14 Agosto 2020

“Norman Mailer dal punto di vista della mia f*ga: intitolamelo così, questo pezzo, Davide…”. Barbara Costa sullo scrittore più eccitante dell’era moderna

“Norman Mailer dal punto di vista della mia f*ga”: intitolamelo così, questo pezzo, Davide, o pensi che ciò che viva tra le mie gambe non abbia valore, opinione, impulso perdurante di dire la sua, su Norman Mailer? Sicuro, su colui che già dal nome, a pronunciarlo, passartelo tra la lingua ai denti e lasciartelo uscire a grido strozzato dalla bocca, è promessa di morsa dentro al sesso. Eccome, se la senti, quell’arsura di carne interna che ti si contrae e brucia, si gonfia ed è pronta a esternarsi, indecente, in squirting letterari che fuoriescono a strappo. Sono gettiti vischiosi, copiosi, che ottengo senza bisogno di dita, mie né di nessun altro. Sono potenze, prodigi letterari, fuochi di artificio maileriani. Artifici stordenti, turbanti, che ti invadono e ti massacrano il cervello e poi lì, giù, evidenti, puntuali. Innegabili. Come è innegabile, non celabile, l’invidia del pene che avvince e vince ogni altro maschio scrittore che ha l’ardire fuso a scemenza, di ritenersi e porsi non dico sopra ma pur di fianco, o poco sotto, a Norman Mailer. Come non stanargli tale mira? Mailer ha scritto il suo primo libro a 23 anni, pubblicandolo a 25, ottenendone istantaneamente ciò che la maggior parte degli scrittori mai conquista, neanche post mortem precoce, romantica o disgraziata che sia: la gloria, e i soldi, a palate. Se dopo 72 anni dall’uscita de Il Nudo e il Morto siamo ancora qui a scrivere, trattare di Mailer, e a lodarlo, detestarlo, amarlo, bestemmiarlo, qual è la ragione se non la forza malsana, e erotizzante in perpetuo, di questo scrittore?

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E tu, ragazza, che uomo vuoi? Se non hai la fortuna – o la bravura – di avere nel tuo letto l’oggetto in carne del tuo desiderio, almeno in campo letterario, dammi retta, lasciati andare ai bisogni che il tuo sesso ti detta. A chi vuoi darla a bere? Non ci credo che al Norman Mailer uomo non hai mai fatto un sudicio pensierino: davvero non ti sei mai accesa alle sue narrazioni, a nessuna sua torrida consensuale e non consensuale violenza stesa a inchiostro nero, e a quei coiti animaleschi, anche multipli, come quello che scovi ne Il Parco dei Cervi, in quella cabina telefonica, e che ti si fissa in mente da qui all’eternità…? Lo so. Su carta, come nella realtà della vita, Mailer era un uomo rissoso, cattivo, alcolizzato, drogato (amfe, erba, LSD misto a Seconal). Era poi misogino, un maschilista infernale e insopportabile (“Le donne vanno chiuse in gabbia!”), e un infedele. Sì, ma dimmi: quante volte ti sei toccata, ambendo a un Norman Mailer che ti apre le gambe e ti insulta a p*ttana? Al netto di ogni regola, dignità, buon nome. A sputo di ogni romanticismo. A odio e sfregio di una idea di amore, o di una sua imitazione: dì, quanto lo vorresti, ragazza, il puzzo di un Norman Mailer addosso, e dentro? Probabilmente ogni volta che presenti agli altri – e fai credere a te stessa – colui che è tua dolce metà, compagno modello, il migliore dei fidanzati. Mica sto qui a negarlo. Mailer sbraitava, imprecava, indomito a ogni decenza. Fu quasi omicida della sua seconda moglie. Mailer era bestiale, insolente, maleducato. Un corpo rigato da vene grosse di sangue nervoso. Un furore della parola scritta dilatata a romanzo. Il più grande, no, se non il più grande però tra i più grandi, su in quell’Olimpo di altri maschi esagerati come lui, ubriaconi, tossici, anime dannate e in grado di far dannare ogni f*ga volessero. Sesso concupito per sfizio, per noia. Pazzi, sporchi, esagitati, irredimibili. Quelli come Norman Mailer sono uomini da non frequentare, da allontanare, da additare, e da non votare se (come Malier) si candidano sindaci di New York e pretendono New York quale stato a sé, autonomo, speciale, con la libertà garantita per legge di girare nudo per la strada a chi va, o di fumare hashish legale. Fu quella una campagna elettorale elettrica, eclettica, irosa. Jim Morrison partì dalla costa ovest per dare una mano.

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Mailer fallito come uomo politico, fallito come romanziere, fallito come marito, fallito come antieroe? In molti lo hanno descritto – e ancora lo fanno – come un condensato di sconfitte. Rubo da una ingiallita copia di Newsweek: “Norman Mailer: le sue avventure e le sue buffonate non interesserebbero nessuno se egli non fosse capace di sedersi a un tavolo e scrivere, con una grafia illeggibile e su carta senza righe, 1500 parole al giorno, accuratamente collocate in modo da creare le frasi più eccitanti della letteratura moderna. Pieno di idiosincrasie, talvolta perverso, è però il più generoso scrittore della sua generazione”.

Barbara Costa

*L’articolo di “Newsweek” è tratto da: Enzo Biagi, “Dizionario del Novecento”, Rai-Eri/Rcs, 2001

**In copertina: Norman Mailer con Adele Morales, la seconda delle sue sei mogli; sposati nel 1954, hanno divorziato nel 1962, quando lo scrittore si accasa con Jeanne Campbell

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