14 Novembre 2017

20 anni di Harry Potter. Intervista alla massima 'potterologa' d'Italia

Per capire qualcosa di Harry Potter, in Italia bisogna rivolgersi a lei. Formazione giuridica, penna sagace, Marina Lenti è l’esegeta del fantastico mondo di Hogwarts e della sua autrice, J. K. Rowling. Studi pionieristici, il primo volume ragionato di ‘potterologia’ nel 2006 – L’Incantesimo Harry Potter, costantemente ristampato – fino, dieci anni dopo, nel 2016, alla pubblicazione della prima biografia della Rowling, J. K. Rowling. L’incantatrice di 450 milioni di lettori (Edizioni Ares). In mezzo, il mondo. libro lentiStudiosa, in assoluto della letteratura fantastica, con puntate nell’universo tolkeniano, la Lenti si è occupata del ‘ricettario’ di Harry Potter – in Harry Potter: il cibo come strumento letterario – e soprattutto della filosofia che soggiace alla creazione letteraria della Rowling. In La metafisica di Harry Potter, ad esempio, si sviscera il significato del numero “sette nella saga potteriana”, si ragiona sui “sette romanzi come tappe del viaggio alchemico”, si specula su concetti come “Libero Arbitrio e Predestinazione della Profezia nel mondo potteriano” oppure sul “tema del Doppio e l’elemento probabilistico”, si avvicina la ritualità del maghetto all’occultismo e ai Rosacroce (“L’uso della Pietra della Resurrezione dà luogo anche a un’altra curiosa risonanza mistica: essa si verifica quando Harry, riattraversando la Foresta per andare a immolarsi per mano di Voldemort, aziona il talismano ed evoca così le presenze di Lily, James, Lupin e Sirius. I quattro camminano al suo fianco, alla stregua di angeli protettori, incoraggiandolo durante il tragitto. Non ho elementi per affermare che si tratti di una eco intenzionale, ma l’episodio richiama comunque alla mente un rituale dell’Ordine Ermetico dell’Alba Dorata, società occulta con radici massoniche e rosacrociane sorta nel XIX secolo”). Insomma, buon viaggio nel retroscena della saga più venduta al mondo, che in un paio di decenni ha collezionato 7 tomi ufficiali, 8 film di successo e uno spin off (Animali fantastici e dove trovarli). Detto questo. La Lenti potete ammirarla in questi giorni. Tiene conferenze di ‘potterologia’ a Milano nell’ambito di Fumettopoli (il 18 novembre, in via G. Watt 15, dalle 12,30) e di Bookcity Milano (il giorno dopo, 19 novembre, Teatro del Buratto, via G. Bovio 5, dalle 14,30). Con lei Cliff Wright, grande illustratore inglese di libri per ragazzi, in particolare del secondo e del terzo tomo della saga di Harry Potter. Per vincere l’attesa, abbiamo intervistato la Lenti per capire se ha ancora appeal la saga cominciata esattamente 20 anni fa e chiusa – per ora e, pare, per sempre – nel 2007. Per un viaggio personale nei libri della massima esegeta del maghetto, andate qui: www.marinalenti.com.

 

Intanto: come è nata la passione per la ‘potterologia’, per la saga del maghetto della Rowling?

“Per caso (se esiste il caso). Caratterialmente, quando qualcosa ‘mi prende’, tendo a studiarla, a investigarne la genesi e le sfaccettature. Così ho iniziato a fare per Harry Potter e per l’autrice che stava dietro quell’affascinante idea. Poi, altrettanto per caso, sono arrivate le collaborazioni con le Guide di Supereva e con FantasyMagazine. È stato il curatore di quest’ultima, che allora era Franco Clun, a chiedermi se mi sarei sentita di scrivere un saggio sull’argomento per la casa editrice proprietaria del portale, Delos Books. All’epoca esisteva solo un saggio in lingua italiana, ma aveva un taglio molto specifico, psicopedagico. Noi volevamo fare una panoramica a 360° sul fenomeno. Così è nato L’Incantesimo Harry Potter, che ancora oggi è uno dei testi base nelle bibliografie di molti saggi e tesi sul maghetto”.

In quanto ‘potterologa’: cosa ci resta da sapere sulla vita della Rowling? Quali sono gli aspetti che non sono ancora stati messi pienamente in luce?

“Credo che ormai sia stato scandagliato tutto ciò che è stato reso pubblico, forse dovrebbe essere lei a scrivere quella famosa enciclopedia che va promettendo da anni, per consentirci di lavorare finalmente su nuovo materiale ‘dietro le quinte’. Oppure un’autobiografia”.

In quanto ‘potterologa’: quali lati reconditi della saga sono a suo avviso ancora da studiare?

“La saga è talmente densa di spunti che, se anche a livello ‘macro’ sono stati tutti investigati, sicuramente offrono ulteriori suggerimenti di approfondimento in verticale, a livello ‘micro’. Faccio un esempio: esistono saggi dal punto di vista psicologico ma, che io sappia, all’interno di questa macrocategoria nessuno ha mai investigato il rapporto di Harry con la figura paterna, sia in relazione al suo vero padre James che a tutte le figure surrogate incontrate nella saga: Hagrid, Silente, Arthur Weasley, Sirius Black. Di esempi come questi ce ne sono a bizzeffe”.

Lei ha indagato di tutto, dalla ‘metafisica’ di Harry Potter al ‘ricettario’ di Hogwarts. Ci faccia capire: c’è della filosofia nella saga?

Al centro della saga ci sono i grandi temi dell’umanità che hanno tenuto impegnate le menti di tutti i filosofi: Libero Arbitrio e Predestinazione, Bene e Male, Amore e Morte… E non mancano i saggisti che hanno esplorato, appunto, questo taglio. In Italia segnalo il saggio di Simone Regazzoni, molto interessante, anche se sulla questione Libero Arbitrio e Predestinazione siamo giunti a due conclusioni diverse”.

Ma… perché la Rowling non scrive più nulla sul suo Harry? Chessò, sequel, presule, spin off: c’è qualcosa che accadrà e che dobbiamo sapere? Oppure, la ‘spinta’ potteriana ha esaurito la sua forza narrativa e sedativa?

“La Rowling, dopo l’ultimo romanzo, si è autovincolata a un proclama insensato: basta Harry Potter. Poi lo ha allentato un pochino dicendo ‘forse, se trovassi una grande idea’. E su quella scia ha permesso alla saga di estendersi con la piece teatrale La Maledizione dell’Erede, la cui sceneggiatura, però, lei ha solo supervisionato. Risultato: un sequel imbarazzante, formalmente scritto con maestria perché comunque redatto da professionisti, ma quanto a contenuto pare raccattare quanto disponibile dalle peggiori fan fiction… La figlia di Voldemort e Bellatrix? Essù! In realtà, la grande idea è sempre stata lì sotto al suo naso: tutto il fandom non aspetterebbe altro che leggere gli anni dei Malandrini a Hogwarts e la storia della prima ascesa al potere di Voldemort”.

E ora? A cosa sta lavorando? Cosa sta ricercando?

“In realtà dopo aver terminato, l’anno scorso, due antologie multiautore, rispettivamente sul Fantastico per ragazzi e su Lo Hobbit, mi sto prendendo una pausa. Anche se c’è in discussione un’idea, sempre in ambito di saggistica fantasy, con Ares. Vedremo se potrà essere sviluppata. Sarebbe la quarta tappa di un disegno (scherzosamente chiamato Progetto ‘Nuovi Inklings’, con chiaro omaggio al gruppo letterario in cui militarono J.R.R. Tolkien e C.S. Lewis, ma al contempo estremamente conscio delle rispettive e certo non comparabili stature), portato avanti con amici saggisti di genere e volto ad accrescere la riflessione accademica sul Fantastico, fiorente da decenni in Gran Bretagna ma assai sporadica in Italia”.

Gruppo MAGOG