10 Giugno 2018

“Il vero problema per l’Occidente si chiama Cina. Per questo è bene togliere le sanzioni alla Russia”: parola di Alberto Forchielli

Per chi come me ritiene che il vero pericolo per l’Occidente sia l’irrompere della Cina sulla scena mondiale, allontanare la Russia dall’Europa implica spingerla sempre di più nell’abbraccio della Cina. È un errore che dobbiamo evitare a tutti i costi. L’eventuale rimozione delle sanzioni alla Russia è l’ultimo passo di un processo di discussioni che devono avvenire fra i 28 paesi della EU, nonostante l’Italia goda in teoria di un potere di veto. Innanzi tutto occorre evitare dichiarazioni “muscolari” che prefigurino situazioni che rischiano fortemente di non realizzarsi, mettendo a nudo le velleità dell’Italia che poi non è capace di attuare quanto annunciato. E questo come metodo. Dal punto di vista sostanziale occorre provocare una seria e approfondita discussione – fino a ora clamorosamente mancata in Europa – non già sulla rimozione immediata del sistema sanzionatorio bensì di natura strategica: che rapporti vogliamo avere con la Russia nel lungo periodo, che cosa chiediamo alla Russia, cosa siamo disposti a concedere.

Forchielli Churchill
Il geniale Alberto Forchielli in versione Winston Churchill

Occorre inoltre riportare ragionevolezza ed equilibrio nell’approccio verso Mosca, fino a oggi caratterizzato da animosità e conflittualità e non privo di zone d’ombra (ad esempio la questione del presunto avvelenamento di due russi a Londra con conseguenti espulsioni dei diplomatici della Federazione, senza che nessuna vera prova sia stata esibita da Londra). La questione Ucraina rimane centrale nel creare i presupposti di un dialogo serio e di prospettiva e non appare più conveniente per l’Italia lasciare alle sole Francia e Germania il monopolio del negoziato sul Protocollo di Minsk dove i due paesi hanno dimostrato di non fare il peso. E oltre ad attuare le disposizioni dell’accordo, occorre però andare al cuore del problema: l’Ucraina può fare parte della Nato? La stragrande maggioranza dei paesi dell’Alleanza ritengono che non sia assolutamente necessario. E allora iniziamo con i russi un negoziato concreto su come realizzare questa prospettiva (coinvolgendo gli Usa, pur con tutti i loro problemi attuali nel rapporto con Mosca) dove Kiev possa proseguire il suo percorso di avvicinamento all’UE senza coltivare inutili aspettative di entrare nell’alleanza militare. L’Ucraina può essere un paese-ponte, con il quale realizzare una vera collaborazione tripartita che serva a ridurre drasticamente le tensioni e aiutare lo sviluppo di quelle popolazioni. […] Tutto questo deve essere però realizzato con coerenza, competenza, determinazione, con argomentazioni non solo di carattere economico ma anche e soprattutto strategico, senza lasciarsi andare a dichiarazioni pubbliche roboanti perché in politica estera così non si va da nessuna parte. Anzi, rischiamo solo di fare l’ennesima figura dei velleitari senza sostanza.

Alberto Forchielli

*L’articolo di Alberto Forchielli per esteso lo leggete qui.

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