26 Febbraio 2020

“Ho sempre avuto uomini di genio”: il mistero di Alma Mahler, la donna che ha sedotto il secolo

C’è questa nuova biografia di Alma Mahler che fu vera donna incrociando in fede & carne i vari Klimt, Gropius, Mahler (appunto) e Franz Werfel. Il suo nome iniziale era Alma Margarethe Schindler. Nasce nel 1879 e chiude il sipario nel 1964.

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L’ultima biografia è Passionate Spirit di Cate Haste. La notizia è rimbalzata da New York Review al giornale di Francoforte. Il 18 febbraio ha suonato al citofono del Resto del Carlino. 

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Seguiamo l’articolessa della Est Coast: “Alma Schindler nei suoi primi diari [dai 19 ai 23 anni quando sposa Mahler] è attraente. Nei diari c’è una teenager in ebollizione tutta piena di opinioni ed entusiasmi. Una giovane donna che flirta con l’élite culturale della Vienna di fine secolo al solo scopo di disorientare. Alma scrive di baci e incontri appuntati sulla Ringstrasse. Scrive del suo esercizio severo al pianoforte e dei suoi studi, di quando va all’opera e compra vestiti e bisticcia con la madre. Una ragazza splendida in una città splendida. Vanitosa e insicura. Una che si gonfia la reputazione perché è in grado di farlo: seria, determinata, sensibile e, soprattutto, giovane”.

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Vediamo di capire. Al di là dei rumors (donna libera, libera di fare quel che voleva compreso sparare ad alzo zero sugli ebrei viennesi di primo Novecento nei suoi diari) al di là di questo vento che passa come un treno merci facendo solo molto casino, intendo, c’è una donna vera. Mi fa simpatia da subito quando leggo che i suoi diari sono passati dalle 800 pagine dell’edizione tedesca alle 400 inglesi grazie al gontagocce di qualche editor brillante & castrante.

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Viene voglia di capire. I dotti di Oxford, ingenui e sagaci come al loro solito, quando recensirono i diari vent’anni fa si basarono sullo studioso di Mahler, mr Anthony Beaumont. Il quale si disse irritato e perplesso (baffled) dopo aver letto tra i primi questi diari, dove la (non ancora) Frau Mahler dice della sua prima esperienza sessuale con Mahler. Correva l’anno 1902 ed era appena iniziato, faceva un bel freddo a Vienna a gennaio e insomma…

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Scrive la ventenne nel diario: “Spasimo per uno stupro – con chi sarà, sarà”. E questo a luglio dello stesso 1902. Si sa, una botta di caldo e i nordici svirgolano subito…

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Altre cianfrusaglie e ammennicoli vari (doppio senso) sono qui. Intorno ai 33 anni la nostra diva si ama per iscritto e poi anche meglio con Gropius. Indi, e qui siamo oltre Boccaccio, il caro Mahler viene a sapere della cosa, legge tutte le lettere di lui, ne è commosso & emozionato tanto da comporre una poesia. Indi nuovamente Mahler la ama e la porta fuori a passeggio sicché il matrimonio fila liscio liscio sin tanto che lui muore in quello stesso anno (colpo di genio del destino).

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Ma oltre al destino c’è anche il fato ed è più potente e disordinato. Questa volta il fato fa solo toc toc! e lei si trova a posare per Kokoschka che le viene portato in casa dal padre (di lei). Questa atmosfera da trogolo (leggi porcile) si spiega con l’aria di peccato cattolica che tirava a Vienna. Forse. O forse si sentiva la fine di un mondo al collasso con tutti i suoi riti pubblici e nel privato si sondava e si creava una nuova morale. Chi lo sa più…

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A parte questa e altre boutade (altra conoscenza casuale della signora: un tizio che suona il piano e poi sposerà la figlia di Twain perché con la Mahler va bene ma fino a un certo punto) il lettore italiano dispone del resoconto becero della Frau Mahler. La mia vita è il titolo grazioso del libro che compose una volta placatasi e divenuta cittadina americana. Stampa Castelvecchi. I suoi diari, invece, vanno dal 1898 al 1902 e quindi sono puro magma.

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Peraltro questo Werfel che sposò alla fine è un simpatico autore a catalogo Adelphi, il suo Una scrittura femminile azzurro pallido non è malvagio per quanto languido. Ma resta il fatto che divenne un bigottone. Non riesco a scordare il giudizio tranciato da Nabokov in Un mondo sinistro: “Werfel che ha scritto un libro su Lourdes in realtà è un pasticcino senza bignè”. E ho detto.

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Peccato che la Mahler sia passata a vent’anni dallo studio di Klimt che salta per aria, o meglio le salta addosso per un bacio, ai pic-nic col genio Gropius ecc. ecc. – insomma peccato che sia passata da un matrimonio borghese con l’artista Mahler alla prigione bigotta della vita con Werfel.

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Però a ben vedere le mancava il fesso Werfel a curriculum. Li aveva provati quasi tutti, ormai.

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O meglio. Recensendo una biografia della Mahler del 1992, quando ancora i diari non erano disponibili, Ben Macintyre (che è un biografo di spie di serie B) coglieva il nocciolo della questione. Eccolo. “Nonostante tutti i dettagli della biografia non vien fuori il segreto del fascino misterioso tra lei e Werfel. Forse è la qualità di lei a rifuggire da ogni descrizione a parole e la si coglie meglio nella musica del suo primo marito Gustav Mahler. Nemmeno Thomas Mann sapeva darsi una risposta: perché era così irresistibile nonostante i suoi difetti visibilissimi? Mann diede una risposta seria solo una volta in pubblico. Dopo una lunga pausa sorrise sottolineando queste parole: mi ha cucinato delle ottime pernici”. Mann dà il meglio di sé quando si parla di cibo. L’unica volta che ammise ore rotundo la sua omosessualità era stato in occasione di un brindisi… per la moglie Katia.

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Siccome il Frankfurter da cui Il Carlino ha preso la notizia è eccitante come un pezzo di legno sono tornato a leggere i giornali inglesi. Ecco un pezzo intelligente fin dal titolo Perché siamo fissati con la Mahler. È della scorsa estate.

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“La biografia di Cate Haste è lettura godibile e ci accompagna nelle fasi mozzafiato della carriera di Alma con un tono adatto, di corsa. Ma penso che l’autrice si sarebbe potuta servire meglio delle sue fonti”. In sostanza per i primi anni si è basata troppo esclusivamente sui diari (ma è comprensibile, i biografi precedenti non potevano farlo). Conclusione. “Fu una presenza culturale importante ma non credo che le sue 20 composizioni basterebbero per ricordarla. Le americane Amy Beach e Ruth Seeger valgono di più. Dovremmo essere onesti e dirci che la sua figura attrae perché ci consente di sbirciare dentro una mezza dozzina di geni nei loro momenti più pazzi, privati e irrazionali. Alma andava oltre i limiti del suo tempo. E intendo dire che ne fu delimitata completamente”. Come non dargli ragione?

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Due gemme di Alma anziana. A Roma incontra Hauptmann che le dice in un’altra vita mi prenoto per essere tuo amante. E lei segna una nota privata: In vita mia ho sempre incrociato uomini di genio. Essenziale.

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Infine. Una sera si trovò a tener banco con Thomas Mann e col musicista Schönberg. La figlia di Schönberg ha raccontato di aver origliato la conversazione dalla porta. Dice che praticamente Alma stava solo a sentire i due soloni che discettavano. Forse in questo tacere stava la seduzione. (Andrea Bianchi)

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