21 Novembre 2018

Non credete ai buoni di cuore, la letteratura non fa per loro: ovvero, come la mia megalomania si è infranta entrando nella Feltrinelli di Milano (Brullo? Non esiste… e ora cosa dico a mio figlio?)

Non credete agli umili e ai buoni di cuore. Il regno dei cieli sarà anche loro, ma la letteratura non li riguarda.

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Chi è umile non scrive – obbedisce alla scrittura altrui. Chi è buono di cuore ignora che si scrive dissezionandolo, il cuore.

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Domenica scorsa, Milano. Ufficialmente è il compleanno di mio figlio, per cui scorrazziamo per la città – a piedi – come falene inviperite, come cobra all’attenti sul bello. In realtà. Voglio vedere se nell’urbe lombarda il mio libro c’è.

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Ufficialmente, intendo, Un alfabeto nella neve, uscito con griffe Castelvecchi, è in orbita libraria dal 16 novembre. Io abito alla provincia dell’impero culturale, ai margini della realtà editoriale, a Riccione, perciò è ovvio che in Riviera il libro non ci sia.

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La mia mente lampeggia d’attesa. ‘Brullo’ che sta tra ‘Brodskij’ e ‘Bulgakov’, tra ‘Borges’ e ‘Buzzati’.

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BrulloDi solito sono preda dell’indifferenza – eppure, all’ennesimo libro, sarà che sento il fiato di Ade addosso, sarà che ho i capelli altezzosamente bianchi. Sono indifeso. Vedere il proprio libro in libreria è vedersi allo specchio sorretto da un altro. Uno scrittore esiste se si legge, come fosse un estraneo, espropriato di sé, dilaniato e distrutto. Da ricucire verbo per verbo con acribia di serpe e nitore di ragno.

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Perciò, diffidate degli umili. Il mio sogno è che le librerie di tutta Italia siano ricolme soltanto dei miei libri – o di libri scritti dai miei svariati e variopinti alter ego. Vorrei eliminare per sempre Omero e Dante e Shakespeare e Tolstoj, e che la gente ripeta a memoria nei bus strofe del mio romanzo, che i bambini crescano imparando le mie poesie, che il cinema si nutra delle mie narrazioni.

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L’umiltà schifiltosa di uno scrittore è plausibile soltanto a partire dal suo successo planetario (interpellato dalla BBC il divin scrittore disse, ‘la fama? mi fa orrore…’).

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Bene. Feltrinelli, Duomo, Milano. Entro. Con aristocratica avidità cerco il mio nome. Non c’è. Come se il tuo nome fosse stato espunto dal Libro della Vita. Penso. Come se fossi stato già giudicato indegno dal tribunale della santa letteratura. Non sono dotato di ironia – di cinismo, forse, di sarcasmo, certo.

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Mi avvicino verso il primo inserviente che vedo. Giovane. Barbetta incolta. Li legge i libri costui? Boh! Voce impostata. “Mi scusi, cercavo un libro di Davide Brullo, Un alfabeto nella neve, edito da Castelvecchi”. Ormai l’esproprio della personalità e della persona è cosa fatta. Mento di essere un altro – prendo le distanze da me. Che sfigato lo scrittore che chiede dove sta il suo libro. Che glorificante umiliazione.

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Il tipo batte sul computer. Risposta: “è in ordine… non c’è ancora… dev’essere in ristampa”. Ca**o gli dico – ma nella mente, dacché la lingua è lignea, sta addossata al palato, a precipizio, ora è come una moneta gettata nel pozzo – il libro è appena stampato ed è già in ristampa… meglio di Camilleri, di Saviano, della Ferrante.

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A capo chino, riemergo in Galleria dalla Feltrinelli di fianco al Duomo. Sulla parete su cui scorre la scala, a caratteri cubitali, il nome. ‘Boris Pasternak’. Lo piglio come un segno. Vedi cosa significa sfidare i giganti, pallido idiota? Cosa ti sei messo a fare?

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Soltanto ora – certo della mia idiozia – posso rimarcare il valore dell’umiltà, che il successo confonde e corrompe, che è bene vivere nascosti. La verità è che vive nascosto chi ha in seno l’indole alla vendetta – o chi è disorientato da estasi religiose. La letteratura è lama e grido e rampone e rampicante.

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…e ora cosa dico a mio figlio? Tuo padre è un megalomane – cioè uno sfigato? Gettiamoci nella Pinacoteca di Brera, a farci assassinare dalla bellezza (lui, in realtà, poveretto, vorrebbe soltanto mangiare qualcosa, una pizza, un torsolo di focaccia). (Davide Brullo)

p.s. Ad ogni modo, mi dicono che il mio libro esista. Ciò che è certo è che ne parlo, domenica 25 novembre, alle ore 16, presso la Casa Museo Renato Serra in Cesena (viale Giosuè Carducci, 23)

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