20 Ottobre 2017

In mostra i Rolling Stones. Elogio degli anni in cui la vita sanguinava

Era appena un ragazzino. Sapeva soltanto una cosa. Voleva vivere l’atmosfera elettrizzata di Londra. Voleva ascoltare i Rolling Stones. Gli Stones esistono da 55 anni. Le prime foto di Dominique Tarlé agli Stones sono del 1967, 50 anni fa. L’apice, nel 1971. Gli Stones, reduci dalla morte di Brian Jones, si ritirano a ‘Nellcôte’, lussuosa villa a Villfranche-sur-Mer, vicino a Nizza. Lì, in delirio apocalittico, nasce uno dei loro album più grandi, Exile on Main St. Lì, nella follia creativa, c’è anche Tarlé. Che scatta. Scatta. Scatta. Le fotografie sono di una intimità bruciante. Jagger al tavolo. Fuma. Stanco. Guarda Keith Richards che arma la chitarra come un kalashnikov. Anita Pallenberg, di diafana bellezza, pare Euridice, che sfida il fotografo. Aule vuote. Cavi. Mick da solo. Perfora il vuoto con il canto. Dalle fotografie scaturì un album, nel 2001, Exile, che divenne culto. “Tarlé cattura i poliedrici lati di quella esperienza unica. L’impossibilità di registrare musica in mezzo a un circo di amiche, parassiti, bambini, cani. Una vita in cui il piacere è il lavoro, l’angoscia una droga quotidiana, dove la vita sanguina”, scrisse l’Observer. Ora, in concomitanza con le evoluzioni parigine degli Stones, che suoneranno, dopo la data del 19 ottobre, il 22 e il 25 ottobre, le fotografie di Tarlé, documento stratosferico, tornano in mostra. Sono alla Galerie de l’Instant, Parigi, fino al 29 ottobre. La mostra, in omaggio, si chiama Stones in Paris (vedete tutto qui). Mick e Keith, dicono, sono felicissimi.

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