19 Dicembre 2017

“Fu autorizzato a fare cose innominabili”: il romanzo sulla fuga di Mengele, l’angelo della morte di Auschwitz. Dedicato agli ebrei romani

L’ostinata voglia di diventare Philip Roth. Con un pizzico di Jean-Jacques Langendorf. Olivier Guez è uno degli autori francesi più discussi del momento. Classe 1974, nato a Strasburgo, free lance militante per un mucchio di riviste importanti – dal New York Times a Le Monde alla Frankfurter Allgemeine Zeitung – Guez si è fatto le ossa con Une histoire des Juif en Allemagne depuis 1945, edito da Flammarion dieci anni fa, ha esordito al romanzo con Belfond, nel 2014, pubblicando Les Révolutions de Jacques Koskas, libro visibilmente ‘rothiano’ dove “un trentenne, ebreo sefardita, nostalgico dell’Impero austro-ungarico, s’interroga sulle sue ossessioni – sessuali – sulla sua ‘ebraicità’ – il sionismo descritto come un atto di erotismo – la famiglia, l’amore”. In mezzo, in quello stesso anno, varia sul tema, redigendo un pamphlet, Elogio dello schivare – che è poi l’arte calcistica e pindarica del dribbling – che coglie i plausi degli intellettuali più raffinati di Francia. Poi si ritira. Tre anni. Per scrivere il libro che conceda fama e polemica – due gemelli siamesi. Guez ce la fa. Per Grasset, poco dopo ferragosto, pubblica La Disparition de Josef Mengele. Il titolo dice già tutto, ma già che ci siamo, ecco la quarta: “1949: Josef Mengele sbarca in Argentina. Celato da diversi pseudonimi, l’ex medico torturatore di Auschwitz pensa di poter cominciare una vita nuova a Buenos Aires. L’Argentina di Peron è benevola, il mondo vuole dimenticare i crimini nazisti. Ma la caccia riprende e il medico delle SS deve fuggire in Paraguay e poi in Brasile. La sua erranza, di nascondiglio in nascondiglio, camuffato, tormentato dall’angoscia, non conoscerà respiro… fino alla morte misteriosa accaduta nel 1979. Come ha fatto il medico delle SS a nascondersi per trent’anni?”. mengele libroGran finale: La Disparition de Josef Mengele è una immersione prodigiosa nel cuore delle tenebre. Ex nazisti, agenti del Mossad, avide femmine e dittatori da operetta vivono in un mondo corrotto dal fanatismo, dalla realpolitik, dai soldi e dall’ambizione”. Micidiale. L’“angelo della morte”, come era generosamente chiamato Mengele, ha dato avvio a una letteratura infinita e più o meno definitiva (pensiamo a I ragazzi venuti dal Brasile di Ira Levin), ma mai così analitica come nel caso del romanzo di Guez. Il libro ha ottenuto il quasi atteso successo, vincendo il Prix Renaudot (andato, tra gli altri, a Céline, Louis Aragon, Michel Butor, Le Clézio, Georges Perec, Annie Ernaux…), “non voglio parlare ancora di ‘banalità del male’, però Mengele non era un assassino nato, è stato un uomo che ha commesso delle atrocità, che non provava pietà nei confronti degli altri esseri umani. Era un uomo autorizzato a fare cose innominabili”, ha dichiarato l’autore a El Pais. Il romanzo, in effetti, sta facendo il giro d’Europa: da noi lo pubblicherà Neri Pozza, nel febbraio del prossimo anno, ed è un bene dacché, come si sa, la vicenda di Mengele attraversa il nostro Paese. Imbarcatosi per il Sudamerica da Genova, Mengele ha ottenuto documenti falsi dal Comune di Termeno, in Alto Adige. Il libro di Guez, dedicato alla memoria degli ebrei romani deportati ad Auschwitz Rossana Calò, Grazia Di Segni e Ada e Giuditta Spizzichino, inizia così: “Il North King fende le acque fangose del fiume. Stipati sul ponte, i passeggeri scrutano l’orizzonte dall’alba e ora che il cantiere navale e la linea rossa dei magazzini del porto sfondano la nebbia, i tedeschi cantano una canzone militare, gli italiani si fanno il segno della croce e gli ebrei pregano, nonostante la pioggia fine, le coppie si baciano, la nave approda a Buenos Aires dopo tre settimane di traversata. Solo sul ballatoio, Helmut Gregor pensa”. Helmut Gregor, va da sé, è Mengele, con documento contraffatto che dice, “1,74 metri, occhi verdi bruni, nato il 6 agosto 1911 a Termeno o Trameno in tedesco, comune del Sud-Tirolo, cittadino tedesco di nazionalità italiana, cattolico, professione meccanico”. Buona lettura.

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