24 Ottobre 2017

Cecil Day-Lewis. Ecco chi è il padre di Daniel. Un poeta geniale. Un giallista eccezionale

Indovina indovinello. Per gli esegeti di Daniel Day-Lewis, Cecil Day-Lewis non è che il babbo dell’attore che ha vinto più Oscar di tutti gli attori nella storia dell’Academy. Nel mondo anglofono – quello serio – Daniel, profilo femmineo ed enigmatico che simula quello dell’austero genitore, è il figlio di Cecil, tra i più noti poeti d’Albione, tanto da indossare la carica di ‘Poet Laureate’ (incarico lirico, per inciso, andato, tra gli altri, ad Alfred Tennyson, a Ted Hughes, ad Andrew Motion) dal 1968 fino alla morte, accaduta 45 anni esatti fa. Chissenefrega dei riconoscimenti. Avete ragione. Nato in Irlanda, cresciuto liricamente alla corte di W. H. Auden, Cecil Day-Lewis, prima comunista – come l’amico Auden; era convinto che il “Capitalismo è inutile ai fini culturali” – poi fieramente anticomunista (quando capì che Marx, tradotto in Russia, aveva favorito i Gulag e la dittatura ‘rossa’), è poeta che nel Regno Unito si studia a scuola. Ammiratore di Thomas Hardy, seguace di Auden e di T. S. Eliot, la poesia di Cecil è sperimentale e ironica, avanguardista e lirica allo stesso tempo. La prima raccolta organica, Transitional Poem fu edita nel 1929 dalla Hogarth Press dei coniugi Woolf e questo lo fece diventare uno dei poeti più noti del suo tempo. Autore di dieci volumi in versi, traduttore elogiatissimo di Virgilio – le Georgiche nel 1940, l’Eneide nel 1952 – e di Paul Valéry, docente di poesia a Oxford (ennesimo riconoscimento maximo nel suo paese), Cecil aveva il tic del giallista. Dal 1935, con lo pseudonimo di Nicholas Blake, il poeta di sua Maestà sforna una ventina di ‘gialli’ che hanno per protagonista Nigel Strangeways – nome, di per sé, poeticissimo – detective per passione, gentiluomo tutto d’un pezzo. I ‘gialli’ del poeta – che per il suo eroe si era ispirato ai vezzi di Auden – funzionarono assai: dai suoi ‘casi’ furono tratti alcuni film. Il paradosso tutto italico – di cui non ci stupiamo più – è che Cecil Day-Lewis, il poeta, è editorialmente assente, mentre fa capo in libreri Nicholas Blake, il giallista, pubblicato con una certa costanza da Mondadori – ma quanto gli costa stampare un libro di poesie ogni cinque ‘gialli’? Daniel fu un regalo longevo per Cecil. Il poeta aveva 53 anni quando nacque il suo figlio più piccolo, 50 anni fa. Sulla lapide, nel camposanto della chiesa di Stinsford, nel Dorset, un verso ricorda Cecil. “A chi appartengo?/ Chiedi alla pietra, te lo dirà./ Chiedi al mio canto”. Una poesia per ricordare l’alto genitore dell’attore più quotato di Hollywood.

 

Dove sono i poeti di guerra?

Loro che nella follia e nell’avidità
sradicarono religione, mercati, leggi,
abusano della nostra lingua e ci
obbligano a parlare di libertà.

Questa è la logica dei tempi,
non c’è un soggetto adatto a versi immortali –
noi che abbiamo vissuto sogni onesti
difendiamo il male contro il peggiore.

Cecil Day-Lewis

Gruppo MAGOG