08 Ottobre 2019

Cormac McCarthy: il decalogo per scrivere bene (un trattato scientifico)

Non credo che assegneranno a Cormac McCarthy il Nobel per la letteratura: lui, classe di ferro 1933, non saprebbe ormai cosa farsene. Ha scritto uno dei romanzi più grandi del secolo, “Meridiano di sangue” (1985), e un ciclo epico micidiale, la “Trilogia della frontiera”. L’ultimo romanzo, “The Road” (2006) è di elegiaca bellezza; da anni si parla del suo prossimo romanzo, che dovrebbe intitolarsi “The Passenger”. Da sempre, McCarthy ignora i riti mondani della letteratura americana, preferisce frequentare il Santa Fe Institute, istituto di ricerca multidisciplinare dove insegnano diversi scienziati ornati dal Nobel. Nell’istituto, dove Cormac lavora e chiacchiera, lo scrittore ha la carica di “Trustee”. Al SFI Cormac McCarthy usa la sua abilità per indicare agli scienziati il metodo migliore per scrivere i loro documenti, per comunicare con efficacia, trovando la sintesi esatta tra linguaggio e scienza. Dal 2000, McCarthy ha cominciato a frequentare con assiduità Van Savage, biologo teorico, che “ha ricevuto molti, preziosi consigli dal grande scrittore per editare i suoi testi negli ultimi vent’anni”. Dall’anno scorso, la collaborazione tra Van Savage e McCarthy si è consolidata per redigere una specie di abbecedario minimo per scienziati scrittori, un decalogo di regole per scrivere correttamente testi scientifici. L’esito è stato pubblicato da “Nature” come “Novelist Cormac McCarthy’s tips on how to write a great science paper”. Le “parole di saggezza” sono state sistemate da Van Savage e dalla biologa evoluzionista Pamela Yeh. Per chi ama McCarthy sarà una sorpresa notare come i suoi consigli di scrittura divergano, all’apparenza, dalla scrittura romanzesca, piena di subordinate, di immagini possenti, di aggettivi arcaici, di parentesi bibliche. Un grande scrittore fa aderire il proprio genio al contesto speciale. Per la prima volta McCarthy si espone, dando dei consigli di scrittura. Non in favore dei letterati ma degli scienziati. Come se romanzo e documento scientifico fossero la stessa cosa, l’espressione dell’enigma, la sua interrogativa esegesi. (d.b.)  

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*Minimalismo per ottenere chiarezza. Mentre scrivi, chiediti: è possibile conservare l’originalità del mio messaggio senza quel segno d’interpunzione, quella parola, quella frase, quel paragrafo, quella sezione? Rimuovi più parole in eccesso che puoi.

*Decidi il tema del tuo articolo e quei due o tre punti che ritieni il lettore debba ricordare. Questo tema e questi punti formano il filo che terrà insieme il tuo articolo. Parole, frasi, paragrafi e sezioni sono i ricami che lo adornano. Se qualche elemento non è necessario affinché il lettore comprenda il tema principale, eliminalo.

*Fai in modo che ciascun paragrafo contenga un solo messaggio. Un’unica frase può essere un paragrafo. Ogni paragrafo dovrebbe esplorare quel singolo messaggio ponendo una domanda, proponendo una idea, realizzando una risposta. È corretto sollevare domande in un paragrafo lasciandole senza risposta.

*Adotta frasi brevi, costruite in modo semplice, dirette. Frasi chiare e concise sono utili per le spiegazioni scientifiche. Riduci le proposizioni, le frasi composte, le parole secondarie – ad esempio: comunque o così – in modo che il lettore resti concentrato sul tema principale.

*Non rallentare la lettura, non ostacolare il lettore. Evita le note a piè di pagina perché interrompono il flusso dei pensieri e obbligano gli occhi a guizzare avanti e indietro, mentre le mani girano le pagine o cliccano sulle diverse connessioni. Cerca di evitare il gergo, un linguaggio eccessivamente tecnico. Non usare più volte la stessa parola – diventeresti noioso.

*Non essere troppo elaborato. Usa un aggettivo solo se è rilevante. Il tuo articolo non è un dialogo per rispondere alle domande di un lettore potenziale, quindi non anticiparle. Non dire la stessa cosa in modi diversi. Non dire chiarire insieme a elaborato. Scegli uno dei due termini, altrimenti perderai il tuo lettore.

*Non preoccuparti dei lettori che vogliono discutere i punti laterali del tuo discorso. Divertiti a scrivere.

*Riguardo alla grammatica: la lingua parlata e il buon senso sono generalmente migliori di ogni manuale per scrivere bene. È importante essere capiti più che scrivere una frase grammaticalmente perfetta.

*Le virgole indicano una pausa. Se scrivi Al contrario all’inizio di una frase devi aggiungere una virgola per sottolineare che la frase si distingue dalla precedente, non per distinguere le prime parole dal resto della frase. Pronuncia la frase a voce alta per trovare le pause adatte.

*I trattini dovrebbero enfatizzare le proposizioni che ritieni importanti – senza usare il grassetto o il corsivo – non solo per definire alcuni termini. (Le parentesi sottolineano alcune frasi in modo più delicato delle virgole). Non appoggiarti ai punti e virgola come una stampella per connettere idee vagamente collegate tra loro: questo incoraggia la cattiva scrittura. Occasionalmente puoi usare contrazioni come non è detto, non ritengo, non dovrebbe. Ma non essere eccessivamente formale. Non usare i punti esclamativi. Puoi scrivere sorprendentemente, oppure, intrigante, ma non esagerare. Usa parole simili soltanto una o due volte per articolo.

*Inserisci domande, usa un linguaggio meno formale per rompere il ritmo e dare una sensazione più diretta. Le espressioni colloquiali possono essere utili, purché non si scada nel vernacolare. Allo stesso modo, usa un tono personale perché il lettore possa coinvolgersi. Essere impersonale o passivo non inganna nessuno riguardo al tuo obbiettivo: dire “La Terra è al centro del Sistema Solare” non è più oggettivo di “Siamo al centro del nostro Sistema Solare”.

*Scegli un linguaggio concreto, ricco di esempi. Se devi parlare dei colori arbitrari di una sfera astratta, è meglio dire che questa sfera è un pallone rosso o una palla da biliardo blu.

*Evita le equazioni in mezzo alle frasi. La matematica non è la lingua alfabetica e non possiamo far finta che lo sia. Per separare le equazioni dal testo puoi usare lo spazio bianco, una sezione supplementare, oppure spiega come è possibile tradurre le ipotesi in equazioni.

*Quando credi di aver finito, leggi il tuo lavoro ad alta voce, a te stesso, a un amico. Trova un buon editor di cui puoi fidarti, che spenda davvero del tempo sul tuo lavoro. Rendi facile la vita di un editor: numera le pagine, lascia gli spazi doppi.

*Infine, invia il lavoro alle riviste. Cerca di non pensare troppo al tuo lavoro, finché i redattori non lo abbiano valutato. In ogni caso, presta ascolto al consiglio di Rudyard Kipling: “Abbi fiducia in te stesso quando tutti gli uomini dubitano di te, ma prendi in considerazione i loro dubbi”. Cambia il testo, se questo è utile, spiega educatamente perché ritieni giusto mantenere la formulazione originale.

*Non discutere con gli editori in merito all’uso della punteggiatura. Le riviste hanno le proprie regole: tu non sei un’eccezione.

*Per ultimo, prova a scrivere la miglior versione del tuo documento: quella che ti piace. Non puoi soddisfare un lettore anonimo, ma puoi rendere felice te stesso. Il tuo documento è per i posteri. Ricorda l’emozione che ti ha trascinato leggendo per la prima volta i testi che ti hanno ispirato mentre gioisci del processo di scrittura che compirà il tuo.

Cormac McCarthy

Gruppo MAGOG