06 Maggio 2018

Anche quest’anno non ho vinto il Nobel o lo Strega, ma in compenso ho conferito l’Oscar

Insomma, anche quest’anno non ho vinto il Nobel – no, il molestatore non sono io, pur essendoci tutti i presupposti – e non sono neppure tra i finalisti dello Strega. La solita sfiga, direte voi. Beh, certo, sono un po’ depresso. Tanto più che mi ero bevuto diverse bottiglie del liquore che dà il nome al più noto premio letterario nazionale, nella speranza di impressionare i giurati. Inoltre, avendo paura dell’aereo, avevo tentato un viaggio in treno verso la Svezia, per cercare di comprare la giuria dell’Accademia che, casualmente, era già corrotta, o così pare. Preso dallo sconforto, ho cominciato a tormentare i miei contatti su Facebook. Scrivevo così, a caso, esordendo con frasi del tipo: “Te l’immagini, non ho vinto né il Nobel né lo Strega. Devo proprio valere meno di zero come scrittore”. Com’è ovvio che sia, quasi nessuno mi rispondeva.

Fatta eccezione per una. Su Facebook succede di avere qualche seguace che mai si palesa. Vai a capire perché. Non che ci perda molto tempo a chiedermelo. Comunque, la tizia ha cercato di consolarmi.

“No, ma guarda che io ti ho letto e sei molto bravo”.

“Grazie, troppo gentile… Però, dicono tutte così, ma poi nessuna che me la dia e io mi deprimo sempre di più. Oltretutto, il mio fegato è partito, perché il liquore Strega è una vera porcheria. Però, sai, ci tenevo molto a vincere almeno un premio in vita mia…”.

“Non fare così, possiamo parlarne. Se vuoi, te lo do io il mio riconoscimento…”.

“Sul serio? Ma vuoi soldi? Non che non voglia trombare, sia chiaro, ma per una volta l’ideale sarebbe se fosse gratis”.

“Da te non voglio niente. Mi piacerebbe solo che potessimo parlare un poco di letteratura…”.

“Scusa, ma non dovevamo trombare?”.

“Ok, ma prima…”.

“No, ti spiego, non è come in matematica: invertendo l’ordine degli addendi, il risultato cambia”.

“D’accordo”.

“Sul serio????”.

“Certo, per chi mi hai presa?”

“Non so. Metti che, nel mentre, ti abbia scritto Stephen King. Magari preferiresti farti lui”.

“Non fare il cretino, per favore”.

“Non so se mi riesce”.

La faccio breve. Quando mi ha visto nudo, mi ha detto con occhioni stupiti: “Strano che tu non abbia un maggiore successo”.

“Sul serio? E perché mai? Non so se ho le carte in regola per diventare il nuovo Michel Houellebecq…”.

“Sì, ma tu hai l’Oscar!”.

“Ti ringrazio. Malauguratamente, non è un premio che mi capiti di consegnare spesso”.

“Beh, cosa stai aspettando, dallo a me”.

“Ma non volevi parlare prima di letteratura?”.

“Fammi il piacere, non rompermi i coglioni con la letteratura, adesso. Il tuo futuro è in un altro campo, bello!”.

Repentinamente, la ragazza ha afferrato la statuetta e io ho ricevuto il mio premio di consolazione. Sì, lo so, questo non potrò scriverlo nei cenni biografici, sulla quarta di copertina del mio prossimo libro, ma che ci volete fare… si sa che i premi letterari sono tutti truccati.

Matteo Fais

 

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