18 Maggio 2020

“Quando una idea di purezza sorge, tutto è perduto irrimediabilmente”. All’asta i quaderni parigini di Jim Morrison. Se hai 100mila dollari te li porti a casa

Il nitore delle parole ultime, l’ossessione, forse, sulla cresta della morte, sfidata, cercata, adornata di aggettivi, della parola definitiva, che apra i regni consegnandoci all’eternità. Tutto precipita in una spirale, nel culto psichedelico dei poeti ‘maledetti’, in quegli ultimi giorni di vita parigina di Jim Morrison. Consegnati in un quaderno, titolato Paris Journal, fitto di visioni e contraddizioni, autografo, che fu, per anni, al centro di un caotico ‘caso’.

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Il quaderno parigino di Jim Morrison verrà battuto all’asta a Beverly Hills

Record Mecca – va da sé, si dirà – presenta il carnet di Morrison, specie di visionaria moleskine, come “uno dei più straordinari materiali del cantante dei Doors, il quaderno compilato poco prima della sua morte, nel luglio del 1971”. Il quaderno verrà battuto all’asta, a Beverly Hills, il mese prossimo; di quaderni parigini di Morrison ne sono già stati venduti due: il primo nel 2007 (a 140mila dollari), il secondo nel 2013 (per 250mila dollari). Questa volta si parte da una stima che va dagli 80 ai 100mila dollari.

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La storia del prezioso manoscritto, si diceva, fu al centro di un ‘caso’, spericolato (per dettagli, rimandiamo al pezzo di Wayne A. Saroyan pubblicato con scintillio di aggettivi sul “Chicago Tribune” nel 1989). Morto Jim Morrison fu Pamela Carson, la sua compagna, con lui a Parigi, a inscatolare i fatidici quaderni sotto una didascalia sgargiante, 127 Fascination. Morì giovane, la ragazza, a 27 anni, era il 1974, di overdose. Nel frattempo, nel 1972, a Sausalito, California, flirta con un tassista, Michael Vejraska, che diventa il suo amante e a cui dona i preziosi cimeli di Jim Morrison. Una fotocopia dei materiali casca nelle mani di Michael McClure, il poeta beat, amico di Morrison. “Erano testi straordinari. Conservai il materiale per un paio di mesi. Non avevo tempo di lavorarci e li restituii a Pamela”, parole sue. Infine. Vejraska nasconde i preziosi per dodici anni; vengono scoperti nell’estate del 1986 da Grant Jacobs, fan di Morrison, che a San Francisco conosce lo psichedelico tassista. Da lì, è un delirio di passaggi di mano, tra vendite varie – Vejraska vende a Jacobs i materiali per 30mila dollari –, sballati e case d’asta.

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Il manoscritto di Paris Journal è stato ricopiato in The American Night, il libro che raccoglie tutti gli scritti di Morrison, edito nel 1990. “Il quaderno è composto da un poema rabbioso, riflessivo, provocatorio… è una bozza pulita, rifinita”. Parte così:

Già così dimenticato
così dimenticato
così da dimenticare

Quando una idea di purezza
sorge, tutto è perduto
irrimediabilmente

Il Musicista Nero
in una casa in collina

Negro nella legnaia
Scheletro nell’armadio

Scusa, non dicevo a te

Un vecchio, la figlia
di qualcuno

Sorge
& ci vede ancora nella stanza
del pianoforte spento & brutti
quadri

lui è al lavoro
& la nuova moglie sta arrivando

(Foreste di candele
a Notre-Dame)

suore mendicano e si muovono
sorrisi, piccoli sacchi di velluto
& occhi catalettici

Scrivo così
per predarti

dammi il tuo amore, i tuoi
occhi stanchi, tristi e
perduti

La scrittura di Jim Morrison, pennarello nero, è comprensibile, dinamica, pulita. Fa quasi tenerezza. Naturalmente, del contenuto del quaderno importa a nessuno, conta l’oggetto, il feticcio, il totem, la sindone di Jim, la reliquia. Un pezzo di Morrison da mettersi sotto il cucino – o sotto teca, è uguale.

Gruppo MAGOG