16 Gennaio 2020

“Immagino un’Italia in cui a Maria De Filippi vengano concessi lo scranno papale e i conseguenti potenti strumenti politici e soprattutto economici: sfornerei 100 David Bowie all’anno”. December ’67: a New Heaven Requiem Blues

Senza iperboli. Comincio questo pezzo per la seconda volta. Il primo vi apostrofava tutti fascisti in intro e in utro scaracchiava in faccia a un motociclista per errore. Parlava delle sillogi del poeta James Douglas Morrison, sconosciuto. Dell’unica canzone di Vasco Rossi, Colpa d’Alfredo. Trattava Satana e Dio e Pachelbel e il Rock, alla stregua di stupidi animaletti domestici. Riabituatevi o scoprite il mondo limbico e sospeso della traccia fantasma. Questa penna è il sotteso al flusso principale, graffia da eoni Into the Void. E tu, stupido sedicente metallaro quasi alfabetizzato: che non ti esalti il riferimento riconoscibile a uno dei miracoli di Ozzy! Non lo hai mai colto davvero.

Mi si perdoni l’autoreferenzialità, ma dopo ventisette anni di isolamento, sono davvero stufo d’interfacciarmi ai morti. Non che m’immagini che chi sta leggendo si trovi troppo oltre una condizione biologica vegetativa…

Io dico che avete tutti poca memoria e la mente oppressa e compressa e schiacciata da triliardi d’informazioni e immagini ridondanti, esplose in contenitori plastificati, mercificati e sofisticati ad hoc. Per rendervi inservibili all’emozione. Io dico però che se la musica, per giungere al vostro quarto chakra e farlo deflagrare necessita del soggetto e della regia del mentecatto, figlio d’una pattumiera e di una discarica, beota e raccomandato, che sproloquia banalità per dieci ore dietro una macchina da presa, vi meritate l’inservibile accozzaglia di suoni inutili e ripetitivi che appesta l’etere ormai da tre decadi.

Sto dicendo che se il genio in produzione commerciale alle spalle di The Queen ha inventato il videoclip, scindendo l’atomo della star globalizzata del Rock, alzando di fatto l’asticella, con un guizzo creativo d’indicibile portata, della dominante legge di mercato, industriale e finanziaria, non significa che noi popolo si debba accettare la realtà dei fatti senza scuotere increduli la testa innanzi allo sfacelo.

Smettete subito di ascoltare qualsiasi cosa, perché le appendici cartilaginee che penzolano ai lati dei vostri crani vuoti, non sono degne d’essere apostrofate orecchie, per Diana Cacciatrice!

Non è certo colpa mia se vi hanno insegnato a leggere e scrivere secondo il Metodo Globale, che è un sabotaggio neurologico; non ne posso nulla se siete tutti dislessici disortografici e ADHD. Non voglio più che abbiate soldi in tasca da spendere per prodotti commerciali spacciati da falsari sotto il brand ARTE e che sono in realtà sofisticazioni a sette note di banalità, luoghi comuni, frasi fatte, proverbi e meme rubati, da pseudo-citazioni e bigottismi bacchettoni e trinariciuti.

Combatto da ventisette anni contro tutto questo e ho pagato prezzi altissimi, per esempio seicentosettantuno ore di noia, in cambio d’una d’aria. Senza mai una diaria o la richiesta d’uno sconto.

La soluzione? Compra una scatola di amfetamine. Mangiane un blister intero. Apri una grammatica italiana. Impara a memoria l’alfabeto. Passa alla sezione sulle sillabe. Solo successivamente a quella sulle parole. Ora sei quasi pronto per brevi frasi del tipo soggetto-verbo. Ha da venire Gianni Rodari, prima di Morandi. Figurarsi il ponte…

Who wants to live forever? Se continuate a comprare goffe imitazioni di canzoni prive di scaglie acuminate d’amore o sofferenza, in modo da legittimare e accomodare le produzioni a coniare mentecatti filoguidati dal diaframma capiente e ancora più il cranio, io no.

Immagino un’Italia in cui a Maria De Filippi vengano concessi lo scranno papale e i conseguenti potenti strumenti politici e soprattutto economici. Indubbiamente il mercato musicale verrebbe sempiternamente irrorato da bachi da media sociali, supertelevisionati e diversamente scarificati. Ma io troverei finalmente i fondi per aprire la Italian David Bowie Total Artist Academy. Mi spiego: mila anni fa, uno degli attuali gangster della scena letteraria italiana, mi riferisco a un Wu Ming, nello specifico, distopizzò con lungimirante veggenza il giorno delle tribute band, come fenomeno globale dello showbiz, nel romanzo Free Karma Food.

Nasce un David Bowie per secolo: in Inghilterra, forse, dove la musica è peraltro prima industria… In Italia invece, che è terra di santi, navigatori e poeti, ma soprattutto di santi, nei soli anni a cavallo tra i settanta e gli ottanta, ne è nata una coorte intera.

La differenza è che i cittadini italiani non potranno mai cantare there’s a starman waiting in the sky o he’d like to come and meet us but he thinks he’d blow our minds, mentre sulle Bianche Scogliere di Dover, accade che la Queen herself, fa gestacci scomposti al papa in turno since 1926. God save the queen, quindi! (And her fascist regime, pure…).

Questi ultimi sono purtroppo argomenti d’un livello davvero eccessivamente complesso, per voi beceri idioti dostoevskiani.

In fondo intendevo solo asserire, con pacato e pragmatico realismo, che con la Papessa Maria al potere, spazi e mezzi tecnologici, risorse umane adeguate, potrei formare in un normale ciclo secondario di cinque anni, qualche centinaio di David Bowie l’anno.

Prima di dimenticarmi: tu… tizia col piercing… che pensi serena e divertita di aver seguito tutto e ogni cosa compreso, che devo per forza essermi rivolto ai followers di Fedez e Sfera Ebbasta… Non è così, ho insultato proprio te, d’altronde se ci pensi un momento saprai che quei cosi non leggono nemmeno l’etichetta del detersivo per la lavatrice, infatti talvolta lo usano al posto della salsa tzatziki sul kebab del supermercato. Per dimostrarti differente, almeno agli occhi del tuo stesso specchio, temo dovrai aprire un dizionario cartaceo e cercare “scarificato”… o almeno “trinariciuto”.

Luca Perrone

Gruppo MAGOG