17 Maggio 2018

“La bellezza non è interiore; la bellezza è potere”: Matteo Fais mette a nudo Bianca Porcelli, modella mozzafiato

Ci sono sguardi di donna la cui incantevole bellezza può generare sgomento. Anzi, si potrebbe proprio dire che i sentimenti dominanti suscitati da certi visi femminili sono quelli della vertigine e della paura. In tale insondabile geometria di perfezione, c’è il segreto di un potere inspiegabile e ancestrale. Lo stesso che porta il protagonista di Venere in pelliccia, nel film di Roman Polanski, a dire al personaggio di Wanda, con convinta arrendevolezza: Dominez-moi!”. Abdicare alla propria alterità, in simili situazioni, ha in fondo un suo indicibile e dolcemente malsano piacere. E questo è ciò che potrebbe capitarvi se doveste vedere una foto di Bianca Porcelli, modella italo-spagnola. Sarà come sentire il proprio essere incrinarsi. Una sensazione di astenia diffusa vi pervaderà. L’incontro con la Bellezza è sempre un’anticipazione di morte, una gloriosa morte.

Nella piena convinzione che solo chi detiene questa involontaria virtù e i suoi magici poteri la possa raccontare, siamo andati a intervistare questa nuova divinità che cammina su tacco dodici e ci guarda da centinaia di foto come il burattinaio che conosce i fili da muovere per farci danzare al ritmo che preferisce… Meglio saperlo, però: Bianca non è né una strega, né una creatura altezzosa. Al contrario, la sua dolcezza e disponibilità sono insospettabili in una donna di tale splendore. In fondo, anche la bellezza, come qualsiasi strumento, non è detto venga utilizzata a fin di male.

Bianca PorcelliCara Bianca, tu sei una donna incantevole e una modella. Il che è, per molti versi, differente dall’essere semplicemente una ragazza attraente. La discriminante sta nel fatto che le tue foto circolano su riviste, cartelloni pubblicitari, siti di fotografi. Di conseguenza, anche il desiderio degli uomini non è più circoscritto a una ristretta cerchia, come avviene per le ragazze “normali”. Potenzialmente, anzi, si estende a tutto il mondo. Volevo chiederti, a questo proposito, come si sente una modella al pensiero di essere ammirata e bramata un po’ in ogni dove? Credo sia una domanda che si pongono in molti. Mi piacerebbe però che mi rispondessi sinceramente, senza cercare di fare la modesta.

Non farò la modesta, promesso. Risponderò sinceramente a ogni tua domanda. In realtà, se non sei una top model, voglio dire una nota in tutto il mondo – e non è il mio caso –, non potrai mai avere piena coscienza del numero di occhi a cui ti esponi. Molti shooting che fai, specialmente all’estero, non li vedrai mai. So che tutti immaginano questo lavoro come magico, ma per noi è un’occupazione. Ci mettiamo professionalità, nella consapevolezza che il livello di bellezza richiesto, nel nostro caso, è più alto che per le persone normali. Sai che la gente vede tante immagini, con migliaia di modelle bellissime. Non sei l’unica e ne sei cosciente. Piacerai più o meno di un’altra, però continuerai a non essere la sola. Presto quella particolare foto sarà dimenticata. In questo ambito si è condannati all’effimero. Poi, a volte accade ci siano tue foto pubblicate che non ti piacciono. Questo è anche peggio. Preferiresti che nessuno ti avesse mai vista. Per rispondere, infine, alla tua domanda su come mi sento al pensiero di essere ammirata da tante persone… Beh, a chi non piacerebbe? Se sei una modella, hai bisogno della vanità, è essenziale in questa professione. Altra faccenda è come gestirla nella tua vita privata.

Se guardo una tua fotografia, penso per esempio a quel bellissimo nudo che ti ha scattato Marco Tenaglia, ma lo stesso dicasi per un ritratto del viso con quei tuoi occhi così terribilmente magnetici, mi viene in mente: “lei sa benissimo l’effetto che sortisce negli uomini”. Ma preferisco sincerarmene: Bianca, sei conscia dell’effetto che hai sugli uomini, quando ti esponi di fronte all’obiettivo?

Certo che lo so! Lo sai sempre! Quando ti mostri all’obiettivo, con quel particolare atteggiamento, non solo sei perfettamente consapevole dell’effetto che susciterai, ma te lo stai già figurando mentre la foto viene scattata. Guardando in camera è come se, al posto dell’ottica, immaginassi lo sguardo della persona che ti osserva con desiderio, ammirazione e passione. E tu fai ciò che fai perché vuoi conquistarla con i tuoi occhi, le tue labbra, il tuo corpo e il modo in cui li atteggi. L’immagine è il tuo messaggio privo di parole. Devo comunque far presente che, quando nella foto è necessario quel tipo di posa che susciti il desiderio dello spettatore, è fondamentale fare riferimento al fotografo e alle sue parole, per trovare la più adatta. È inoltre indispensabile piacergli, almeno in senso lato, altrimenti non si crea quell’atmosfera condivisa che deve esserci nel momento in cui si cerca di sortire un determinato effetto sulla platea. Ma quando questo accade, il resto viene da sé.

Bianca PorcelliCos’è la bellezza?

Per me, è qualcosa che genera una sensazione di piacere e desiderio – sia esso sensuale, o semplice brama di vicinanza e contemplazione. Ti rendi conto di essere al cospetto di qualcosa di bello (una persona, un paesaggio, o un oggetto) quando, nel vederlo, questo accende i tuoi sensi. Chi non vuole avere qualcosa di bello vicino a sé, per osservarlo costantemente? Io, ad esempio, mi sento bene se, alzandomi al mattino, vedo un panorama mozzafiato. Che si tratti di campagna, spiaggia o montagna, poco importa. Va sempre bene, quando si tratta della bellezza! Perché mi stimola, mi piace, mi equilibra e crea in me un sentimento di gratitudine verso la vita. Allo stesso modo, questa sensazione che ti sto descrivendo può essere percepita da un’altra persona, quando vede un viso armonioso accanto a sé, al risveglio. E, anche se la donna in questione non è dotata del miglior carattere o personalità, sicuramente sarà perdonata più di una con una brutta faccia. Questo semplicemente in ragione del suo essere bella, perché genera negli altri dei sentimenti positivi. Penso che tutti sappiano riconoscere quando qualcosa o qualcuno è bello. Se un gran numero di persone considera un uomo o una donna tale, sicuramente lo è. Certo, c’è chi ha della bellezza un concetto differente, che può dipendere dall’educazione ricevuta e da determinate influenze del proprio ambiente. Ma, a prescindere da questioni quali i canoni stabiliti in un certo tempo e in una determinata società, sono persuasa sia facile convenire sul punto che una “persona bella” – mettiamo da parte, per il momento, la distinzione tra piano interiore ed esteriore – è colei che riesce a suscitare negli altri, senza alcuno sforzo, quella sensazione di desiderio, benessere e gioia. Più in generale io ritengo che la società abbia bisogno della bellezza: è necessaria alle nostre vite. E la intendo nel senso più ampio del termine, non solo quella che concerne la fisicità. Questo perché, se sappiamo riconoscerla, è il più grande regalo che la vita ci possa offrire e da cui possiamo trarre piacere – piacere di e con essa. Ma, come tutte le cose, ha il suo lato oscuro e può, a seconda delle esperienze, portare con sé molta sofferenza… Molti pensano che sia anche un atteggiamento, un modo di essere che aiuta a vedere con occhi diversi persone che altrimenti non avremmo considerato… Certamente è vero ma, parliamoci chiaro, la bellezza è la bellezza, e basta! Sappiamo riconoscerla, perché chi la possiede ha potere sugli altri. Chi dice che “non è importante” mente. Lo è! Muove parte del mondo. Anche il solito ritornello secondo cui “la bellezza è interiore” è, se non una bugia, un’assunzione scorretta. Sarebbe più giusto dire che “la bellezza è anche interiore”. Ci sono persone che sono esteticamente belle, ma orribili dentro, e viceversa. Quelle realmente privilegiate possiedono entrambe le forme. Meglio, comunque, non fare confusione. La differenza primaria sta nel fatto che la bellezza fisica sfiorisce – e in ciò manifesta tutta la sua crudeltà. Al contrario, quella interiore e spirituale, se non altro, ha il gran pregio di essere eterna.

A che età hai capito di essere attraente e desiderata e cosa hai pensato in quel momento?

Comincerei dicendoti che, quando ero piccola, non mi consideravo una bella bambina. Ero cicciottella, la cicciottella di casa. Mio fratello e mia sorella, invece, erano belli e magri. Ricordo che allora, verso la fine degli anni ’80, qui in Spagna c’era una bambola chiamata “Barriguita”, che significa “Panciolina”. In famiglia mi avevano soprannominata così. Oltre la pancia, ero complessata a causa della mia altezza. I compagni di classe preferivano le ragazze sottili e di altezza normale, se non proprio basse. Insomma, non rientravo esattamente nei loro canoni. Quando uscivo con mia madre e i miei fratelli, e qualcuno si fermava a parlare con lei, le dicevano sempre che aveva tre figli bellissimi. Io non ci credevo. Pensavo fosse solo un gesto di buona educazione. Oggi, ripensandoci, ritengo lo dicessero con convinzione. Quel che invece ricordo bene è che, fin da bambina, tutti, adulti compresi, decantavano il mio sorriso. Ciò mi aiutò a convincermi del fatto che forse avevo anche io qualcosa che potesse piacere agli altri. Un’altra situazione che rammento, risalente al periodo della scuola, era che, per strada, rimanevo incantata a guardare le foto dei cartelloni pubblicitari. Vedevo queste donne dalla bellezza spettacolare, i loro sguardi intensi rivolti all’indirizzo dell’obiettivo, la perfetta geometria del viso e del corpo. Erano così seduttive con quella loro sicurezza. Il potere che emanavano mi affascinava. Volevo essere una di loro. Non è che le invidiassi: io le ammiravo. Guardandole, mi veniva da deglutire. Non so perché, ma ingoiando saliva, mi ero convinta che forse avrei nutrito il mio desiderio, aiutandolo un giorno a diventare realtà. Dentro di me, credevo davvero che facendo così, osservandole attentamente, con ammirazione, avrei potuto diventare come loro. A essere onesta, non è che volessi vedermi veramente su un cartellone, anzi, l’idea mi imbarazzava. Piuttosto, desideravo semplicemente possedere un po’ di tutta quella loro magnificenza. Non pensavo neppure alla possibilità di essere una modella. A quell’età non sapevo nemmeno cosa volesse dire. Da bambina, il mio sogno era semmai di diventare una cantante, un’attrice, svolgere una qualche attività artistica. Verso i quindici-sedici anni divenni più vanitosa. Iniziai a truccarmi e a preoccuparmi di più del mio aspetto. Fu a quel punto che successe: cominciai a suscitare attrazione nei maschi e ammirazione da parte delle donne, unita a una certa invidia. Per strada mi facevano i complimenti. La gente iniziò a considerarmi una bella ragazza. Mi dicevano: “Non hai mai pensato di fare la modella? Potresti benissimo”. I compagni di classe volevano conquistarmi. Questo mi sorprese, dal momento che non mi ero mai considerata una ragazza speciale, o anche solo carina, e invece, all’improvviso, gli altri mi vedevano fantastica. Dentro di me pensavo: “Sei riuscita a convincerli a vederti bella”. Io, però, non ci credevo del tutto… Comunque fosse, certamente mi piaceva il fatto di piacere. Penso che percepii inconsciamente che l’attrarre gli altri mi avrebbe in parte dato potere, ammirazione, fiducia in me stessa e attenzione. E sì, mi piaceva anche l’idea di distinguermi in qualcosa dalla gente normale. In sintesi: ho sempre amato la bellezza, in tutte le sue forme e aspetti, e mi piace sentirmi in qualche modo parte di essa.

Ti è mai capitato di avere un uomo totalmente in tuo potere, votato a te tanto da poter fare qualsiasi cosa pur di averti, anche uccidere? Se sì, come immagino, che sensazione ti ha fatto provare?

Beh, dai, non tanto da uccidere. Però in mio potere sì… Mi spiego. Sai com’è, alla maggior parte degli uomini, il fatto di avere vicino un bel viso, obnubila la mente. E a te, donna, concede il potere di fare o essere in un certo modo che sarà facilmente accettato e perdonato, anche quando l’uomo in questione si sentirà ferito. Malgrado tutto, lui ci sarà ancora. Certo dipende dal tipo di uomo, ma sono in tanti a sentirsi fortunati solo per il fatto di averti accanto e accettano anche ciò che li danneggia. Questo è quanto ho appreso dal momento in cui capii di essere una donna attraente. E sono consapevole del fatto che molti vorrebbero stare con me solo per questo motivo, pur senza essere interessati al resto. Ma, a queste condizioni, sono io a non essere interessata. Ho sempre voluto uomini che cercassero qualcosa di più in me, non solo il físico. Mi piacciono dotati di personalità, che abbiano la forza morale di mandarmi affanculo se necessario. Avere accanto un uomo che dice di sì a tutto, come un idiota, è davvero poco allettante. Personalmente, smette presto di piacermi. Non ho mai voluto uno schiavo, che non discutesse di nulla e fosse asservito a me per il puro gusto di stare con una bella donna. Ma è pur vero che ho avuto uomini totalmente votati a me e, visto che ho promesso di essere sincera, ti confesserò che mi è piaciuto. Sai, il potere eccita… Un uomo ai tuoi piedi! A quale donna non piacerebbe? E, ciò che ho pensato e sentito vivendo quel tipo di esperienza, semplicemente corrobora il concetto precedentemente espresso: la bellezza è potere. Inoltre, ti mostra quanto ingenui e superficiali possono essere alcuni uomini per non rendersi conto che la bellezza li sta dominando. Sinceramente, mi fanno un po’ pena. Vorrei aggiungere un punto, comunque: per avere un uomo realmente in tuo potere non basta il corpo. Quello è, per così dire, il punto di partenza, com’è ovvio che sia. Però, ciò che crea veramente il legame è la tua personalità. Se sei solo una bella donna, anche lui alla lunga si stuferà. Se invece hai un carattere forte e un’identità come persona, allora sì, l’uomo si troverà come preso in una morsa. Nel mio caso è stato così. Una questione di personalità più che di fisico, o almeno così mi piace credere.

Bianca PorcelliCom’è che una donna decide di fare la modella, di esporre il suo corpo? Che sensazione dà mostrarsi?

Nel mio caso non fu una decisione. Io volevo cantare. Sai, Matteo, la vita è curiosa… Avevo 16 anni, era un giorno qualunque. Il pomeriggio ero sempre libera, perché la scuola era concentrata di mattina, e così iniziai un corso di pubblicità. Mia madre mi aveva incoraggiata a spendere il tempo in qualcosa che mi piacesse e potesse tornarmi utile. Questi incontri si tenevano in un edificio strutturato su diversi piani e, un pomeriggio, a fine lezione, come di consueto, presi l’ascensore per scendere. A un piano intermedio, entrò una donna. Non si trattava di una donna qualsiasi. Aveva presenza, classe, eleganza. Mi squadrò da cima a fondo e io mi sentii un po’ a disagio. Stavo quasi per reagire male al suo sguardo indiscreto, ma poi non ne fui capace perché mi piaceva quel suo modo d’essere. L’ascensore arrivò a destinazione e lei mi disse: “Ti piacerebbe fare la modella? Puoi guadagnarti da vivere molto bene, posso promuoverti io. Ho un’agenzia qui vicino”. Mi diede un biglietto da visita e se ne andò. Ero sorpresa. Ancora non avevo idea di cosa fosse una Model Agency e, soprattutto, non sapevo che quell’incontro avrebbe costituito il principio della mia carriera. Ecco, dunque, come tutto ebbe inizio. Così, vedi, non ho mai pensato di “esporre il mio corpo”, come dici tu. Fu un caso. Se poi vuoi sapere che sensazione dà “mostrarsi”… Beh, c’è un fattore che è fondamentale: se stai bene fisicamente con te stessa, ti piace anche mostrarti davanti alla fotocamera. Perdi la vergogna e la provocazione comincia a intrigarti, perché hai quella sicurezza necessaria per farlo. È qualcosa che all’inizio costa: si tratta di un lavoro a tutti gli effetti. Vorrei anche aggiungere che io iniziai nell’era analogica. Il livello richiesto non era certo quello odierno. Allora, non esisteva il ritocco digitale. La tua immagine doveva essere perfetta di suo. Io, personalmente, avevo molta difficoltà a vedermi tale. Quando andavo ai casting, pensavo sempre che le altre fossero meglio di me. Fu difficile credere di poter avere un futuro nel settore, così come accettare l’idea che la mia immagine non mi appartenesse più da quel momento in poi. Ma, d’altra parte, adoravo la fotografia. Godevo, quando mi scattavano le foto. Attraverso la pratica, iniziai a capire che una buona immagine non si basa unicamente sull’essere una bellissima ragazza, ma sul saper esprimere sensazioni da trasmettere allo spettatore. Bisogna curare tutto a livello estetico. Ci vogliono un buon fotografo e un buon team. Io sono molto fantasiosa e, nelle sessioni di shooting, cerco sempre di mettere qualcosa di mio da aggiungere a ciò che il professionista chiede e si aspetta da me. Mostrarmi in foto è ciò che preferisco dell’essere modella, avere la possibilità di generare emozione in chi guarda. In ultimo, cos’è la moda? Provocazione! E a me piace provocare! Invece, a voler dire tutta la verità, trovo noioso sfilare. Non amo l’atmosfera. È un modo di “esporsi” piuttosto freddo. E poi, durante questi eventi, mi vergogno, per via della loro frivolezza. Ma la moda è anche questa… è la parte che meno apprezzo del mio lavoro. Meglio essere fotografate. Sai perché? Perché la fotografia può essere arte.

foto 4 (2)P.S: Un ringraziamento particolare a Marco Tenaglia per le foto che ci ha gentilmente permesso di pubblicare.

Matteo Fais

Gruppo MAGOG