13 Ottobre 2019

Alice, un puzzle che ha distrutto le convenzioni e ridicolizzato il mondo degli adulti

Esistono luoghi fantastici. Opifici del sapere, panche digitali del sogno. La “British Library” da tempo mette a disposizione di sguardo parte dei suoi tesori: li potete sfogliare e studiare e ‘giocare’ senza chiedere permessi accademici o passaporti ministeriali. “Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie” del reverendissimo Lewis Carroll è un libro mitico, un incendio d’invenzioni che esula dal ‘genere’ (i grandi libri sono de-generi, generano contraddizioni). Pubblicato nel 1865, ‘Alice’ è stato tradotto in Italia per la prima volta nel 1872, non c’è editore che non abbia la sua versione del capolavoro, più o meno nobile (Aldo Busi ne adorava i labirinti linguistici). Ne esistono traduzioni anche in sardo e in napoletano. Solo quest’anno, per dire, sono state ristampate 7 versioni di “Alice” – tra cui, Bur e NewtonCompton – che scatenano la fantasia degli illustratori. Un articolo di Kimberly Reynolds, prof di letteratura per ragazzi alla Newcastle University, “Understanding Alice” ci aiuta a entrare nel capolavoro. Qui, una selezione spiccia, sfiziosa. La ‘soluzione’ di ‘Alice’? Nel “The Game of Logic” che il caro Dodgson pubblicò nel 1887.

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1890: le illustrazioni di John Tenniel al libro di Lewis Carroll

Enigmi, indovinelli, giochi di parole. “La storia di Alice è cifrata, mascherata dall’uso di enigmi, indovinelli, giochi di parole, che hanno l’apparenza del nonsense. Non è una cosa straordinaria nella letteratura per l’infanzia: la differenza è che nelle Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie la qualità dei giochi di parole e dei puzzle è di altissimo livello”.

Il genio matematico del caro Charles. “Charles Dodgson era affascinato dalle sciarade, dai giochi di parole, dai puzzle, e incoraggiava i suoi giovani amici a condividere questo interesse tramite giochi specifici, personalizzati. Gli inviti erano costruiti utilizzando codici la cui risoluzione conteneva informazioni sulla data, l’ora e il luogo dell’incontro. Di fatto, ‘Alice’ è un compendio di giochi collegati a una narrazione. Naturalmente, l’attitudine matematica di Charles Dodgson facilitava questa pratica, ma vi sono anche altri motivi…”.

Agli adulti preferiva la compagnia dei bambini. “Il timido, balbettante, esile Charles era assai lontano dall’ideale figura del maschio vittoriano, ed era noto che preferisse la compagnia dei bambini rispetto a quella degli adulti. Anche se oggi questa attitudine è vista come inquietante, nel mondo vittoriano non era così strano che alcuni frequentassero i bambini rispetto ai propri coetanei. Non c’entra l’attrazione sessuale: piuttosto, la fanciullezza consentiva, in modo illusorio, di liberarsi dalle esigenze associate alla cultura patriarcale del mondo vittoriano. Allo stesso tempo, puzzle, nonsense, fantasie sono fuochi creativi che permettono di eludere le convenzioni sociali del tempo”.

Alice elude le regole, considera ridicole le norme, un mazzo di carte il tribunale. “Travestimenti e ambientazione fantastica consentono di far agire i personaggi in modi che sarebbero intesi come inaccettabili nel consueto mondo vittoriano… Alice ha una voce, pone domande, spesso mostra che è irrazionale il modo di comportarsi degli adulti, specialmente quando si tratta dell’esercizio del potere e della tracotanza dell’autorità. Alice corregge i personaggi che incontra, più grandi di lei – non ci sono bambini nel Paese delle Meraviglie – e perde la pazienza con molti di loro. Nella società vittoriana il comportamento di Alice sarebbe stato considerato come sconveniente e punibile: nella storia di Carroll ha un potere liberatorio. Alice elude le regole, considera ridicola ogni norma, giudica il tribunale “nient’altro che un mazzo di carte”.  

Un corpo che cambia. “Niente è più frustrante che essere vincolati dal proprio corpo. Spesso si dice di non comportarsi ‘come un bambino’. Carroll cattura ed esaspera la natura arbitraria e caotica che circonda le attese degli adulti nei riguardi dei bambini, facendo cambiare il corpo di Alice. Il corpo di un bambino cambia, rapidamente, spesso in modo grottesco. Allora, Alice ha il collo lungo come un serpente, diventa enorme, rimpicciolisce. Infine, impara a controllare le dimensioni del suo corpo”.

Ribaltare i cliché della letteratura per l’infanzia. “La sua conoscenza della tradizione della letteratura per l’infanzia è formidabile: riprende tutti i topos – ad esempio: animali che parlano e indossano un gilet con l’orologio da tasca –, ribaltandoli”.

Faceva impazzire gli illustratori. “Carroll presta la stessa attenzione che ha per le parole verso le immagini, fino a far impazzire i suoi illustratori”.

Un libro scritto per una bambina, un libro per tutti. “Un libro creato per una bambina vissuta in epoca vittoriana è diventato un libro per tutte le età e per tutte le persone del pianeta. Ci riporta alle origini dell’arte del narrare storie, eppure la sua struttura episodica, i mondi alternati e alternativi che allinea, ha ispirato i videogame più elaborati del XXI secolo”.

*In copertina: L’Alice di John Tenniel del 1890 potete sfogliarla, con bibliografico godimento, dal sito della British Library

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