Luminal è un progetto rivoluzionario e distribuito in modo indipendente (qui per procedere all’acquisto). Non si tratta di un audiolibro, tantomeno di musica per poesia. Isabella Santacroce e Jessica Hyde (autrice di tutti gli arrangiamenti dei brani), hanno scavalcato forme e convenzioni legate da sempre al mondo letterario e insieme musicale. Composto com’è di musica e letteratura, Luminal appartiene contemporaneamente a due differenti dominî artistici, rientrando nella giurisdizione di due diverse discipline, la critica letteraria e la musicologia, entrambe con una propria terminologia e con metodi diversi: il che può far nascere qualche difficoltà se si tenta di interpretare questo prodotto artistico letterario e musicale nella sua totalità. Ammettiamo che trattare contemporaneamente e alla pari tanto la letteratura che la musica è assai difficile e pericoloso, ma un progetto complesso come Luminal, nella sua totalità, lo richiede.
Sillabe ed elementi compositivi palpitano insieme. Si tratta di paesaggi sonori in cui la tensione armonica crea punteggiatura. La voce di Isabella Santacroce diventa intonazione musicale dal timbro sempre emotivo, disegna spazialità e si libera in un canto misterioso. Sfumature mai ascoltate, forse soltanto immaginate, prendono vita dalla conduzione vocale cadenzata, scalfita da ostinati ritmici o lunghi pedali armonici di poche note che creano un’intelaiatura compositiva sempre nuova. Quasi cinque ore di parole e musica scorrono, creando un’atmosfera ipnotica. Luminal diventa un’opera sinestetica in cui i suoni delle parole liberano immagini e piegano la volontà al gioco sacro della musica. Isabella Santacroce narra verità e la stessa voce recitante, sovente bagnata da effetti d’eco, diventa suono e visione, cerca il contrasto coloristico, l’illuminazione poetica, per cui la logica si scioglie in immagini, in un effetto di chiaroscuro. Di conseguenza, l’impianto armonico è da intendersi come una dottrina delle relazioni fra i suoni, non degli accordi e delle loro concatenazioni; inoltre Luminal è forse affine per accezione poetica a un madrigale del tardo Rinascimento, la più alta forma poetica e musicale legata al sentimento della «sprezzatura», ma slegato nella forma compositiva da regole troppo rigide asservite al testo narrato.
In Luminal il linguaggio, la parola e il testo e le sue forme determinano da parte loro gli atteggiamenti compositivi da impiegare tanto nella scelta della tonalità così come nella struttura ritmica, e non ultimi gli allontanamenti dalle regole. Ma è soprattutto l’intonazione dell’elemento verbale che determina i veri e propri fondamenti della composizione musicale e la forma poetica e letteraria mai ne viene compromessa, oscurata e indebolita. In questo senso potrebbe essere considerato il madrigale del nuovo millennio, conservando quella categoria di «turbamento» che la poetica tardo rinascimentale esaltava. Questo progetto bisognerebbe ascoltarlo abbandonandosi con attenzione ai dettagli e godendo del suono di ogni singola sillaba. Anche la grandissima Amelia Rosselli considerava le sillabe come suoni: «Una problematica della forma poetica è stata per me sempre connessa a quella più strettamente musicale, e non ho in realtà mai scisso le due discipline, considerando la sillaba non solo come nesso ortografico ma anche come suono e il periodo non solo un costrutto grammaticale ma anche un sistema… Comunque nel parlare di vocali generalmente noi intendiamo suoni, o anche colori visto che ad esse spesso addebitiamo le qualità timbriche; e nel parlare di consonanti o di raggruppamenti di consonanti, intendiamo non soltanto il loro aspetto grafico ma anche movimenti muscolari e forme mentali». In Luminal, invece, non soltanto il costrutto grammaticale diventa un sistema musicale, ma le parole che risuonano come idea nella mente diventano arrangiamenti che accompagnano ogni pagina del romanzo.
Maria Giovanna Barletta
*L’articolo è stato pubblicato in origine su “Alias”, inserto de “il manifesto”, il 12 aprile 2014
*In copertina: Isabella Santacroce & Carmen Consoli (la fotografia è tratta da qui)