23 Ottobre 2017

Due biglietti di Einstein fanno impazzire il mondo. Ma sono solo ovvietà!

Maestro di scienza. Maestro di vita. Il tizio in cravatta e guanti bianchi d’ordinanza sventola i fogli. Manco si trattasse dei frammenti dissepolti di un vangelo vergato da Gesù Cristo. Fuochino. Più o meno è così. Scrittura in inchiostro nero. Continua. Pare un mare acutamente mosso. Carta intestata ‘Imperial Hotel Tokyo’. Anno di grazia 1922. L’anno prima il tipo coi baffoni e i capelli bianchi elettrizzati, a onorare i venti, il prototipo del genio, ha ottenuto il Premio Nobel per la fisica. Albert Einstein. Due fogli di Einstein. La storiella è agiografica. Einstein è a Tokyo per lavoro, “fu accolto da migliaia di persone che si affollarono per vederlo”. Impressionato, il nostro “si ritira nell’Imperial Hotel di Tokyo, cercando di registrare i suoi sentimenti su un foglio. Quando gli fu recapitato un messaggio in camera, Einstein, non avendo di che ricambiare, decise di dare all’inserviente due scritti”. Alla nota che già profuma di leggenda si aggiunge lo sketch da film. Lo scienziato avrebbe detto al beatificato dai messaggi, “tenga questi fogli, in futuro potrebbero avere un valore piuttosto alto”. In effetti. Martedì 24 ottobre, Gerusalemme, ore 17. Tra manoscritti rari, fogli sacri e missive rabbiniche, vengono battuti all’asta i due biglietti, redatti in tedesco e griffati Einstein. Baste d’asta: 8mila dollari lo scritto su carta intestata, 3mila dollari l’altro. Che c’è scritto? La ‘formula della felicità’, berciano i giornali di mezzo mondo. Primo foglio: “Una vita serena e modesta porta più felicità della ricerca del successo confusa a una continua inquietudine”. Secondo foglio: “Dove c’è volontà c’è una via”. S’intende: se ti applichi verso un obbiettivo, prima o poi lo raggiungi. Per essere quella gran capa che è, qui Einstein si dimostra un tontolone. La prima frase, infatti, è una ovvietà dal sentore stoico, un topos della letteratura di ogni tempo, basta leggere Orazio e Seneca, con 20 euro ve la cavate, altro che 8mila dollari… L’altra è una frase fatta, del tipo chi la fa l’aspetti. Tanto chiasso per nulla? Di certo Einstein ha avuto pensieri migliori. Cominciate a leggere i suoi libri, aveva il talento della divulgazione.

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