22 Ottobre 2018

1958: la storia delle fotografie di Avedon a Ezra Pound e dell’avvocato Thurman Arnold che ebbe il coraggio di difendere il poeta indifeso

Indubbio. Ormai i tempi sono buoni per ragionare sull’opera di Ezra Pound, e pure sulle sue scelte politiche. Mondadori, dopo aver ristampato, lo scorso anno, i “Cantos scelti”, ha appena pubblicato la lunga intervista di Alessandro Rivali a Mary de Rachewiltz, la figlia di Ez, “Ho cercato di scrivere Paradiso”. Contestualmente, dall’altra parte dell’oceano, in Argentina, Juan Arabia, guida di “Buenos Aires Poetry”, poundiano di platino, sta facendo un lavoro micidiale, costruendo convegni, stampando libri, facendo ricerca. L’ultimo tassello in questo lavoro, “El credo político de Ezra Pound”, firmato dal poeta e traduttore Jorge Fondebrider, è piuttosto interessante. Ne pubblichiamo uno stralcio, che parte dall’esegesi di alcune immagini fotografiche di Ez.

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Ci sono tre fotografie. Due sono note. La terza meno. L’hanno scattata il 30 giugno del 1958, quando Ezra Pound, prima di imbarcarsi per Napoli, dopo la liberazione dal manicomio dove fu ricoverato per dodici anni, è a Rutheford, New Jersey, per visitare il suo vecchio amico William Carlos Williams. La fotografia meno conosciuta mostra Pound, in piedi, camicia aperta, con le mani sulle spalle di Williams, seduto e, come dicono i biografi, molto malato. Non sapevo chi fosse il fotografo. Il credito non appare nei libri. Soltanto la proprietà della fotografia è indicata: University of Pennsylvania. Le altre due fotografie, sono ritratti di Pound, che aveva 72 anni. Le ha scattate Richard Avedon, che, secondo i dati forniti dal sito web della Avedon Foundation, all’epoca, a soli 35 anni, era “uno dei dieci fotografi più noti al mondo”. Secondo Michael Reck, discepolo di Pound, uno dei suoi molto biografi, quel mese di giugno era molto caldo. Questo spiega perché la camicia del poeta è aperta. Ma questo non ha nulla a che fare con l’espressione e molto meno con le rughe che, manco a dirlo, sono molte di meno rispetto a quelle di W. H. Auden, anche lui fotografato da Avedon, due anni dopo, sotto la neve, a New York. Ezra Pound aveva passato dodici anni in un ospedale psichiatrico che dipendeva dal governo degli Stati Uniti… Il suo internamento in quel luogo è stato un modo per evitare un processo per alto tradimento che lo avrebbe certamente portato alla pena di morte… Diversi amici si sono alleati per favorire la liberazione di Pound. I più attivi furono Archibald MacLeish (professore ad Harvard, due volte vincitore del Premio Pulitzer per l’opera poetica, conservatore eppure antifascista dichiarato), Thomas S. Eliot (Nobel per la letteratura nel 1948, sostenitore della monarchia, uno dei rari pari di Pound, e suo amico) e Robert Frost (poeta ‘laureato’ degli Stati Uniti, quattro volte vincitore del Pulitzer, debitore verso Pound che lo aveva aiutato a pubblicare il primo libro, nel 1913). “Una dei maggiori ostacoli – scrive il biografo Noel Stock – consisteva nel fatto che Pound era incapace di capire la realtà della sua situazione… Eliot aveva scritto a MacLeish che sarebbe stato difficile persuadere la gente che Pound non era “né sano né pazzo” e liberarlo senza presentarsi davanti a un tribunale. Per di più, a peggiorare le cose, nel gennaio del 1957 John Kasper, un militante dell’ultradestra, antisemita, segregazionista e contrario al movimento dei diritti civili, dopo aver raggiunto una certa celebrità nazionale si era dichiarato discepolo di Pound. Come a dire, pessima stampa. Tuttavia, lo sforzo fu ripagato. Thurman Arnold, assistente del Procuratore generale degli Stati Uniti all’epoca di Franklin Delano Roosevelt e ora guida di un importante studio legale a Washington, assunse la difesa di Pound senza ricevere onorario. Michael Reck ricorda che il 14 aprile 1958, rappresentando Pound e la richiesta quasi unanime degli scrittori più importanti degli Stati Uniti d’America e dell’Inghilterra, l’avvocato Arnold presenta una mozione alla Corte Distrettuale per l’annullamento dell’accusa di tradimento. Quattro giorni dopo, l’accusa fu ritirata dallo stesso giudice che l’aveva approvata dodici anni prima. Il rilascio accadde il 7 maggio del 1958. Avedon scattò le foto due mesi più tardi.

Jorge Fondebrider

Gruppo MAGOG