come ‘immigrato’ (!), la Francia, gli ha affidato la Direzione del Corpo di Ballo dell’Opera Garnier: una straordinaria lezione culturale per tutti i Paesi. E per questo amore, il tartaro Nureyev, nato sulla Transiberiana, ha voluto cambiare il proprio nome in Noureev, francesizzandolo. L’Amore dell’Arte, per dirla con Pierre Bourdieu, supera ogni nazionalità! Sotto la sua direzione è nata una vera ‘generazione Noureev’ di giovani danzatori, poi divenuti a loro volta etoiles. Gli stessi che saranno a Rimini come giurati e coach dei candidati al 1° Concorso internazionale di danza che porta il suo nome, nella stessa logica didattica di trasmissione dell’arte per osmosi (come acutamente scrive il Direttore artistico Daniel Agésilas nel Libretto di sala).

…forse Noureev ha giocato anche con la cultura pop, ha ‘sdoganato’ la danza in contesti inconsueti, era un genio nella versatilità, nelle scelte mai ovvie, e questa è una ragione della sua fama?

Certamente, un genio è per definizione ‘eclettico’: non solo danzatore, ma grande coreografo che ha messo le mani su tutto il repertorio classico, trasformandolo. Grande musicista e direttore d’orchestra. Grandissimo attore (rivedere il suo Valentino!). La sua fama è ormai quasi indipendente dalla sua ‘qualifica’. Come per Fellini…

Specifichi la peculiarità del suo progetto: forse più di un ‘concorso’, un ‘omaggio’, così a dare continuità alla maestria di Noureev, penso. 

Già: forse “Concorso” non era il termine giusto per questo Progetto di Didattica della Danza. Ma soltanto la logica del Concorso internazionale, connesso con le grandi Accademie, i Centri Coreografici, i grandi Teatri d’Opera, le grandi Compagnie, poteva indicare la strada di una ‘rete’ necessaria per individuare e far crescere i talenti, nello spirito di Noureev .

Cosa c’entra Noureev con la città di Rimini?

Un colpo di fulmine del V. Presidente della Fondazione Noureev durante l’inaugurazione del finalmente rinato e davvero splendido Teatro Amintore Galli; in perfetta sintonia con la ‘visione’ del Sindaco Gnassi sul ruolo che il ‘suo’ Teatro potrà giocare in futuro anche a livello internazionale. D’altra parte, te l’ho già detto: Noureev non ha patria. E Rimini è un crocevia internazionale di culture e tendenze. Sarebbe stato più facile, più economico e più scontato realizzarlo a Parigi, capitale mondiale della cultura. Parigi stessa non ha fatto nessuna obiezione alla mia iniziativa, anzi. Ma l’Italia ha bisogno di nuovi e importanti impulsi per tornare ad essere il primo paese delle arti. Questo è oggi un seme. Rimini merita di rinascere anche con dei contenuti di eccellenza.

Ha visto il film su Noureev? In assoluto, che cosa la ha colpita (o meno) dei diversi omaggi espressi intorno al grande danzatore?

La sua ‘curiosità’, molto ben raccontata (le visite all’alba nei Musei parigini, la sua competenza in ambito pittorico…).

Domanda di rito. Lo stato della danza in Italia. Sia sagace e rapace. 

Sagace? Se il rapporto numerico calcio-danza sopra citato è davvero quello, cosa aspetta la RAI a fare “Tutta la danza minuto per minuto”? Un grande programma dedicato alle manifestazioni, agli spettacoli, ai nuovi talenti emergenti: non solo povere ballerine sculettanti nei programmi di intrattenimento. Rapace? Un terreno vergine da arare e coltivare, perché porti molto frutto…

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