25 Marzo 2018

Cosa fare se la ragazza che ami legge i libri sbagliati. Correre ai ripari comprando chili di Leopardi

Ipotizziamo che lei ti ami. Non è scontato. Di solito si viene scelti da una donna come ultima possibilità, dopo la morte per cortocircuito del vibratore. Ma, in ogni caso, supponiamo che le cose stiano così: LEI TI AMA. È pur sempre possibile. Think positive!

Naturalmente, mica può andare tutto bene. La vita non è una commedia hollywoodiana in cui le cose iniziano maluccio, ma si risolvono per il meglio. Mettiamo pure che lei non sia uno scorfano. Diciamo che a sto giro hai avuto culo. Tu la guardi. Lei ti guarda. Ti chiedi dove stia l’inghippo. Improvvisamente, intravedi la libreria dietro di lei. Ti appropinqui che già ti tremano le gambe. Cominci a scorrere i titoli. Cacci una bestemmia che il presepe, riposto in una scatola nello sgabuzzino, ha una scossa, neanche fosse indemoniato.

“Dio delle città e delle immensità”, esclami citando i Pooh, “ma quello è un libro di D’Avenia!”.

“Sì, me l’ha regalato mamy per il compleanno”.

“Ma porco zio! E tu non le hai praticato un’eutanasia immediata?”.

“Perché dici queste cose brutte di mamy, poverina?”.

Eviti di insistere, ma già ti è passata la voglia di chiavare. Sono cose che possono succedere, quando lei fa certe letture. Voglio dire, la secchezza vaginale delle non più giovani l’hai superata, ma questi sono valori non negoziabili. D’Avenia è roba che non si può sentire. Che senso ha aver passato l’adolescenza a leggere Bukowski e la maturità tra le angoscianti pagine di Houellebecq, se poi ti scopi una che legge quel signorino lì? Cerchi comunque di essere clemente con lei, prima di ricorrere al femminicidio, e le parli così:

“Bambina, tu devi capire. Quel D’Avenia è uno che alle superiori lo prendevano a sberloni, gli mettevano la saliva sul naso e lui per vendicarsi ha cominciato a scrivere libri del menga, ad avere successo e pubblicare con Mondadori. Hanno fatto male i compagni a non dare fondo alla loro cattiveria da bulletti”.

“Oh Dio, ma perché parli improvvisamente così? Ti facevo un uomo sensibile”.

Ok, lo so, ti stai incazzando: ti hanno dato dell’uomo sensibile. È un attimo e poi, se le lasci troppa libertà, lei ti chiederà anche di depilarti le gambe. Rispettare le donne è sacrosanto, ma non puoi certo farti trattare come uno di quelli con l’orecchino al naso e le calze velate sotto i jeans.

“Per favore, adesso, fai come ti dico”.

Sì, bisogna che sia chiaro: non sempre l’uso della forza è sbagliato. Nella fattispecie è necessario che lei bruci il libro di D’Avenia su Leopardi, per espiare la sua colpa. Dopo che l’avrà fatto, magari tra le lacrime, è il caso che usciate. Portala in libreria. È da lì che bisogna cominciare, è inevitabile direi, visto che, presumibilmente, di solito i libri li compra al supermercato insieme alla carta igienica.

A quel punto, costringila a leggere il vero Leopardi. Spiegale che uno con la faccia di D’Avenia non potrà mai capire la pena del povero Giacomo. Falle comprendere che le sei vicino e, a un errore grave, quale quello che ha commesso, c’è sempre rimedio. Non trascurare neanche il sesso, quello robusto, animalesco… Se possibile, cerca anche di non essere eccessivamente pulito. Anche in questo caso, falle capire che con D’Avenia non sarebbe così, ma piuttosto qualcosa di tanto dolce da non sentirsi, al profumo di violetta. Sii convincente. Se non le dovesse piacere, rassegnati. È sempre possibile che alcune non siano recuperabili. Lo capirai qualora dovesse, dopo alcuni giorni, nascondere tra le buste della spesa l’ultimo libro di Dacia Maraini.

Matteo Fais

 

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