Tutto comincia e finisce lì. Il sesso. Spazio enigmatico e mentale, luogo dell’eccitazione o della castrazione, l’altare di ogni gloria, di ogni perdizione. L’uomo, in fondo, è, per lo più, il rapporto che ha con il proprio corpo: l’uso – o l’abuso – che ne fa condizionano la sua attività intellettuale. “Il porno è libertà”, inneggia Barbara Costa, una per cui, per dire, Riccardo Schicchi e Rocco Siffredi sono gli Aristotele e il Platone della rivoluzione quella vera, quella sessuale, e per cui Hugh ‘Hef’ Hefner è una specie di Socrate, grazie a lui, maieuticamente, “abbiamo compreso che una donna non è solo una moglie e una madre ma una persona con istinti sessuali diversi da quelli maschili ma ugualmente legittimi, e quindi degni di essere appagati”. Con la benedizione di Giampiero Mughini – “Ecco perché mi piace la pornografia. Perché è pura fantasia, pura utopia” – e una ricetta etica formidabile (“la miglior forza civilizzatrice al mondo non è la politica, né la religione, né l’amore: è il sesso, e il porno come sua più vivida ed esultante rappresentazione”), in Pornage (il Saggiatore 2018, pp.308, euro 19,00) Barbara Costa non ci fa fare semplicemente un “viaggio nei segreti e nelle ossessioni del sesso contemporaneo”, come denuncia il didascalico sottotitolo. Pornage, soprattutto, è un romanzo, il grande – nonostante lei continui a definirlo “il mio piccolo Pornage” – romanzo dell’epopea porno, dal femminiello del XIX secolo alla casa per appuntamenti con bambole in silicone (“a Barcellona… presso il Lumidolls Hotel”), dai born again virgin (che “vogliono arrivare casti al matrimonio con il nuovo partner e vivere il fidanzamento senza fare l’amore”) a chi decide di sposarsi con se stesso e a chi è “felicemente sposata da dieci anni con Spider e Lugosi, i suoi due gatti” (trattasi di Barbarella Buchner, una designer inglese), da Valentina Nappi, star mondiale del porno, alla escort che si fa “in media, 40-60mila euro al mese. Esentasse”. Se il culmine del vostro vizio non va oltre milf o trans, e un trav vi fare ooohhh… cari miei, allargate la mente e dilatate l’ano intellettuale: la Costa vi fa fare una gimkana tra hijab porn e revenge porn, tra bukkake, omorashi, jelquing e cuckold, più che un libro questo è l’abbecedario per capire l’enciclopedica vastità del corpo. Da vero diavolo, chiacchierando con Barbara – una che ha il talento di guardare senza giudicare – mi sono imposto di fare la parte del casto, del difensore della moralità pubblica. Scoprendo che il piacere – purché sia davvero tale – è il regno dell’illimitato, della fantasia al potere, del genio sovrano: chi ha più testa, se la gode. Come nella letteratura. (d.b.)
Tu scrivi: “Il porno è libertà”. Giusto. Ma è una libertà che dopo averci resi potenti ci sta portando verso l’impotenza. In diverse interviste, più di una 20enne mi ha testimoniato che il partner, giovane e baldo, non vuol fare l’amore. Tanti giovani ‘maschi’, oggi, preferiscono l’amica all’amata, all’amante. Troppo porno accessibile quotidianamente?
Eh no, caro Davide, troppo facile! E se ti dicessi che io ho trovato 20enni che mi hanno risposto tutto il contrario? Se a 20 anni non hai voglia di far l’amore con la tua ragazza, la “colpa” non può essere del porno, ma del rapporto che sta andando a rotoli. Il sesso tra due persone, 20enni o di qualunque età, la sua intensità, la sua frequenza, non hanno niente a che vedere con la fruibilità immediata del porno online. Se una donna non è più desiderata dal suo uomo – o il contrario – che agisca, che se lo riconquisti seducendolo, magari non assillandolo con lagne, piagnistei e responsabilità che uccidono la libido. Se non si è giocosi e liberi tra le lenzuola, se non si lasciano i problemi, gli affanni quotidiani fuori dal letto, come si fa a vivere il sesso nella maniera più sana e piacevole possibile? Se una persona – uomo o donna – preferisce il porno al sesso vero, se antepone il sesso onanistico davanti a un porno alla vita vera, è una persona preda di turbe mentali, ossessioni di cui non tratto nel mio Pornage, perché sono materia medica.
Termini il libro raccontando la nuova frontiera della sessualità: locali dove uno si sceglie la bambola gonfiabile più adatta, amore spregiudicato per un robot. Sembra la favola di Pigmalione nei tempi tecnologici. Ergo: il porno libera i corpi, ma infine libera pure dalla carne, dalla carnalità… Il sesso da rapporto a due – o a tre o a molti – si riduce all’efficace masturbazione tramite robot: è così?
Chi dice che il porno libera i corpi? Che libera dalla carnalità? Non è così. Il porno libera la mente. Il porno non è la realtà, il porno non è il sesso vero. Il porno è la rappresentazione più giocosa e immediata del sesso, è la sua rappresentazione in forma di spettacolo, e di arte che può esplicitarsi a livello letterario (Henry Miller, Philip Roth, ti cito gli autori che mi hanno spalancato la mente), e cinematografico (i video in rete sono cinema, anche i più pazzi, anche i più estremi e soprattutto quelli. Anche il sesso più tradizionale rappresentato in un porno non ha niente a che fare con quello reale: un doggy style girato su un set da due pornostar non è riproducibile a casa, non è uguale a quello reale in primis perché manca di autenticità e goffaggine. È sesso sublimato, eccitazione per gli occhi, che fa lavorare sangue e cervello. O c’è chi pensa davvero che Rocco Siffredi faccia le medesime cose che fa sul set con sua moglie Rózsa? No, perché il rapporto con sua moglie è un conto, mentre sul set fa sesso con attrici: è lavoro). Il porno è stato ed è declinato in ogni forma artistica esistente (le fotografie di Terry Richardson, le performances di Vito Acconci). Con il porno noi siamo più liberi, io sono mille volte più libera delle generazioni che mi hanno preceduto, e devo questa mia libertà a Hugh Hefner, Larry Flynt, Riccardo Schicchi, a tutti quei pornografi che in nome del porno hanno sfidato ogni ipocrisia, perbenismo, bigottismo, sono andati in galera per farci vivere in un mondo più libero e consapevole. Perché ogni gesto che noi facciamo, lo facciamo – almeno qui in Occidente – in assoluta libertà, ma ogni libertà presuppone consapevolezza. Hai mai visto Questa è la mia vita di Jean-Luc Godard, quando dice che “ogni persona è responsabile dei gesti che fa, anche il più insignificante”? Ecco, io clicco su un porno e sono responsabile di quello che scelgo di vedere. Per curiosità, per masturbarmi, anche per scriverne, nel mio privilegiato caso. Quindi, se una persona sceglie di far sesso con una bambola, un robot, di farlo virtualmente con una cam-girl, di farlo a due con il partner di una vita, o tutti i sabato sera con sconosciuti nelle orge… ognuno è libero e responsabile delle sue scelte. O vogliamo ritornare al periodo oscurantista pre-Playboy? Non credo proprio.
“Il Viagra è la vera, seconda rivoluzione del Novecento”, ormai anche “gli anziani scopano”, scrivi. Finché c’è il piacere reciproco, nonostante la natura opponga limiti fisiologici precisi, tutto è lecito? E poi, dove sta il confine dell’illecito?
Nel sesso è illecita ogni azione, situazione, in cui uno tra i due – o più persone in caso di sesso di gruppo – non è d’accordo con quello che si sta facendo. Se due persone adulte e consapevoli decidono di far entrare una terza persona nel loro letto ogni tanto, non commettono reato. Se due persone decidono di far l’amore travestiti da Batman e Robin, non commettono reato. Se una persona decide di pagarne un’altra perché gli venda le sue mutandine usate, o sporche di mestruazioni, perché lui ha il feticismo di masturbarcisi, liberissimo lui di farlo e lei di venderle. Così è per gli anziani, hanno tutto il diritto di fare sesso, e il Viagra ha ridato agli uomini quel vigore che l’età fa pian piano scemare. Ma il sesso parte sempre dalla mente, ti ecciti con la mente, puoi prendere il Viagra, ma se non ti piace la persona che hai accanto… E poi, le donne: è illecito che una donna non più giovane decida di sottoporre la sua vagina a lipofilling, per stare più a suo agio con se stessa e con il suo partner con cui vuole vivere un sesso anche e soprattutto orale? No, non lo è. È illecito che una donna non più giovane paghi un escort per fare sesso con un professionista? No, non lo è. È lecito far sesso ad ogni età, e mica solo oggi: Giorgio Bocca diceva che da anziani il desiderio sessuale di un uomo in intensità è identico a quello di quando si è giovani, certo, cambiava la prestazione. Il Viagra e i suoi “fratelli” risolvono questa… mancanza. In Pornage metto l’esempio di Giuseppe Prezzolini: buon sesso a 90 anni con Jackie, la sua seconda moglie, molto più giovane di lui. Io di Prezzolini mi fido.
La vera depravazione o ossessione sono gli snuff, chi gode vedendo torturare a morte donne o bambini, una pratica criminale più che pornografica… quando ogni cosa è lecita si giunge per partenogenesi all’illecito?
Caro Davide, permettimi di chiarire: non abbiamo nessuna prova certa dell’esistenza di video snuff. Come si sa, in rete gira di tutto, e come non si riesce a porre sotto una qualche forma di controllo il web che utilizziamo ogni giorno, non abbiamo quasi contezza del “dark-web”, il web nascosto, usato tra gli altri dai jihadisti per la loro propaganda di guerra, dai trafficanti di droga, armi, medicinali illeciti, e da chi immette e vende materiale pornografico illecito quale la zooerastia e la pedopornografia. Lo snuff presuppone la pratica di sevizie su persone fino a ucciderle. Il porno di serie A, ovvero quello americano, e in Europa quello francese, cioè il porno che io prendo in esame in Pornage, è un mondo vincolato a leggi serissime, dove vigilano e comandano sindacati agguerritissimi. Lo snuff, e la violenza di qualunque tipo, non c’entra nulla con il porno: chi si “eccita” vedendo tali schifezze ha problemi mentali gravi, e va curato. Qui si entra in un campo, quello medico, che non è di mia competenza.
A tuo avviso il sesso – che è poi la nudità radicale dell’uomo, l’oblò delle sue debolezze – è ancora un argomento tabù nel nostro Paese? Cosa ti affascina delle perversioni – più o meno grottesche – che hai studiato con tale acribia?
Caro Davide, anche qui, permettimi di chiarire. Io non sono né un’esperta né una studiosa, solo semplicemente una persona che scrive di sesso e porno nella maniera più spontanea possibile, perché il sesso e il porno fanno parte della vita, sono con noi sempre, sono nati con l’umanità e moriranno con essa. Io ho impulsi e curiosità come chi mi legge, e l’enorme ricerca che ho fatto per Pornage è stata, ed è, anche la mia, personale, di donna. Io non sono migliore o peggiore di chi ha desideri, pulsioni, vive una sessualità diversa dalla mia. Né viceversa. Quelle che io prendo in esame in Pornage non sono perversioni, sono vari modi di vivere la sessualità, e chi ha il feticismo della pipì, ad esempio, non è migliore né peggiore di chi ama il classico missionario. In Pornage ho trattato apposta sessualità diciamo “esagerate” perché se ho un intento con il mio librino, è quello di provare a far cambiare prospettiva, punto di vista, così da non considerare più tali sessualità grottesche, comunque non conformi. Come ho detto prima, nel sesso tutto è lecito se tra i protagonisti c’è consenso. Quindi io non posso ergermi a giudice di ciò che nella sessualità sia più o meno “perverso” perché rispetto e credo in ogni forma di sessualità. Non scriverei quello che scrivo su Dagospia e su Pornage se non la pensassi così. I tabù li ho salutati da un pezzo. Tutto mi affascina e tutto mi serve per crescere e maturare. Anche vedere su YouTube un uomo che fa sesso col suo motorino!:)) Ma nei miei occhi e nella mia mente non c’è nessuna forma di morbosità.
Mi racconti la cosa più curiosa che ti è capitata durante la tua indagine?
Devo confessarti che quello che mi sbalordisce di più sono le interviste che mi fate per Pornage! Le domande che mi fate. E sono felicissima di rispondervi, di confrontarmi con persone che la pensano in modo diverso, opposto al mio, e possono avere una visione del porno, e del mondo del porno, un pochino… “distorta”. Alla domanda precedente mi chiedi se porno e sesso sono ancora argomenti tabù: non so se sono tabù, tutto dipende dall’educazione ricevuta e dai “conti” che con questa educazione ognuno di noi fa da grande, però devo dire che è molto difficile far passare il porno per quello che è, ovvero una forma di spettacolo, un lavoro per chi lo fa, e un gioco, un passatempo, una forma d’evasione, per chi ne gode la visione. Come scrivo in Pornage, il porno è un mercato e noi che clicchiamo sui siti porno siamo suoi vezzeggiati clienti. Questo è l’unico punto di partenza esatto per fare un discorso corretto sul porno. Tra le cose più curiose che mi capitano, ci sono appunto le facce, le espressioni delle persone a cui faccio questo discorso, ma credimi, il porno di serie A, quello che tratto io, è un settore dello spettacolo, un’industria enorme, seria, pulita. Basta chiederlo a Rocco Siffredi: lui è il numero uno, e si batte come un leone affinché questo concetto passi.
In sintesi, tra travestiti divertiti, tra feticisti e mariti che godono nel vedere la propria moglie trombata da terzi, tra pornostar e robot del sesso, come faremo l’amore tra 10 anni?
Mi credi se ti dico che ciò che elenchi sono pratiche sessuali che esistevano ben prima di internet? Prima dell’arrivo del web, se eri un cuckold, ovvero un uomo col feticismo di vedere la moglie posseduta da un altro uomo da lei scelto (ripeto e sottolineo: con il consenso di tutti e tre gli interessati al coito), ti rivolgevi ai giornali porno, come Le Ore di Saro Balsamo: lì c’erano due rubriche, “Le Ore Utili”, dove cuckold e mogli mettevano e leggevano annunci che facevano al caso loro, e “L’Autoscatto”, rubrica dove venivano pubblicate le foto mandate dai lettori, ma foto di questi lettori nudi, in posizioni sessuali le più elaborate: erano gli esibizionisti pre-internet, i selfie hot dell’epoca (si vedono benissimo in una scena del film Parenti Serpenti di Mario Monicelli). Questo per dirti che tra 10 anni si farà l’amore come sempre, tenendo conto però del fatto che il porno ha sempre anticipato il futuro: il porno è in prima linea nella ricerca della realtà aumentata, e nello sviluppo di sex robot umanoidi. Si andrà certamente verso un sesso più virtuale e al tempo stesso “reale” per chi ne avrà desiderio e sentirà “questa” come sessualità a lui consona. L’importante è che avremo più conoscenza, quindi, più libertà di decidere. Saremo tutto quello che decideremo di essere. Sarà faticoso ma saremo sessualmente più consapevoli.